Persone si riparano dai bombardamenti a Kyiv dopo l'attacco congiunto russo all'Ucraina (foto Ansa)Foto Ansa

l'attacco di putin

Gli ucraini tornano nei rifugi e Zelensky chiede uno scudo assieme agli alleati

Kristina Berdynskykh

Mosca lancia 127 missili e 109 droni contro quindici regioni dell'Ucraina con l'obiettivo di colpire le infrastrutture energetiche. Per proteggere Kyiv serve uno scudo come in Israele

Kyiv. Alla vigilia del 24 agosto, quando l’Ucraina celebra il giorno dell’Indipendenza, l’ambasciata americana aveva  avvertito i cittadini americani che vivono in Ucraina che la Russia stava  preparando un attacco combinato a Kyiv usando missili e droni. Ma il giorno dell’Indipendenza è passato in tranquillità, e per partecipare ai festeggiamenti  sono arrivati ​​a Kyiv il presidente polacco Andrzej Duda e la premier lituana Ingrida Simonyte. Non appena i leader degli stati stranieri hanno lasciato Kyiv, la Russia ha portato avanti i suoi piani e la mattina del 26 agosto ha lanciato più di 127 missili e 109 droni.

Natalya Vorozhbit, famosa drammaturga, regista e sceneggiatrice ucraina, è stata svegliata dal marito alle 7.00 del mattino. Anche se di notte ha sentito il segnale del raid aereo, ha continuato a dormire: “Mio marito si è svegliato e ha letto su internet che i missili volavano verso Kyiv, abbiamo bevuto con calma il caffè, ma quando abbiamo sentito le prime esplosioni abbiamo deciso di scendere nel parcheggio sotterraneo”, racconta al Foglio. Molti vicini erano già arrivati, si scambiavano con calma informazioni, fino a quando non hanno sentito “un’esplosione molto forte e siamo corsi  tutti a ripararci”. Sono rimasti fermi per mezz’ora, bisogna saper calcolare i tempi, leggere le notizie con attenzione e soltanto quando è arrivata l’informazione che i missili diretti a Kyiv erano stato abbattuti, Natalya e suo marito sono tornati a casa:  “Siamo andati a  comprare il latte. Ma l’allarme è continuato a lungo, per otto  ore consecutive: i droni iraniani Shahed volavano ancora sul territorio ucraino”.

Durante i bombardamenti, i cittadini della capitale reagiscono ormai ognuno a suo modo. Qualcuno, non prestando attenzione al lavoro della difesa aerea e ai forti rumori, continua a guidare o porta a spasso i cani. Altri si nascondono nella metropolitana e nei rifugi, aspettando la fine dell’allarme. Tutti hanno imparato ad apprendere molto rapidamente informazioni sulla minaccia di un attacco missilistico o di droni seguendo i messaggi ufficiali dell’aeronautica ucraina. Pertanto, la mattina del 26 agosto, molte persone hanno capito che era il caso di nascondersi,  andando alla metropolitana, alcuni hanno portato  libri e sedie pieghevoli, rendendosi conto che sarebbero rimasti seduti lì per un tempo forse molto lungo. Ma la maggior parte semplicemente non ha alzato lo sguardo dagli schermi dei cellulari, in attesa di nuove segnalazioni di esplosioni in strada. Un gruppo di giovani adolescenti, seduti sul pavimento, ha cantato  allegramente canzoni ucraine: una “Vento rosso” (Chervonij viter),  ha già 30 anni e parla della necessità di unirsi per combattere, cosa molto rilevante per gli ucraini anche adesso.

Denis Shmyhal, il primo ministro ucraino, ha affermato che 15 regioni sono state colpite simultaneamente durante l’ultimo attacco. La Russia ha utilizzato diversi tipi di armi: droni, missili da crociera e missili ipersonici Kinzhal. Il suo obiettivo principale erano le infrastrutture energetiche: solo nella regione di Kyiv, secondo le autorità locali, due impianti energetici sono stati danneggiati e sono iniziate interruzioni di corrente di emergenza. E’ stata colpita anche una diga e alcune zone hanno perso  acqua. Lo schema è lo stesso da due anni, ma ad agosto la situazione nel settore energetico ucraino si era finalmente stabilizzata.

Gli attacchi russi sono arrivati anche nell’Ucraina occidentale, dove missili e droni hanno raggiunto le regioni di Lviv, Ivano-Frankivsk, Khmelnytsky e Ternopil. E a Lutsk uno Shahed è caduto su un condominio. Volodymyr Zelensky, in reazione al bombardamento, ha pubblicato un videomessaggio  mentre era ancora in corso l’attacco. Secondo il presidente ucraino, Vladimir Putin può fare solo ciò che il mondo gli permette di fare, quindi ha nuovamente fatto appello agli alleati occidentali per un sostegno più forte e per la fine delle restrizioni sugli attacchi con missili a lungo raggio che potrebbero colpire nel  territorio nemico e fermare gli attacchi prima ancora che arrivino nelle città ucraine. Da quando è iniziata l’operazione Kursk, l’Ucraina è riuscita a colpire in Russia, si è impadronita di parte del suo territorio, ma l’obiettivo resta quello di raggiungere gli obiettivi militari quando sono ancora in Russia, a lunga distanza: ha le armi per farlo, manca il consenso per usarle oltre la frontiera. Kyiv si sta ingegnando con le proprie armi, il 24 agosto,  l’indipendenza ucraina ha compiuto 33 anni, e  Zelensky ha annunciato  il primo utilizzo nel territorio della Federazione russa del drone  Palyanytsya (prende il nome da un tipo di pane ucraino) è di produzione nazionale e ha un’autonomia di volo di 600-700 chilometri. 

Oggi, parlando alla nazione durante l’attacco, Zelensky ha osservato che insieme agli alleati è necessario arrivare a un abbattimento congiunto dei missili e dei droni russi: su 127 missili, ne sono stati abbattuti 102, e su 109 droni ne sono stati abbattuti 99. Se l’aviazione dei vicini europei lavorasse insieme agli F-16 di cui già dispone l’Ucraina e insieme alla difesa aerea ucraina, sarebbe molto più facile proteggere dai bombardamenti anche l’Ucraina occidentale, che confina con l’Ue. “Se tale unità funziona efficacemente in medio oriente, dovrebbe funzionare anche in Europa”, ha detto Zelensky, alludendo al coinvolgimento occidentale nell’abbattimento dei missili diretti verso Israele. “La vita ha lo stesso valore ovunque”, ha concluso.

 

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