Il candidato alla leadership dei Tory Tom Tugendhat - foto Ansa

I conservatori nei riot

La versione dei Tory alle proteste: linea dura, critiche a Starmer, ma nessuna porta aperta a Farage

Cristina Marconi

Gli ultimi disordini nel Regno Unito hanno spinto i conservatori britannici a riconsiderare la propria identità politica. Il candidato alla leadership dei Tory, Tom Tugendhat, ha criticato il premier per la sua risposta ai disordini e Nigel Farage per aver diffuso notizie false

Londra. Fiammata di violenza irrazionale, fenomeno con profonde radici sociali o risultato di anni di retorica incendiaria? Mentre assalitori di commissariati, saccheggiatori di negozi, picchiatori di agenti e razzisti incendiari vanno scoprendo il loro destino – carcere, condanne rapide e commisurate all’entità dei loro crimini – i conservatori britannici cercano di darsi un’identità rispetto ai pesanti disordini che hanno scosso il Regno Unito nelle ultime settimane. Il primo a farsi avanti con un’analisi a tutto tondo è stato Tom Tugendhat, uno dei sei candidati alla leadership dei Tory, con un attacco alla risposta, generalmente giudicata efficace dagli osservatori, del premier Keir Starmer. “Quando avevamo bisogno di un leader, abbiamo avuto un avvocato in attesa che il caso arrivasse in tribunale”, ha dichiarato, spiegando che se il comitato di emergenza Cobra fosse stato riunito prima del 5 agosto, ossia sei giorni dopo l’inizio dei riot, la polizia avrebbe potuto organizzarsi meglio.
 

Tugendhat ha attaccato anche il leader di Reform Uk Nigel Farage, per essersi comportato in maniera “profondamente irresponsabile” quando in seguito alla morte delle tre bambine di Southport per mano di un diciassettenne ruandese cristiano, ha insinuato che “la verità ci viene nascosta”, contribuendo alla diffusione di notizie false come quella secondo cui l’assassino sarebbe stato un richiedente asilo musulmano. Farage questa volta non ha dato prova del suo leggendario equilibrismo, travolto dalla sua nuova identità di leader di estremissima destra in Parlamento, e sebbene il suo elettorato di 14 milioni di britannici faccia gola ai conservatori, nessuno degli aspiranti leader dei Tory gli ha aperto la porta del partito. Il multiculturalismo, invece, è di certo nel mirino dei più. Il Regno Unito ha “promosso le differenze tra le comunità invece dei valori condivisi e delle convinzioni comuni”, secondo Tugendhat, ministro ombra per la Sicurezza, e “le università si soffermano sulle ideologie del lamento invece di promuovere la conoscenza”, ma questo non significa che si vada verso la guerra civile nel paese, come sostiene Elon Musk, bollato come “illuso”.
 

Gli altri cinque candidati non si sono esposti molto di più sulle cause dei disordini, forse nel tentativo di non compromettersi con dichiarazioni troppo forti visto che il prossimo leader verrà nominato solo il 2 novembre prossimo, ma hanno invece preferito enfatizzare la durezza delle risposte che avrebbero dato, per i quali finora sono state arrestate 900 persone. La più defilata è stata Kemi Badenoch, candidata di origine nigeriana che i sondaggi inizialmente davano per favorita, e il suo silenzio non è passato inosservato: si è espressa solo sulla necessità di una “politica più chiara per l’integrazione”. James Cleverley, la cui madre è della Sierra Leone, ha criticato la scelta del Labour di rinunciare al progetto di mandare i richiedenti asilo in Ruanda, ma ha denunciato il razzismo intollerabile emerso dai riot. L’ex ministra dell’Interno Priti Patel ha detto che non si sarebbe sentita a proprio agio in certe comunità, ma ha anche criticato la polizia per il presunto doppio stand con cui tratta le varie proteste, mostrandosi più dura verso quelle di estrema destra. Un tema, quello dei “two tiers”, che riguarda il paragone con le manifestazioni filopalestinesi. Robert Jenrick, quello che sta corteggiando più esplicitamente l’elettorato di Reform Uk, ha definito “decisamente sbagliato che qualcuno possa urlare Allahu Akbar nelle strade di Londra e non essere immediatamente arrestato”. 

Di più su questi argomenti: