La cancelliera dello Scacchiere Rachel Reeves - foto Ansa

Nel Regno Unito

Rachel Reeves contro l'ossessione per le scuole private. Le sforbiciate laburiste

Cristina Marconi

La cancelliera dello Scacchiere al suo primo appuntamento importante di finanza pubblica ha tagliato sussidi e investimenti e allo stesso tempo ha aumentato del 22 per cento gli stipendi dei giovani medici. Misure dovute a un buco di 22 miliardi che dice di aver scoperto una volta entrata al ministero

“Decisioni incredibilmente difficili”, le chiama Rachel Reeves, cancelliera dello Scacchiere che al suo primo appuntamento importante di finanza pubblica, lunedì a Westminster, ha deciso di dare ampie sforbiciate a sussidi e investimenti da un lato e di offrire, dall’altra parte, un convinto aumento del 22 per cento agli stipendi dei giovani medici, che a furia di scioperi – chiedevano il 35 per cento, i danni sono da 1,7 miliardi di sterline – hanno messo ancora più in difficoltà il claudicante servizio sanitario nazionale. I dipendenti pubblici otterranno il 5,5 per cento, in linea con il settore privato. Spese necessarie e troppo a lungo rimandate, per un totale di 9,4 miliardi di sterline, parte del buco da 22 miliardi che Reeves asserisce di aver scoperto una volta entrata al ministero. La cancelliera ha accusato senza mezzi termini il precedente governo di aver “mentito sullo stato dei nostri conti pubblici” e ha annunciato la raffica di misure come uno strumento di emergenza per sanare una situazione gravissima e inattesa, foriera di altri sacrifici inevitabili. Reeves, con toni durissimi, ha preparato la strada alla manovra di ottobre, che sarà dolorosa anche lei, sebbene non conterrà aumenti fiscali “per i lavoratori” – patrimoni e successioni saranno inevitabilmente nel mirino – e sarà accompagnata da una spending review pluriennale. In uno scambio così acceso che anche lo speaker è dovuto intervenire per moderare i toni, Jeremy Hunt ha difeso il suo operato, accusando Reeves di aver montato una “farsa” visto che, a suo avviso, conosceva perfettamente la situazione e aveva avuto pieno accesso a dati e informazioni comunque già verificate e certificate dai funzionari responsabili prima di essere presentati e approvati dai deputati a giugno.
 

Secondo Reeves il segreto sta nel fatto che i dati sottoposti al Parlamento erano, come segnalato in una nota, precedenti alle elezioni ma andavano approvati rapidamente per evitare che i ministeri si ritrovassero senza soldi in estate. Il direttore dell’ente indipendente per la responsabilità fiscale ha in realtà dato ragione a Reeves, sottolineando problemi di “trasparenza e credibilità” nei dati condivisi a marzo scorso in occasione dell’ultima manovra. Uno dei buchi principali riguarda le politiche sull’asilo, con 6,4 miliardi di sterline senza copertura, e gli aiuti all’Ucraina, che ha promesso di preservare. Senza l’accordo con il Ruanda si salvano 1,4 miliardi. Verranno accantonati anche progetti infrastrutturali importanti, come 40 nuovi ospedali, ferrovie e tunnel.
 

La misura più incisiva annunciata dalla cancelliera è il taglio dei sussidi per il riscaldamento per 10 milioni di pensionati, pari a circa 300 sterline l’anno: verranno mantenuti solo per gli indigenti, ossia quelli che hanno meno di mille sterline al mese, una soglia molto bassa e controversa per definire la povertà. In questo modo entreranno 1,5 miliardi di sterline. Dai tagli ai ministeri – sprechi, consulenze, spese di comunicazione – si aspetta altri 3 miliardi. Reeves ha anche criticato l’ossessione nazionale per le scuole private, che hanno il 7 per cento degli studenti e per le quali bisognerà pagare l’Iva del 20 per cento, a fronte del 93 per cento degli studenti di scuole statali che invece hanno bisogno di fondi e personale. Verranno assunti 6.500 insegnanti in più, anche se i genitori dei ragazzi delle private fanno notare come tanti studenti in più finiranno col pesare sulle statali, a fronte di un vantaggio contenuto per le casse dello stato, pari a 650 milioni di sterline. Anche le scuole stesse dovranno pagare le tasse come le altre imprese e non potranno appellarsi agli sgravi per le associazioni benefiche.
 

“Politica dell’invidia”, l’ha definita James Cleverly, uno dei contendenti alla guida dei Tory. Invidia o meno, il Labour si gode la luna di miele dei governi: quel periodo magico in cui si può dare tutta la colpa agli altri sperando che gli elettori perdonino.