L'intervista

In cosa Hezbollah è più pericoloso di Hamas, ci dice Matt Friedman

Giulio Silvano

"Israele non può continuare ad accettare una situazione dove il paese è sotto attacco da parte dei proxy dell’Iran in Libano, a Gaza, in Iraq e in Yemen, e non può ignorare un attacco dove vengono uccisi 12 bambini" dice al Foglio lo scrittore

Dopo il 7 ottobre Israele si è sentito sotto attacco, come non accadeva da decenni. E come se Hamas non fosse abbastanza, sono continuati i missili di Hezbollah, uno ha colpito un campetto di calcio sulle alture del Golan dove giocavano dei ragazzini. Questo, dicono gli esperti, potrebbe aprire un altro fronte di guerra per Gerusalemme. “Israele ha risposto uccidendo uno dei comandanti di Hezbollah nel cuore di Beirut. Israele non vuole una guerra totale, ma non può continuare ad accettare una situazione dove il paese è sotto attacco da parte dei proxy dell’Iran in Libano, a Gaza, in Iraq e in Yemen, e non può ignorare un attacco dove vengono uccisi 12 bambini”, dice Matt Friedman al Foglio, scrittore israelocanadese, collaboratore di varie testate americane e grande narratore della storia mediorientale. Il suo ultimo libro è Il canto del fuoco (La Giuntina), dove racconta del periodo passato da Leonard Cohen in Israele durante la guerra dello Yom Kippur, dove partì per sollevare con le sue canzoni il morale dei soldati nel Sinai.
 

Ieri il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, ha tenuto un discorso, secondo alcuni il più duro dal 7 ottobre, e ha detto: “Il nemico e chi sta dietro il nemico deve aspettarsi la nostra rappresaglia, che è certa”. Friedman spera non ci sia un’escalation, ma, dice, “Hezbollah è molto più preparato e ha un arsenale di missili molto più grande di quello di Hamas, si parla di circa 150 mila missili. Se questa guerra ci sarà, Israele verrà colpita da migliaia di missili ogni giorno, e ovunque nel suo territorio. E siccome Hezbollah è più vicino agli iraniani di quanto non lo sia Hamas – fondamentalmente Hezbollah è un’unità delle Guardie della Rivoluzione – una guerra di questo tipo rischia di tirare dentro gli iraniani, e questo porterebbe a uno sviluppo di un’altra entità, rispetto a ora”. Il vero nemico sembra essere l’Iran, dove di recente ha vinto le elezioni Massoud Pezeshkian. “L’obiettivo di Hezbollah e dell’Iran, che controlla Hezbollah, è distruggere Israele, combattere il potere americano e consolidare la dominazione islamica in tutto il medio oriente, e anche oltre. Hezbollah è la forza militare più potente in Libano, anche più forte dell’esercito. A questo punto l’idea di un Libano indipendente è un’idea fantasiosa: il potere ce l’ha l’Iran che opera tramite Hezbollah”.
 

Ieri Israele ha fatto sapere che la mente del 7 ottobre, Mohammed Deif, è stato ucciso a Gaza il 13 luglio; Ismail Haniyeh, leader di Hamas, è stato ucciso a Teheran due giorni fa, dieci ore prima era stato ucciso a Beirut Fuad Shukr, comandante di Hezbollah, entrambi con due omicidi mirati da parte di Israele, ma Netanyahu si è assunto la responsabilità solo del secondo attacco. “Gli assassinii mirati a volte possono aiutare a dimostrare qualcosa e sbilanciare il tuo nemico. Ma non possono essere un rimpiazzo a una vera strategia”, continua Friedman. “E a volte peggiorano la situazione, portando al potere delle persone più estremiste o più competenti, come era successo dopo che nel 1992 Israele aveva assassinato il leader di Hezbollah Abbas Mousawi. Era stato rimpiazzato da una persona con più talento, Hassan Nasrallah. Le operazioni di questa settimana non cambieranno l’equazione per gli iraniani, ma questo dovrà accadere a breve se speriamo di vedere un Israele più sicuro, e un medio oriente più pacifico”.
 

Friedman nel suo libro Spie di nessun paese traccia la storia delle origini dimenticate del Mossad, e di come lo spionaggio fin dalla nascita dello stato sia stato fondamentale per mantenere la sua sicurezza. “Il messaggio del libro è che Israele pensa di essere una nazione europea ma in realtà è una nazione del medio oriente. Più di metà degli ebrei che vivono qui hanno radici nel mondo islamico, e gli eroi del libro sono state le prime spie di Israele”. Con il 7 ottobre molti hanno criticato l’incapacità di prevenire l’attacco di Hamas, e quindi il Mossad e l’intelligence. “I nostri servizi segreti questa settimana hanno fatto un ottimo lavoro con due assassinii complicati e drammatici. Ma è vero che il 7 ottobre è stato un totale fallimento, il peggior fallimento della storia dello stato. Non è colpa del Mossad, che non è responsabile dell’intelligence straniera. Ma è certamente un fallimento nel sistema israeliano di raccolta delle informazioni”.

 

Ci si preoccupa, con la possibile apertura del fronte a nord, anche per l’immagine di Israele, cambiata molto negli ultimi 300 giorni. “Con la maggior parte della stampa mondiale e della ‘comunità internazionale’ già ostile nei confronti di Israele, e spacciando fantasie ideologiche sul paese, una guerra a nord renderebbe le cose sicuramente peggiori”, dice Friedman. “Si vedrà un fenomeno simile a quello di Gaza, dove i terroristi fanno sembrare che Israele stia uccidendo solo i civili, e facendolo intenzionalmente – mentre è chiaro che i terroristi si nascondono dietro e sotto questi stessi civili. Il modo in cui combattono le organizzazioni islamiste è cinico e orribile, e non solo per i loro nemici, ma per la loro stessa popolazione. Lo sappiamo bene. Quindi nessuno dovrebbe sorprendersi su come potrebbe essere una guerra in Libano, e di come verrebbe raccontata”.

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