Non solo la Nato, Mosca fa piani segreti contro i suoi alleati “senza limiti” : Cina, Iran, Corea del nord
Alcuni documenti visionati dal Financial Times mostrano come in realtà l'amicizia tra Mosca, Pechino, Teheran e Pyongyang sia piena di riserve e dubbi
"Non alleati, ma meglio degli alleati”, aveva definito il ministro degli Esteri cinese l’amicizia “senza limiti” tra Cina e Russia che dall’inizio della guerra in Ucraina è diventata un’alleanza soprattutto politica in chiave anti occidentale e contro la Nato. Eppure secondo alcuni documenti segreti visionati dal Financial Times tra gli obiettivi di Mosca in un potenziale conflitto ci sarebbe sì la Nato, ma anche Pechino. 29 file militari russi redatti tra il 2008 e il 2014 mostrano una lista di obiettivi per armi nucleari tattiche che possono essere gettate da missili lanciati da terra o dal mare o da aerei e che sono progettate per un uso limitato sul campo di battaglia in Europa e in Asia, al contrario delle armi “strategiche” più grandi e destinate a colpire gli Stati Uniti. Tra gli obiettivi di Mosca ce ne sono alcuni a portata di tiro delle flotte navali russe nel Baltico predisposte per colpire in Germania, Francia, Norvegia, Estonia o nel Mar Nero in Turchia, Bulgaria e Romania. Tra gli obiettivi del Cremlino, figurano però anche alleati “senza limiti” degni di nota come Cina, Iran, Corea del nord e anche Azerbaigian. Questi documenti, che secondo gli esperti rimangono ancora molto validi per spiegare l’attuale dottrina militare russa, confermano quanto sia piena di riserve e dubbi l’amicizia che Mosca millanta tra i suoi “alleati”: al pubblico mostrano calorosi abbracci e strette di mano, ma dentro il Partito comunista cinese è molto definito il ruolo di junior partner della Russia.
Il ruolo subalterno della Russia nei confronti della Cina, vista come una potenza alleata necessaria per contrastare il ruolo dell’occidente, non è gradita a tutta l’élite del potere russo, convinta che Mosca abbia molto da dare e poco da prendere da Pechino e soprattutto fedele all’idea storica che vede nei cinesi più dei rivali da cui non smettere mai di guardarsi che degli amici con dei cooperare. Vladimir Putin per rimane sordo a queste critiche, non ascolta chi lo mette in guardia dalla cooperazione, economica o militare che sia, con Pechino, ma tra i suoi piani militari, la Difesa russa ha messo in conto un’ipotetica invasione cinese a cui potrebbe rispondere con un’esercitazione chiamata “Federazione del nord” e un possibile attacco nucleare tattico per impedire al “sud” di avanzare. Anche l’Iran, che nei documenti del Financial Times figura tra i target dell’esercito russo, è uno dei più stretti alleati di Mosca, l’amicizia si è rafforzata dopo l’invasione dell’Ucraina con la fornitura di droni e missili iraniani per colpire Kyiv ma il fatto che la partnership sia poco solida è ormai appurato: da tempo i due paesi si spiano a vicenda e mettono in atto campagne di hackeraggio per entrare nei loro sistemi militari. La Repubblica islamica è stata la prima ad accettare di aiutare il Cremlino nell’invasione contro l’Ucraina – in cambio ne ha avuto assistenza nella repressione interna, denaro e anche alcune armi – ma nei giorni in cui Teheran minaccia di attaccare lo stato ebraico, il Cremlino non ha dato un sostegno totale al possibile attacco, ha chiesto di evitare di colpire i civili, mostrando un sostegno pieno di riserve. Al di là della diffidenza, ora i documenti pubblicati dal quotidiano britannico mostrano come anche Teheran sia un potenziale obiettivo di Mosca.
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