un profilo di larghe intese

Macron nomina Michel Barnier primo ministro

Mauro Zanon

Il presidente francese ha affidato l’incarico all’ex capo negoziatore dell’Ue per la Brexit ed ex commissario europeo alla Politica regionale durante la presidenza Prodi, con molteplici esperienze ministeriali in Francia. È l'uomo del consenso e del dialogo

Parigi. Michel Barnier è il nuovo primo ministro francese. A cinquanta giorni dalle dimissioni di Gabriel Attal, e dopo quasi due settimane di consultazioni con i vari capi di partito e dei gruppi parlamentari, il presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, ha affidato l’incarico all’ex capo negoziatore dell’Ue per la Brexit ed ex commissario europeo alla Politica regionale durante la presidenza Prodi, con molteplici esperienze ministeriali in Francia: ministro dell’Ambiente ai tempi di Mitterrand, degli Affari europei sotto la prima presidenza Chirac, degli Esteri durante il Chirac II, e dell’Agricoltura con Sarkozy all’Eliseo. L’annuncio è stato fatto tramite un comunicato. “Il presidente della Repubblica ha nominato Michel Barnier primo ministro. Lo ha incaricato di costituire un governo di coalizione a servizio del paese e dei francesi. Questa nomina arriva dopo un ciclo inedito di consultazioni nel corso delle quali, in conformità con il suo dovere costituzionale, il presidente si è assicurato che il primo ministro e il governo riunissero le condizioni per essere i più stabili possibili e darsi l’opportunità di creare la più ampia coalizione possibile”.

 

Uomo del consenso e del dialogo, Barnier, nato e cresciuto politicamente nel gollismo e europeista convinto, è quel profilo di larghe intese che Macron ha cercato con insistenza in queste settimane di stallo istituzionale. Più del socialista Bernard Cazeneuve e del gollista Xavier Bertrand, gli altri due favoriti per Matignon, Barnier risponde a quel criterio di “non-censurabilità” che l’inquilino dell’Eliseo ha posto come conditio sine qua non in nome della stabilità istituzionale. Anche il Rassemblement national di Marine Le Pen e Jordan Bardella, che in mattinata sembrava piuttosto ostile alla nomina di Barnier, ha dichiarato che non ci sarà “nessuna censura di principio” contro l’ex capo negoziatore dell’Ue per la Brexit, ma deciderà di volta in volta, a seconda delle misure proposte.

 

Alcuni fanno notare che Macron, dopo aver nominato il primo ministro più giovane della République – Gabriel Attal, promosso a Matignon lo scorso gennaio a 34 anni – ha nominato il più vecchio: Barnier ha 73 anni, e il record, finora, apparteneva a Pierre Bérégovoy, 66 anni, nominato nel 1992. Macron ha premiato la lunga esperienza di Barnier nelle stanze del potere francese e europeo, lo considera l’uomo giusto per rappresentare un grande centro, ma uno dei fedelissimi dell’ex ministro gollista avverte: “Michel non si rende conto del deterioramento del debito pubblico in Francia. Sarà uno choc”.

 

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