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truffa elettorale

Il Tribunale supremo in Venezuela convalida la frode di Maduro

Maurizio Stefanini

Il Tsj dopo aver certificato la vittoria di Maduro senza pubblicare i dati, ha anche annunciato che perseguirà i leader dell’opposizione rei di aver pubblicato le prove della vittoria di  González

Il Tribunale Supremo di Giustizia (Tsj) controllato dal regime ha ratificato la frode e dichiarato l’autocrate Nicolás Maduro vincitore delle elezioni.

L’Organizzazione degli Stati Americani gli aveva intimato di esibire i verbali, con un consenso esteso ai presidenti di sinistra primi suoi sodali Lula del Brasile e Gustavo Petro della Colombia. La opposizione venezuelana aveva avvertito che avrebbe considerata nulla qualsiasi decisione sul tema del Tsj, ricordando che è invece dovere del Consiglio Nazionale Elettorale (Cne) pubblicare i verbali di seggio per dimostrare il risultato. Il Consiglio dei diritti umani dell’Onu aveva pubblicato, poco prima della decisione del Tsj, un inconsueto post su X per ricordare la mancanza di indipendenza e imparzialità sia del Tsj che del Cne, essendo composti da personaggi controllari dal governo e direttamente responsabili di arbitri e abusi

Due riconosciuti guru in materia di frodi elettorali come Dorothy Kronick e Walter Richard Mebane Jr., rispettivamente professoressa di Public Policy a Berkeley e professore  di Political Science and Statistics alla Unversity of Michigan, avevano appena demostrato in modo scientifico l’autenticità dei verbali esibiti dall’opposizione che dimostrano l’ampia vittoria di Edmundo González. In particolare, l’analisi della Kronick si concentra sul sistema di voto venezuelano, che comprende un protocollo di “triplice verifica” per garantire l’integrità del processo elettorale. Questo sistema, un tempo elogiato da personaggi come l’ex presidente americano Jimmy Carter, garantisce che le ricevute cartacee delle votazioni, i verbali stampati e i dati elettronici siano allineati per riflettere  la volontà popolare.  Kronick sostiene che la “traccia cartacea” generata esclude praticamente la possibilità di brogli o manipolazioni dei risultati da parte dell’opposizione, ed evidenzia l’importanza delle ricevute di voto, che sono state essenziali nelle passate elezioni per confermare o smentire i risultati ufficiali. A sua volta Mebane ha analizzato i 25.073 documenti ufficiali disponibili secondo il suo modello “eforensics”, che rileva irregolarità nei risultati elettorali attraverso un’analisi statistica approfondita. Ha trovato solo due documenti con possibili segni di frode. 

Il Tsj è andato avanti lo stesso. E dopo aver certificato la vittoria di Maduro senza pubblicare i dati, ha anche annunciato che perseguirà i leader dell’opposizione rei di aver pubblicato le prove della vittoria di  González. Poco prima María Corina Machado, vera leader dell’opposizione a cui il regime ha impedito di candidarsi, aveva sfidato il Tribunale a esprimersi dopo la lunga attesa scrivendo su X “Tsj: Échenle bola”. Un venezualismo traducibile con un romanesco “dateve ‘na mossa”. “Questa Camera elettorale convalida i risultati delle elezioni presidenziali del 28 luglio emesse dal Cne”, ha dichiarato la presidente del Tsj Caryslia Rodríguez, storica militante del partito del regime (Psuv), spiegando di aver basato la sua decisione su un rapporto preparato da esperti di cui però non si conosce l'identità; nonché sui dettagli del processo di convalida, che è stato effettuato senza la presenza di rappresentanti  dell’opposizione. Ha anche ripetuto che c’è stato “un massiccio attacco informatico” contro il sistema elettorale del Cne, il “golpe cyberfascista” tirato fuori da Maduro per giustificare la mancata pubblicazione.  Ha comunque esortato il Cne a pubblicare i risultati delle elezioni, confermando così che per ora ci si deve fidare del regime.

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