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La trattativa

La Commissione Ursula 2.0 prende forma: manca solo l'Italia

Pietro Guastamacchia

Si avvicina la deadline di fine agosto per la scelta dei commissari e alcuni dei portafogli più prestigiosi sono finiti preda delle trattative tra partiti europei. Gli indugi di Roma nell’ufficializzare la scelta potrebbero mettere in difficoltà la corsa di Raffaele Fitto

Bruxelles. L’organico della Commissione “Ursula 2.0” lentamente prende forma e le prime rivelazioni sui nomi emergono dalle bozze “informali” in circolazione a Bruxelles. E mentre alcuni nomi sembrano già dati per certi, gli indugi di Roma nell’ufficializzare la scelta per l’Italia potrebbero mettere in difficoltà la corsa di Raffaele Fitto. Già 16 paesi, infatti, hanno presentato i loro candidati per il posto di commissario Ue e per alcuni i rispettivi governi hanno già chiuso accordi di massima sui rispettivi dossier con la presidente della Commissione. Da Roma, però, attendono ai dare il via libera finale al ministro di Maglie, o a un altro possibile nome, ma fonti della Commissione fanno sapere che per accaparrarsi un posto, se non in prima fila almeno in seconda, sarebbe meglio avere un nome prima di Ferragosto.


A preoccupare il governo c’è una tabella “ad esclusivo uso interno” circolata informalmente in Commissione e visionata dal Foglio, in cui appare chiaro che, mentre il governo prende tempo, alcuni dei portafogli più prestigiosi, come quelli economici che fanno gola a Meloni, sono finiti preda delle trattative tra partiti europei. Con il vento in poppa dei risultati elettorali, il Ppe infatti mira a occupare tutti i posti chiave, mentre Liberali e Socialisti sbarrano la strada a ogni collaborazione a destra, lasciando l’Ecr di Meloni fuori dalla partita e costringendo la premier a negoziare di persona senza il peso di un gruppo politico di maggioranza alle spalle.


Stando alla tabella, infatti, l’Economia o il Mercato Interno spetteranno al popolare lettone Valdis Dombrovskis, attuale vicepresidente della Commissione Ue. Per la Competitività, invece, si starebbe delineando un derby scandinavo, sempre in casa Ppe, tra la finlandese Virkkunen e la svedese Roswall, entrambe molto quotate anche per la nomina a commissario alla Difesa. Per quanto riguarda il commissario ai Mercati Finanziari, è probabile un passaggio di testimone tra popolari irlandesi, con l’ex ministro delle finanze Michael McGrath al posto dell’attuale commissaria Mairead McGuinness. 

In lizza per un portafoglio a scelta tra Competitività, Finanza ed Economia c’è anche il popolare austriaco Magnus Brunner.


Idee chiare anche tra i socialisti, che spingono per una vicepresidenza della Commissione Ue e il posto di Commissario all’Energia o al Clima per la spagnola Teresa Ribera, che però dovrà superare le diffidenze dei francesi preoccupati dal suo record antinuclearista. Dal partito socialista maltese dovrebbe inoltre arrivare uno dei più giovani commissari, Glenn Micallef, 35enne ed ex consigliere per gli affari europei del primo ministro Robert Abela, a cui potrebbe andare il dossier dei Trasporti.


Dal fronte dei liberali, il presidente francese Macron ha già fatto sapere che Parigi vuole la conferma di Thierry Breton, che punta all’Industria, mentre il primo ministro sloveno Golob sta facendo pressioni per assicurare al suo uomo Tomaž Vesel una posizione preminente, e anche in questo caso economica, nella futura Commissione europea.


Tra i grandi stati ritardatari fino a ieri spiccavano l’Italia e la Polonia: oggi media polacchi dicono che il candidato sarebbe Piotr Serafin, tra i più stretti collaboratori del premier Donald Tusk.


Quanto all’Italia, i dossier ancora liberi sono quelli legati al Bilancio interno, al Pnrr o alla Coesione, tutti apparentemente già cuciti sulla figura di Raffaele Fitto che infatti appare nel foglio Excel riservato come “nomina probabile” a fianco al nome di Elisabetta Belloni. 

Von der Leyen, infatti, vorrebbe due nomi, un uomo e una donna, per garantire la parità nel suo collegio di commissari, ma dei nomi già presentati la stragrande maggioranza sono uomini. Motivo in più per stringere i tempi se Roma vuole blindare il viaggio di Fitto a Bruxelles, perché più ci si avvicina alla deadline di fine agosto più le pressioni di Bruxelles per mandare una commissaria donna si faranno più forti.