Unione Europea
Super Fitto e tutti gli altri incastri del nuovo inizio di Ursula
Von der Leyen potrebbe dare al commissario italiano un ruolo molto rilevante e nominarlo vicepresidente esecutivo della prossima Commissione. I criteri di scelta
Raffaele Fitto non solo potrebbe diventare uno dei vicepresidenti esecutivi della prossima Commissione, ma avere anche la responsabilità di sovraintendere il lavoro di tutti i commissari che si occupano di economia, compreso quello responsabile di applicare le regole del Patto di stabilità. Le indiscrezioni pubblicate ieri dal quotidiano tedesco Welt sulle intenzioni di Ursula von der Leyen, se confermate, rappresenterebbero un successo per Giorgia Meloni. La sua astensione al Consiglio europeo sulla riconferma di von der Leyen a giugno e il voto contrario di Fratelli d’Italia al Parlamento europeo a luglio non avrebbero avuto conseguenze sui rapporti. L’Italia, al fianco di Francia e Spagna, avrebbe un ruolo centrale nel nuovo esecutivo comunitario. La mossa rientrerebbe in una strategia di von der Leyen di pacificazione con gli interlocutori con cui era entrata in rotta di collisione. Ma alcune fonti a Bruxelles consigliano cautela. “Polpetta avvelenata”, spiega al Foglio una di loro. “Ballon d’essai”, dice un’altra fonte. La fuga di notizie potrebbe essere stata orchestrata dalla squadra von der Leyen per testare la reazione delle capitali e del Parlamento europeo, prima delle decisioni definitive.
Ursula von der Leyen dovrebbe presentare la sua nuova Commissione la prossima settimana. Secondo diverse fonti, la presidente intende circondarsi di quattro o cinque vicepresidenti esecutivi. Tre andrebbero ai grandi paesi: Francia, Italia e Spagna. Le altre due potrebbero finire ai commissari di piccoli paesi con un’esperienza consolidata dentro la Commissione. Il francese Thierry Breton dovrebbe occuparsi di Industria e Autonomia strategica. La spagnola Teresa Ribera avrebbe la responsabilità delle transizioni climatica e digitale (inclusi gli aspetti sociali).
L’italiano Raffaele Fitto avrebbe la supervisione del Piano di ripresa e resilienza e (secondo la Welt) sull’Economia. Le competenze limitate che erano state evocate per il candidato italiano nelle scorse settimane – Pnrr e politica di coesione – sarebbero molto più ampie. Di fatto Fitto prenderebbe il posto di Valdis Dombrovskis, che negli ultimi dieci anni era stato incaricato come vicepresidente di sorvegliare l’operato di Pierre Moscovici e Paolo Gentiloni, commissari socialisti agli Affari economici, sospettati di voler applicare le regole del Patto di stabilità in modo troppo blando. Oltre al trio Breton-Ribera-Fitto, secondo la Welt, von der Leyen confermerà il lettone Dombrovskis come vicepresidente esecutivo, attribuendogli la responsabilità dell’Allargamento e della ricostruzione dell’Ucraina. Fonti del Foglio sostengono che un’altra vicepresidenza esecutive potrebbe finire allo slovacco Maros Sefcovic. Alcuni candidati commissari sarebbero sul punto di ottenere i portafogli di peso chiesti dai loro governi: il polacco Piotr Serafin al Bilancio, l’olandese Wopke Hoekstra al Commercio, il ceco Josef Sikela all’Energia.
I portavoce di von der Leyen rifiutano di fare commenti sul processo di formazione della nuova Commissione. L’equilibrio è delicato, ancor più in vista della conferma dei singoli commissari nelle audizioni che si terranno al Parlamento europeo. La promozione di Fitto a vicepresidente esecutivo potrebbe irritare socialisti, liberali e verdi. “Per la prima volta un populista di destra, Raffalle Fitto, membro del partito Fratelli d’Italia del primo ministro italiano Giorgia Meloni, otterrà una carica di vertice nella Commissione europea”, ha scritto la Welt. Di fronte alle critiche del governo Meloni al nuovo Patto di stabilità e al debito record dell’Italia, gli stati membri che sostengono il rigore di bilancio potrebbero obiettare all’attribuzione a Fitto di ampie competenze sull’Economia. In alternativa potrebbero imporre a von der Leyen di nominare al posto di commissario agli Affari economici un falco sui conti pubblici, come l’ex ministro delle Finanze austriaco Magnus Brunner.
È la ragione per cui in molti a Bruxelles guardano alla fuga di notizie su Fitto con sospetto o prudenza. Le discussioni tra la presidente della Commissione e il diretto interessato si sono concentrate su Pnrr, politica di coesione e bilancio. Tuttavia von der Leyen sembra intenzionata a un nuovo inizio anche con chi ha avuto conflitti. Breton e il presidente francese, Emmanuel Macron, l’avevano contestata prima delle elezioni europee. La Francia, oltre al vicepresidente per l’Industria e l’Autonomia strategica (Difesa compresa), potrebbe ottenere il posto di vice capogabinetto della presidente. Ribera aveva criticato la marcia indietro di von der Leyen sul Green deal e le concessioni agli agricoltori. La spagnola è sul punto di diventare la nuova Frans Timmermans.
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