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Così Sogno georgiano vuole spegnere la democrazia

Zura Davitashvili

Il programma elettorale del partito al governo in Georgia prevede la cancellazione dell’opposizione e un processo che è un regalo a Putin. Le modifiche alla Costituzione e un appello ai georgiani

Il 26 ottobre, in Georgia, si terranno le elezioni parlamentari, o meglio, un referendum in cui il paese dovrà scegliere tra la Russia e l’Europa. Tutti devono rendersi conto del pericolo che la Georgia sta affrontando, un pericolo così grande che non mi ricordo di averne corsi di uguali.

Sogno georgiano, il partito al governo, ha iniziato la sua campagna elettorale, che probabilmente è senza precedenti nella storia del paese. Non c’è una sola promessa che riguardi lo sviluppo economico, il miglioramento della qualità della vita dei cittadini, la riduzione della disoccupazione, l’aumento dei salari e delle pensioni, la gestione della situazione demografica catastrofica e dell’emigrazione di massa, le riforme dell’istruzione e della sanità, lo sviluppo della cultura e le soluzioni ai problemi ambientali. Non c’è nulla riguardo all’eliminazione della criminalità e della corruzione, al ripristino dell’integrità territoriale, insomma nulla che interessi in primo luogo il popolo georgiano. Quindi, qual è la proposta elettorale prioritaria con cui Sogno georgiano si presenta agli elettori e per cui spera di ottenere la maggioranza? Riprendiamo il dibattito punto per punto.

 

    

1. In caso di vittoria, Sogno georgiano bandirà il Movimento nazionale e i suoi partiti satelliti (secondo il governo, tutti i partiti di opposizione fanno collettivamente parte del Movimento nazionale), eliminando così l’opposizione, seguita dalle organizzazioni non governative e dai media che criticano il governo. In altre parole, Sogno georgiano annuncia l’intenzione di eliminare ogni traccia di democrazia e stabilire una dittatura monopartitica, un regime totalitario con un’unica ideologia, un solo leader, un controllo totale su ogni aspetto della vita pubblica e una polizia segreta. Per facciata, nomineranno una “finta opposizione”. Penso che sia senza precedenti nella storia del parlamentarismo che una forza politica trasformi in slogan elettorale la creazione di una dittatura e la negazione di mandati per i rappresentanti dell’opposizione eletti in Parlamento. In nessun paese normale una forza del genere supererebbe la soglia elettorale: qui, invece, spera di ottenere la maggioranza costituzionale, il che dimostra anche che considerazione ha dei propri elettori, e quale opinione.


2. In caso di vittoria, Sogno georgiano promette di processare il governo che lo ha preceduto (dopo dodici anni!) per il “crimine” di aver scatenato la guerra del 2008. Questo è un tradimento inaudito e una forma di tradimento del proprio paese. Vladimir Putin non avrebbe potuto desiderare un regalo migliore. Il governo georgiano sostituisce le decisioni della Corte dell’Aia, dichiarando colpevole non la Russia ma la Georgia per l’inizio della guerra. E se la Georgia è colpevole, allora cosa si può dire contro la Russia, che ha “protetto” il popolo osseto dai fascisti georgiani e ha riconosciuto l’indipendenza dell’Abcasia e dell’Ossezia del sud? La dichiarazione di Irakli Kobakhidze, primo ministro georgiano, secondo cui non si accusa la Georgia, ma il regime dell’ex presidente Mikheil Saakashvili, è rivolta agli utili idioti, poiché è un principio basilare della politica e del diritto internazionale che se un governo commette un crimine (specialmente un crimine di guerra), lo stato ne è responsabile e deve essere punito. Le possibilità sono due: o i leader politici di Sogno georgiano, accecati dall’odio per Saakashvili, sono così stupidi da non saperlo, o sono d’accordo con la Russia e stanno consapevolmente commettendo un tradimento contro la Georgia e il popolo georgiano.


3. Bidzina Ivanishvili, fondatore di Sogno georgiano e oligarca che ha fatto la sua fortuna in Russia, ha dichiarato che il suo partito ha bisogno della maggioranza costituzionale perché è necessaria una modifica alla Costituzione della Georgia riguardo all’assetto territoriale del paese per ristabilirne l’integrità territoriale. Secondo la Costituzione georgiana, il territorio della Georgia è unico e indivisibile, con l’Abcasia che gode dello status di autonomia. E’ interessante sapere quale cambiamento intendono apportare. Penso che qui si nasconda una minaccia mortale per il nostro paese, un piano russo: la confederazione della Georgia. In particolare, Georgia, Abcasia e Ossezia del sud formano formalmente uno stato unito, con tre soggetti paritari. Si crea l’illusione del ripristino dell’integrità territoriale, ma in realtà si tratta della distruzione del paese. La confederazione è un’unione di stati che, di solito, è temporanea e nella maggior parte dei casi si dissolve in stati sovrani. Se riconosciamo Abcasia e Ossezia del sud come soggetti alla pari, dobbiamo prima riconoscerle e poi unirci in una confederazione. In tal caso, non avremo più alcun meccanismo giuridico per mantenere l’integrità territoriale se decideranno di lasciare la confederazione. Il mondo riconoscerà immediatamente la loro indipendenza e noi ci dovremo dire addio per sempre.

 

   

4. E’ stato annunciato che la maggioranza costituzionale è necessaria per apportare altre modifiche alla Costituzione. Non sono state specificate, ma ho ogni ragione di credere di sapere quali saranno queste modifiche:

  a) L’eliminazione dell’articolo 78 dalla costituzione, cioè il rifiuto dell’integrazione euro-atlantica della Georgia. Un rifiuto dell’occidente e quindi del progresso, della civiltà, del benessere, della sicurezza, e giustificato con lo slogan demagogico del mantenimento della pace. Non è un caso che il tema della neutralità sia diventato attuale. La maggior parte della popolazione non sa che la neutralità ha senso solo se è garantita. Perché ciò avvenga, è necessario che il paese non faccia parte degli interessi geopolitici di nessuna grande (soprattutto vicina) potenza, che non abbia problemi di unità interna, che abbia un’economia forte e un esercito potente. La Georgia soddisfa anche soltanto uno di questi criteri? Ovviamente no. Quindi dichiararla un paese neutrale significa allontanarla dall’occidente e consegnarla nelle mani della Russia (come è avvenuto nel 1921).


   b) Il ripristino del sistema elettorale maggioritario, perché garantisce la vittoria dei rappresentanti del governo. Quando in ogni collegio maggioritario vince Sogno Georgiano (come è avvenuto nelle ultime due elezioni parlamentari), il nostro paese scende al livello di Uzbekistan e Turkmenistan, allontanandosi dall’Europa, dove è impossibile per un partito vincere in tutti i collegi. Questo è un fattore altamente facilitante per l’instaurazione dell’autoritarismo. Si può dire che in tali circostanze le elezioni diventano una formalità.


   c) Il rifiuto della Georgia come stato laico e la dichiarazione dell’ortodossia come religione di stato. Le masse inconsapevoli lo percepiranno come una tutela dell’ortodossia, ma in realtà è un rifiuto di uno dei diritti fondamentali dell’uomo: la libertà di coscienza. Basti notare che nessun paese dell’Unione europea riconosce il concetto di religione di stato nella propria Costituzione. Prima di tutto, la stessa Chiesa dovrebbe opporsi, perché diventerebbe un semplice ministero e dovrebbe assumersi tutti i peccati che lo stato ha sempre. Come il Patriarcato utilizzerà questo status (specialmente nei confronti di altre confessioni) è un’altra questione.

 

   

Potrei continuare, ma penso che quanto detto sia sufficiente per capire il pericolo che il paese sta affrontando. Infine, vorrei dire ciò che mi spaventa di più (sarò felice se il mio sospetto non si avvererà). Sono quasi certo che Sogno georgiano non riconoscerà la sconfitta, qualunque sia il risultato delle elezioni. Se non riuscirà a ottenere la maggioranza costituzionale, si assicurerà comunque una maggioranza semplice per formare un governo monopartitico. Sa bene che una sconfitta elettorale significherebbe una strada dritta verso il carcere, poiché nessun governo è mai stato così corrotto e nessun altro ha commesso così tanti atti contro gli interessi del proprio paese come Sogno georgiano. Nessun funzionario di governo si è arricchito a spese del bilancio pubblico come hanno fatto i membri del partito di governo. Per questo motivo, faranno di tutto per mantenere il potere. D’altra parte, l’opposizione non riconoscerà mai una vittoria di Sogno georgiano e che abbia raccolto la maggior parte dei voti. Questo inevitabilmente porterà a un confronto che, secondo me, non sarà pacifico. A Sogno georgiano non interessa un’eventuale protesta pacifica, anche se vi partecipasse mezzo milione di persone. Una situazione rivoluzionaria è davvero possibile, ma questo governo dovrebbe capire che la causa della rivoluzione non è l’opposizione, non sono le forze esterne, ma le azioni del governo stesso. Dubito che l’imposizione di uno stato di emergenza o di un coprifuoco cambi qualcosa. Coinvolgere l’esercito per “ristabilire l’ordine” sarebbe una vera catastrofe. Non escludo che, se l’esercito si rifiutasse (cosa su cui ripongo grandi speranze), il governo potrebbe rivolgersi alla Russia come ultima speranza di “aiuto”. 

Non si tratta di elezioni ordinarie, dove si decide quale partito sarà al governo per i prossimi quattro anni, ma del fatto se la Georgia sarà un paese democratico ed europeo o uno stato mafioso-clanico governato da un’unica persona secondo i suoi capricci. Questo sarà un test anche per il popolo georgiano, poiché dimostrerà se la maggioranza è composta da cittadini consapevoli o da una massa che tradisce il proprio paese, credendo di mantenere la pace e difendere le tradizioni nazionali, l’ortodossia e la dignità. Per questo è davvero necessario che tutti vadano a votare il 26 ottobre, soprattutto i giovani e gli studenti, e che facciano sentire la propria voce. Il futuro europeo della Georgia deve ricevere così tanti voti e il margine di vantaggio deve essere tale che anche Sogno georgiano abbia paura di falsificare i risultati.

Zura Davitashvili è professore ordinario di Relazioni internazionali all’Università Statale di Tbilisi.

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