Donald Trump ed Elon Musk - foto Ansa

L'intervista sui social

Trump senza freni su X: tre ore di accuse e complotti con Elon Musk

Giulio Silvano

L'ex presidente parla di attentati, immigrati e geopolitica insieme al fondatore di Tesla: nessun fact-checking da parte del miliardario, che lascia il Tycoon libero di sparare cifre e affermazioni senza fondamento. Intanto Kamala Harris recupera nei sondaggi

Grande godimento per i fact checker. Ieri l’ex presidente Donald J. Trump è stato intervistato su X dal multimiliardario Elon Musk. Tre ore in cui il candidato del partito repubblicano alla presidenza ha parlato con l’imprenditore e proprietario di X del tentativo di assassinio nei suoi confronti, delle colpe dei democratici e della nuova candidata dem, la vicepresidente Kamala Harris. La diretta è stata ritardata da un glitch, da quello che mr. Tesla ha chiamato un DDos, Distributed Denial of Service, cioè troppe connessioni per vedere l’intervista che hanno creato un sovraccarico di richieste di accesso. Parlando del proiettile che l’ha colpito a Butler, in Pennsylvania, il 13 luglio, Trump ha detto a Musk: “È stato un miracolo. Se non avessi girato la testa, ora non sarei qui a parlare con te, per quanto tu mi piaccia”. Trump ha anche complimentato con Musk per aver licenziato molti dipendenti – “sei il grande tagliatore”, gli ha detto.
 

Poi ha parlato di quanto Kamala Harris appaia “bella” sulla copertina della rivista Time, facendo una comparazione con sua moglie e prendendo in giro il modo in cui la stampa progressista stia cercando di rilanciare l’immagine della vicepresidente. “Sembra la più bella attrice che sia mai vissuta. Ma era un disegno, e in realtà sembra molto simile a una grande first lady, Melania”, ha detto il Tycoon sulla Harris. Sulle questioni geopolitiche Trump ha ripetuto quello che dice da mesi, che con lui non ci sarebbero guerre, e non ha nemmeno voluto incolpare Vladimir Putin (varie biografie raccontano della sua ammirazione per l’uomo forte del Cremlino). “La Russia ha sconfitto la Germania insieme a noi, e hanno sconfitto Napoleone”, ha detto Trump. “Sai, sono in giro da parecchio tempo. Sono una grande forza combattiva, ed è molto ingiusto… Siamo in una pessima posizione. E non voglio dare la colpa esclusiva a nessuno, ma posso dirti, io avrei potuto fermare tutto”.
 


Da quando Joe Biden, il 21 luglio, ha ritirato la sua candidatura facendo un accorato endorsement alla sua vice, Trump cerca nuovi modi per tornare sulle prime pagine dei giornali, dopo essersi goduto una primavera e un’estate – tra processi e tentato assassinio – sotto le luci della ribalta. Ma la cosa che è uscita fuori da quest’intervista online è una retorica già sentita, invecchiata, senza sprazzi di vivacità, come se anche lui, Trump, fosse stanco di parlare delle solite cose. Crollato con il ritiro di luglio il grande attacco preparato per anni contro i dem – “Biden è troppo vecchio per fare il presidente!” “Sleepy Joe inciampa sulle scale!” – il GoP ha dovuto cambiare strategia comunicativa e a Trump resta solo l’immigrazione. Resta solo il tentativo di dipingere l’amministrazione Biden come responsabile dell’ingresso di milioni di immigrati irregolari dal confine col Messico che portano droghe, povertà e violenza. “Queste sono persone che sono in carcere per omicidio e per ogni sorta di crimine e loro”, ha detto Trump, intendendo i democratici, “li stanno rilasciando nel nostro paese”. Ma non esistono correlazioni, dicono gli studi, tra aumento dell’immigrazione e tassi di criminalità.
 

La stampa americana fa notare come Musk non abbia corretto nessuna menzogna pronunciata dal candidato, che ha potuto parlare senza interruzioni, anche quando ha snocciolato cifre senza fonte sui numeri di immigrati entrati grazie alle politiche bideniane. Mancano 83 giorni alle elezioni e, secondo i sondaggi, Harris ha recuperato negli stati chiave come Pennsylvania, Wisconsin e Michigan, stati che potrebbero determinare il risultato dell’elezione.

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