Agosto 1963. Da sinistra a destra Robert, Edward e John Fitzgerald: i tre fratelli Kennedy (Lapresse via AP)

"Ask Not”

Torna in America l'eterno gossip contro i Kennedy, “demoni priapeschi”

 Giulio Silvano

Maureen Callahan mette alla gogna tre generazioni di potenti. L’emerald family è stata tormentata da quella che molti chiamano una maledizione: morti tragiche, assassinii, incidenti, difficoltà ad arrivare in tarda età. Ora arriva il giudizio del femminismo contemporaneo

Nemmeno Camelot è al sicuro dal #MeToo. Il movimento anti molestie è diventato virale nel 2017 con l’obiettivo di estirpare da Hollywood orchi come Harvey Weinstein, per arrivare poi a equiparare allo stupro una strizzatina d’occhio sul set. E ora il tribunale colpisce anche a ritroso, andando indietro nella storia. Anche i morti devono essere messi sotto scrutinio. Nell’album nero del meetooismo sono entrati i nomi dei Kennedy. Maschi Kennedy, ovviamente. 

L’emerald family, la cosa più vicina a un’aristocrazia che l’America abbia mai avuto, è stata tormentata da quella che molti chiamano una maledizione: morti tragiche, assassinii, incidenti, difficoltà ad arrivare in tarda età. Ora arriva il giudizio del femminismo contemporaneo. 

Ask Not: The Kennedys and the Women They Destroyed” di Maureen Callahan, appena uscito in America, analizza i comportamenti di tre generazioni di Kennedy per metterli alla gogna. L’idea di fondo è: gli uomini che desiderano il potere tratteranno male le donne di cui si circondano. Lasceranno dietro di sé una scia di femmine doloranti, distrutte, e – come nel caso di Joseph Kennedy II – paraplegiche. 

Per Callahan inizia tutto con la misoginia insita nel patriarca cattolico Joseph P. Kennedy Sr., che inizia la scalata del clan nella Boston di fine Ottocento, per generare figli che arriveranno giovanissimi alla Casa Bianca e in Senato, oltre che diventare icone glam e volti di un rinato Partito democratico. Qui sono tutti descritti come demoni priapeschi e arroganti, artefici di grandi bunga bunga a Capitol Hill. Secondo il libro, Jfk, da senatore, si teneva una donna sotto la scrivania, che lo rilassasse mentre lavorava. Avrebbe anche messo incinta la babysitter 15enne. Eletto presidente, le segretarie dopo le riunioni gli concedevano brevi copule prima che tornasse a guidare il mondo libero (le ragazze venivano premiate con uno snack: patatine al formaggio). La moglie Jackie – poi Onassis – si sarebbe lamentata più volte delle malattie veneree che John le portava a casa. E il suo comportamento sarebbe anche la causa dell’anoressia e della depressione che la costrinsero all’elettroshock. Per non parlare poi della lista di aborti, spontanei e non. Uno avvenuto mentre John era in barca con giovani amanti. La notte prima che venisse ucciso a Dallas, lui e Jackie avrebbero fatto l’amore. Nella camera mortuaria lei avrebbe baciato il suo corpo freddo e nudo, dappertutto. Nel libro tornano anche gli ammiccamenti al fatto che sia Jfk che il fratello Bobby abbiano a che fare con il suicidio di Marilyn Monroe, che andava a letto con entrambi. Non l’unico triangolo – seguendo il biblico levirato, dopo la morte del presidente, la first lady ebbe una storia con Bobby, prima che venisse ucciso in California. 

In “Ask Not” si racconta anche del candidato indipendente che oggi sfida Trump e Harris, Rfk jr., figlio di Bobby, che avrebbe sostituito una giovanile dipendenza dall’eroina con quella per il sesso. 
Le accuse e i gossip si sapevano già, qui semplicemente vengono messi insieme per costruire un pattern che dipinga gli uomini – questi Kennedy poi, pure bianchi, etero e ricchi –  come dei mostri.
 

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