Spagna

La fuga al contrario di Puidgemont: annuncia il rientro in Spagna, la polizia è pronta a prenderlo

Riccardo Carlino

Evitare di essere marginalizzato dalle scelte decisive del proprio partito e ostacolare l'investitura del socialista Illa. In mezzo alle due ambizioni dell'ex presidente indipendentista c'è la certezza di essere arrestati dalle forze dell'ordine spagnole appena superato il confine

Solitamente, viene chiamato latitante chiunque sia fuggito dal carcere o si sia sottratto a un procedimento giudiziario con un esito infausto per lui. Non esiste invece una definizione per il suo contrario: ossia per chi da latitante annuncia a spron battuto di voler ritornare nel luogo dove lo attende carcerazione certa. Eppure, nei prossimi giorni potremmo vedere coniato un nuovo lemma per descrivere quanto rischia di succedere in Spagna, più precisamente in Catalogna. Dove l'ex presidente del Parlamento catalano Carles Puidgemont ha annunciato che farà ritorno a breve per destabilizzare l'investitura del nuovo governo regionale, nonostante per la legge spagnola sia un uomo da arrestare. Svariate idee di accesso si prefigurano all'orizzonte, tutte a rischio di pronto intervento delle forze dell'ordine spagnole. L'unico modo, ipotizza un anonimo funzionario del governo uscente parlando con Politico, sarebbe provare ad entrare “nascosto come Cleopatra in un tappeto”. Astuto stratagemma messo in atto per scongiurare da agguati nemici e arrivare incolume da Cesare, ma che potrebbe non bastare per sfuggire alla polizia iberica.

 

Il primo ottobre 2017 è ricordato fra i momenti più complessi della storia politica spagnola. E' la data che ha ospitato il controverso - e illegale- referendum per l'indipendenza della Catalogna dal resto delle regioni iberiche. Sogno proibito che affonda le radici nel medioevo, arrivando fino al XIV secolo, in cui la regione catalana si dotò di un sistema amministrativo ad hoc: la Generalitat de Catalunya.

 

Fra le sue varie istituzioni spicca il Parlamento della Catalogna, organo legislativo rappresentativo del popolo catalano, presieduto per un annetto scarso da Carles Puidgemont i Casamajò. Indipendentista di ferro e acceso promotore del referendum che, a pochi giorni dal voto, gli costò una denuncia per ribellione, sedizione e appropriazione indebita di denaro. Oltre chè il commissariamento regionale del Parlamento da parte del governo centrale di Madrid, in forza dell'articolo 155 della costituzione spagnola.

 

Nel settembre 2017 infatti il Tribunale costituzionale spagnolo aveva bloccato il decorso regolare della consultazione, accogliendo la richiesta di annullamento per incostituzionalità avanzata dal governo spagnolo presieduto all'epoca da Mariano Roy. Il clima si accende immediatamente innescando accese insurrezioni popolari e la mobilitazione di forze di polizia davanti ai seggi per bloccare le urne in tutta la Catalogna. Un fuoco su cui Puidgemont non ha mai smesso di soffiare, nemmeno a migliaia di chilometri di distanza da Barcellona, da cui è fuggito in fretta e furia per evitare l'arresto.

  

Da quel momento in poi, Puidgemont vivrà da europarlamentare (formalmente eletto nel 2019, seppure mai rientrato in Spagna per il giuramento) “autoesiliato” in Belgio. Nel frattempo si avvicendano svariati mandati di arresto europei su di lui, evaporati uno dopo l'altro. Specialmente dopo che una legge approvata dal Congresso spagnolo lo scorso maggio ha concesso l'amnistia per tutti gli indipendentisti coinvolti nel fatto dell'ottobre 2017. Fatta eccezione per l'accusa di appropriazione indebita di fondi pubblici, l'unica ancora pendente su Puidgemont. L'unica che gli assicurerebbe le manette nel caso di rientro in territorio spagnolo.

 

Ecco qui che, proprio mentre le forze indipendentiste di Junts (partito da lui fondato nel 2020) hanno perso la maggioranza nel Parlamento catalano a favore del candidato socialista Salvador Illa, il fuggitivo Puidgemont annuncia su X la sua intenzione di ritornare in Catalogna. Un colpo di scena abbastanza telefonato, dato che già mesi fa lo aveva detto ai propri elettori, ma che può facilmente leggersi come un disperato tentativo di preservare la propria rilevanza all'interno del partito. “Devo esserci e voglio esserci”, per dare uno scossone alla transizione centrosinistra e recuperare quanti più riflettori può. Anche a costo di vivere per 30 anni in una cella spagnola.

 

   

Un gesto di eroismo tecnicamente impossibile. L'intera Barcellona è cinta da restrizioni paragonabili a rigide misure antiterrorismo. Nel dettaglio, i Mossos d'Esquadra, il corpo di polizia regionale catalana, ha chiuso ogni via d'accesso al palazzo del Parlamento catalano, raggiungibile solamente attraverso un parco da membri accreditati e dai rispettivi staff. Alle perquisizioni di ogni stanza del Palazzo di Parc de la Ciutadella si accostano quelle delle reti fognarie, sigillate a dovere da ogni via di accesso dallo Zoo di Barcellona, che si trova accanto al palazzo. Nell'eventualità rocambolesca che Puidgemont potesse intrufolarsi passando fra le gabbie di impala, istrici e iene. “Procedure di sicurezza standard” spiega un portavoce dei Mossos d'Esquadra a Politico, anche se la prossima procedura d'investitura non sarà come le altre.

  

Attualmente nessuno è al corrente di dove sia Puidgemont. Potrebbe ancora risiedere nella sua casa in Belgio, tenendo le luci spente per depistare i giornalisti più curiosi. Così come potrebbe già essere in Catalogna sotto l'ala protettrice dei quasi 700 fedelissimi sindaci sparsi per tutta la regione.