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Propaganda social

Nella realtà parallela del social Truth, ora Trump s'inventa pure i finti endorsement  

Pietro Minto

Con l'intelligenza artificiale al servizio del candidato repubblicano, la possibilità di offendere i rivali e diffondere fake news non ha più freni. E la campagna per le presidenziali di novembre assume tinte sempre più disturbanti,

“Ragazzi, non me lo sarei mai aspettato ma le Swifties si stanno svegliando”. A dirlo è una giovane ragazza su un video di TikTok prontamente condiviso da Donald Trump su Truth Social (il suo social network personale), domenica sera. Uno dei tanti contenuti che hanno spaziato dalle accuse contro Kamala Harris (con un nuovo nomignolo: Comrade Kamala, Compagna Kamala) alla pubblicazione di molti contenuti generati con le intelligenze artificiali. Tra questi, l’immagine di una lugubre convention di Harris tutta in rosso con tanto di falce e martello, ma soprattutto una serie di post a tema Taylor Swift.


Per qualche motivo, infatti, la nuova strategia social di Trump, se così si può definire, sembra includere anche la popstar di maggior successo del mondo, nel tentativo di coinvolgere le sue fan – dette appunto “swifties” – e farle votare per Trump. Una delle immagini create con le IA mostra Swift vestita da Zio Sam e la scritta che esorta a votare per l’ex presidente – cosa che non è mai successa, anzi, in molti attendono l’endorsement di Taylor a Harris, dopo quello fatto a Joe Biden nel 2020.

L’idea alla base di tutto questo – e siamo quasi nel territorio della fan fiction – è che Swift abbia deciso di appoggiare Trump “dopo l’attacco dell’Isis sventato al suo concerto” di Vienna a inizio mese. Un’invenzione che segna un cambio di approccio nei confronti della cantante, da tempo al centro delle ossessioni della destra statunitense per via della sua influenza sul pubblico giovanile (e non) e per il suo appoggio ai democratici. Appoggio che i trumpiani temono vengano rinnovato.

La popstar è del resto un avversario temibile per la destra americana. Potentissima, con un passato nella musica country, essenza stessa dell’America “vera”, e per giunta con un fidanzato che più americano non si può: Travis Kelce, quarterback degli Kansas City Chiefs e vincitore dell’ultimo Super Bowl. E a proposito di football, lo scorso Super Bowl vide la partecipazione attesissima di Swift, volata a tutta velocità dal Giappone per tifare il vincitore Kelce: seguì l’abbraccio tra i due nel contesto più a stelle e strisce possibile. Pure troppo, secondo l’ala più radicale (e “weird”, direbbe Tim Walz) della destra statunitense, che bollò il tutto come una “psyop”, ovvero una forma di guerra psicologica, un tentativo di lavaggio del cervello. 

Ma dalla paranoia al delirio il passo è più breve di quel che sembra, come suggerisce la presenza social di Trump degli ultimi giorni, in cui ha creato dal nulla una Swift trumpiana, dimostrando in poche ore la fondatezza di tutti i timori relativi all’abuso di intelligenze artificiali a scopo di disinformazione e propaganda. I post su Taylor Swift sono intervallati da falsità sulle dimensioni del pubblico degli eventi pubblici di Harris, che vengono raccontati come un mezzo fallimento (in realtà le foto degli spalti vuoti vengono dai comizi recenti di Trump).

Se tutto è falsificabile, tutto può essere vero. Almeno per pochi secondi e per un certo numero di persone. L’utente medio di Truth Social è immerso in una realtà parallela, e questa non è di per sé una novità: la cosa strana è che ora sembra crederci anche Trump. Qualcosa è infatti cambiato nel suo utilizzo dei social: sono diminuiti i lunghi post in maiuscolo e sono aumentati i video e le clip televisive; ma a dominare è la “AI slop” (come viene chiamata la “sbobba” fatta con le intelligenze artificiali), sia in forma di video che di immagine, ideale per dare una forma visiva alle invenzioni trumpiane. E poi c’è Twitter, il grande assente da questa discussione. Dopo aver dominato per anni il social network ed esserne stato cacciato nel 2021, Trump ci è tornato in punta di piedi, su espresso invito di Elon Musk, suo novello amico, e da qualche giorno è tornato a pubblicare o ripubblicare i contenuti di Truth Social.

Oltre a essere un azzardo legale, comunque, l’invenzione dell’endorsement di Taylor Swift da parte del Team Trump è anche un errore strategico. Da qualche anno la regola numero uno sui social media è non aizzare il pubblico delle swifties, affiatatissimo e organizzato, pronto a coordinarsi e proteggere il proprio idolo. Le finte magliette con scritto “Swifties for Trump” rischiano quindi di essere un boomerang politico e culturale più rischioso di tante altre dichiarazioni estreme e assurde. Con le Swifties non si scherza, insomma, anche perché, dopo queste falsità, l’endorsement ufficiale da parte della cantante si fa ancora più probabile. E a quel punto non sarà generato con le IA.