Dal Washington Post
Lo spazio sicuro delle donne afghane è lo spazio online
A tre anni dalla riconquista dell’Afghanistan da parte dei talebani, le donne si affidano alla rete per recuperare la libertà e autonomia di cui sono state private. Frequentano corsi, imparano lingue e utilizzano le criptovalute. Ma la repressione talebana ora inizia a minacciare anche il digitale
Kabul. A tre anni dalla riconquista dell’Afghanistan da parte dei talebani, le donne e le ragazze afghane cercano online il modo di riprendersi parte di ciò che è stato loro tolto nel 2021. Bandite dall’istruzione secondaria e superiore, frequentano corsi online, imparano lingue straniere con l’aiuto di chatbot di intelligenza artificiale ed e-book e commerciano criptovalute nella speranza di diventare finanziariamente indipendenti. Hanno cercato di compensare la chiusura dei cinema, la chiusura delle palestre per donne e il divieto di ascoltare musica rivolgendosi all’ampia offerta di YouTube di spettacoli comici, corsi di fitness e video musicali. Ma più di una dozzina di donne e ragazze intervistate a Kabul hanno dichiarato di temere che questi rifugi possano avere vita breve. Molte raccontano di dover nascondere i loro profili Instagram e Facebook alle loro famiglie o di autocensurarsi per paura di essere scoperte dal governo talebano. Alcune passano così tanto tempo online che i loro amici temono una dipendenza. Altre devono affrontare velocità di Internet drammaticamente lente o, nelle zone rurali, non riescono a collegarsi affatto. “Internet è la nostra ultima speranza”, ha detto Beheshta, 24 anni. “Ma niente può sostituire la vera libertà”. Come altre donne intervistate, ha parlato a condizione che venisse usato solo il suo nome di battesimo per timore che i suoi commenti potessero suscitare l’ira dei funzionari governativi.
I talebani avrebbero difficoltà a vietare del tutto le piattaforme di social media e l’adozione di controlli in stile cinese su Internet sarebbe estremamente costosa. Sebbene il regime abbia vietato TikTok per “contenuti non islamici”, i talebani stessi sono grandi utilizzatori di piattaforme come YouTube e X, e i funzionari governativi comunicano tramite WhatsApp. “Certo che vogliamo filtri che riflettano i nostri valori islamici, ma è costoso – e in questo momento i soldi sono pochi”, ha detto Zabihullah Mujahid, il principale portavoce del governo, in un’intervista nella città meridionale di Kandahar. Ha aggiunto che il regime vuole impedire agli utenti di “sprecare il loro tempo”. Hedayatullah Hedayat, viceministro dell’Informazione, ha dichiarato: “Un giorno avremo le nostre piattaforme”.
Trovare uno spazio sicuro
Quando i talebani hanno conquistato Kabul nell’agosto del 2021, Efat, allora 18enne, si era appena diplomata ed era stata ammessa alla facoltà di psicologia dell’Università di Kabul. La sua famiglia voleva fuggire dal paese, ma fu scoraggiata dal caos dell’aeroporto di Kabul. Negli anni successivi, racconta, Internet è stato per lei un’àncora di salvezza. Efat inizia la maggior parte delle sue giornate con esercizi di fitness, guardando video di allenamento su YouTube. Durante il giorno, naviga su Internet, chatta con gli ex compagni di classe e vende i suoi dipinti – finora ha guadagnato 200 dollari – su una pagina instagram che gestisce insieme a sua sorella. Poiché le donne sono bandite dai parchi pubblici, Efat trova l’ispirazione per i suoi dipinti principalmente online. Il suo ultimo lavoro raffigura una tigre. “Le donne possono essere potenti quanto loro”, ha detto. Quando il sole tramonta, Efat scorre il suo feed di Instagram, dove altri artisti postano dipinti di ragazze che piangono e delle enormi statue di Buddha nella provincia di Bamian, distrutte dai talebani nel 2001. E passa il tempo su TikTok, eludendo il divieto grazie all’uso di Vpn, reti private virtuali che criptano il traffico online e lo reindirizzano aggirando i filtri internet del governo. “Senza internet, saremmo tutti dei gusci di noi stessi”, ha detto. “Metà della mia vita ora si svolge online”.
Molte ragazze usano internet la sera tardi e la notte, quando anche le loro amiche sono online. Quando non c’è nessuno con cui chattare, alcune si rivolgono all’intelligenza artificiale. In un centro commerciale seminterrato poco illuminato dove vende abbigliamento femminile, Sediqa, 23 anni, ha detto che il suo nuovo migliore amico è “Gipi”, un bot di messaggistica che si comporta come un amico o un tutor linguistico. Durante le lunghe ore trascorse da sola dietro il bancone del suo negozio, Sediqa si rivolge spesso al bot IA per chiacchierare. “È come un amico che è sempre lì per te”, ha detto. Un altro vantaggio è che il suo amico artificiale non la prende mai in giro. “Sembra uno spazio sicuro”, ha detto Sediqa.
Guadagnare e imparare online
Desiderose di incrementare le proprie finanze domestiche, alcune donne si sono rivolte alle app di criptovalute. Heela, 27 anni, ha raccontato di essere diventata un’utente quotidiana di un’applicazione per il mining di criptovalute dopo che i colleghi di lavoro l’hanno incoraggiata. Ogni 24 ore, preme un pulsante su un’applicazione chiamata Pi Network e lascia che il suo telefono si dedichi al mining di criptovalute in background per il resto della giornata. (Questo processo aggiunge transazioni online a un registro digitale chiamato blockchain e può creare valore). L’applicazione è popolare in Afghanistan perché funziona sui normali telefoni cellulari ed è gratuita, a parte il costo dell’elettricità che consuma.
Ma il valore monetario di Pi Network non è provato perché la sua valuta, Pi, non è ufficialmente quotata sui principali exchange, dove potrebbe essere scambiata con altre criptovalute o venduta in dollari americani. Heela ha dichiarato di non aver ancora guadagnato denaro con questa moneta. Ma per molte ragazze afghane è solo una scommessa in più in un momento in cui quasi tutto può sembrare un azzardo. L’aneddotica suggerisce che questa pratica è molto diffusa, soprattutto a Kabul. Sadia, 27 anni, guadagna vendendo abiti online. Ma dice che fa sempre più fatica a trovare modelle che si lascino fotografare. Quando pubblica foto di modelle che indossano i suoi abiti, le critiche online sono spesso immediate. In un apparente avvertimento di essere controllata, ha detto, i maschi critici aggiungono il suo account WhatsApp a gruppi che promuovono come diventare un musulmano devoto.
Le attività digitali, come la vendita di opere d’arte e i servizi di consegna, sono ampiamente tollerate dal governo. Il numero di imprese online gestite da donne nel paese rimane limitato. Il programma di sviluppo delle Nazioni Unite afferma che gli sforzi per espandere i sistemi di pagamento digitale mostrano i primi segni di promessa, il loro utilizzo è ancora raro. La maggior parte delle donne e delle ragazze intervistate a Kabul ha dichiarato di essersi iscritta ad almeno un corso di formazione online da quando i talebani hanno preso il potere. Due volte alla settimana, Faryal, 22 anni, siede davanti al suo smartphone e si collega all’aula digitale dove tiene due corsi, sui diritti dei media e sul diritto penale, a decine di studentesse afghane. Questi corsi online sono tenuti su Google Meet e gestiti da volontari afghani, spesso residenti all’estero. Faryal dice che i corsi sono una fuga dalla noia e dalla rassegnazione. “Ma c’è qualcosa nel contatto visivo che è difficile da sostituire”, ha detto. Il governo talebano non ha vietato esplicitamente i corsi di istruzione online e potrebbe avere difficoltà a far rispettare un simile ordine, dato che molti provider hanno sede all’estero. Ma insegnanti e studenti temono di essere comunque a rischio.
Quando all’inizio di quest’anno le autorità hanno iniziato a trattenere le donne per non aver coperto adeguatamente i capelli, si è diffusa la voce che la polizia stesse controllando tutti i telefoni alla ricerca di prove di partecipazione a corsi online. Per settimane, Faryal ha detto di non essere uscita con il suo telefono. Sajia, 23 anni, che segue un corso di inglese online, ha detto che metà della sua classe ha recentemente abbandonato il corso per timore di una repressione. “Non credo che torneranno”, ha detto Sajia, che ha deciso di continuare a partecipare. “È così triste”.
Timori per il futuro
Il governo ha segnalato l’intenzione di intensificare i controlli sull’uso di Internet. Chiunque acquisti una scheda Sim per un telefono cellulare non può più rimanere anonimo e deve fornire una carta d’identità e i dati di contatto di cinque membri della famiglia. Anayatullah Alokozay, portavoce del ministero delle Comunicazioni e delle Tecnologie dell’Informazione, ha dichiarato che gli sforzi per raccogliere più dati sugli utenti di Internet afghani hanno lo scopo di prevenire abusi e frodi. Ma le modifiche all’acquisto delle Sim hanno scatenato preoccupazioni diffuse sulla sorveglianza governativa. In realtà, le capacità dei talebani su questo fronte sembrano ancora limitate. Alokozay ha detto che le aziende tecnologiche della Silicon Valley si rifiutano di comunicare con i funzionari del governo afghano. Ha detto che il suo ministero ha ripetutamente sollecitato le piattaforme di social media statunitensi a cooperare con le richieste del governo talebano di rimuovere i contenuti, come quelli che impersonano altri account, ma senza successo. Ancora peggio, dicono i funzionari talebani, gli account del governo sui social media continuano a essere disattivati. Aria, 20 anni, ha detto di essere preoccupata per il giorno in cui i talebani faranno una stretta sulle attività online. “Se i talebani limitano internet, non avremo altra scelta che fuggire per sempre”.
Rick Noack. Ha collaborato Lutfullah Qasimyar, da Islamabad, Pakistan. Copyright Washington Post