L'ultima regola di Hamas: se l'esercito si avvicina, uccidete gli ostaggi

Micol Flammini

Il gruppo ha pubblicato l'ultimo video di Eden Yerushalmi, la ragazza uccisa assieme ad altri cinque prigionieri in un tunnel di Rafah. Il messaggio a Netanyahu, le parole d'ordine e il riferimento all'accordo Shalit 

Il portavoce delle brigate al Qassam di Hamas, Abu Obaida, ha annunciato su Telegram che, “in seguito all’incidente di Nuseirat, sono state impartite nuove istruzioni ai mujahidin incaricati di sorvegliare i prigionieri. Queste istruzioni delineano come gestire la situazione se l’esercito di occupazione si avvicina al luogo in cui sono tenuti prigionieri”. Con l’espressione “incidente di Nuseirat”, il portavoce del gruppo si riferisce alla liberazione di Noa Argamani, Shlomi Zivi, Almog Meir Jan e Andrei Kozlov, portati in salvo dall’esercito israeliano l’8 giugno scorso. I quattro erano detenuti in case di civili e furono portati fuori dalla Striscia di Gaza in una delle operazioni più complesse organizzate finora da Tsahal per salvare gli ostaggi.

 

Le nuove linee guidadi Hamas sono semplice: se l’esercito israelino si avvicina, gli ostaggi vanno uccisi. Come è accaduto a Hersh Goldberg Polin, Carmel Gat, Eden Yerushalmi, Ori Danino, Alex Lobanov, Almog Sarusi, uccisi con un colpo alla testa e vari sul corpo quando i terroristi si sono accorti che l’esercito israeliano sarebbe arrivato a liberarli. Dopo l'annuncio del portavoce, Hamas ha pubblicato un video in cui mostra l’ultimo messaggio di Eden Yerushalmi, la ragazza di ventiquattro anni presa in ostaggio mentre lavorava come barista al Nova Festival. Il video segue i canoni della propaganda del gruppo, in bianco e nero, Eden è stravolta dai mesi di prigionia, si arrabbia con Netanyahu: “Fa tutto il necessario per liberarci ora”. Ora in ebraico si dice akhshav e akhshav è diventato l'urlo di protesta delle strade israeliane quando chiedono un accordo. Hamas osserva quello che succede con attenzione e nel video, l’akhshav pronunciato da Eden viene fatto echeggiare più e più volte con un effetto sonoro.

 

“Io soffro, noi soffriamo”, continua la ragazza. “I bombardamenti non si fermano mai e noi abbiamo paura per le nostre vite. Abbiamo paura di morire”. Mentre pronuncia questa frase, Eden guarda qualcuno, probabilmente uno dei secondini che controlla  tutto venga detto secondo i canoni stabiliti dal gruppo. Alcuni degli ostaggi liberati hanno raccontato di come venivano girati questi video. Hamas ha messo quasi tutti gli ostaggi davanti alla telecamera, li ha costretti a ripetere un copione di rabbia contro il proprio governo, provando più e più volte. Il materiale girato da Hamas non è stato pubblicato tutto, il gruppo tiene i video e li mostra quando crede sia il momento di alzare la tensione nella società israeliana, di fare pressione sul governo.

 

Eden Yerushalmi poi tocca uno dei temi che più bruciano nella lunga carriera da premier di Netanyahu: "Benjamin Netanyahu! Hai liberato mille prigionieri palestinesi e li hai scambiati per Gilad Shalit. Ora stanno chiedendo meno di un quarto di quel numero per ognuno di noi. Non capisco, valgo forse di meno?”. Durante l’accordo per liberare il soldato Shalit vennero liberati molti dei terroristi che hanno preso parte all’attacco del 7 ottobre, incluso Yahya Sinwar, il capo di Hamas e il regista dell’attacco. Sinwar conosce bene Israele, conosce bene l’ebraico, dietro alle parole dettate con la forza agli ostaggi probabilmente c’è anche la sua regia.

   

Le immagini di Eden forse sono state girate poco prima della sua esecuzione avvenuta assieme agli altri ostaggi. Tsahal ha ormai molte informazioni di intelligence dentro al territorio di Gaza, potrebbe essere riuscito a rintracciare vari luoghi di detenzione degli ostaggi e ha aumentato il suo controllo dentro la Striscia. Il video di Hamas dimostra questa consapevolezza, il gruppo si ritrova con le sue capacità di combattimento ridotte, ma non rinuncia a usare gli ostaggi come arma di ricatto per ottenere quello che vuole durante un accordo per il quale gli Stati Uniti stanno spingendo sempre di più. Questa settimana l’Amministrazione Biden formulerà una nuova proposta da sottoporre a Israele e Hamas, le parti avranno una settimana di tempo per rispondere.

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  • Micol Flammini
  • Micol Flammini è giornalista del Foglio. Scrive di Europa, soprattutto orientale, di Russia, di Israele, di storie, di personaggi, qualche volta di libri, calpestando volentieri il confine tra politica internazionale e letteratura. Ha studiato tra Udine e Cracovia, tra Mosca e Varsavia e si è ritrovata a Roma, un po’ per lavoro, tanto per amore. Nel Foglio cura la rubrica EuPorn, un romanzo a puntate sull'Unione europea, scritto su carta e "a voce". E' autrice del podcast "Diventare Zelensky". In libreria con "La cortina di vetro" (Mondadori)