Editoriali
Faide famigliari: metà degli Walz vota a destra, gli eredi dei repubblicani vogliono Kamala
Alcuni parenti del candidato dem alla vice presidenza si dichiara a favore di Trump, mentre i “figli di” Cheney e McCain, figure chiave dei precedenti governi repubblicani, preferiscono votare Harris: quando il focolare domestico si spacca alle urne
Tim Walz, candidato alla vicepresidenza americana per il Partito democratico, è stato più volte definito un “americano medio”, porta nel ticket con Kamala Harris la concretezza e la spontaneità di un governatore che è arrivato alla politica dopo aver fatto altro, l’insegnante, il coach, la guardia nazionale. Anche la sua famiglia, sembra dalle ultime notizie, è molto americana e molto normale, tant’è che metà di essa vota repubblicano e Donald Trump. La foto di questa parte della famiglia – lato materno, vive tra il Nebraska e la Florida – con le magliette pro Trump è stata presa e ripresa inevitabilmente dai trumpiani, le battute sono facili, la madre di Walz ha detto che i rapporti sono un pochino burrascosi con quei parenti, ma che si sta facendo un po’ troppo caos attorno a una cosa minima – e normale, ne abbiamo sentite tante su cene per il Ringraziamento rovinate da inclinazioni politiche diverse e diventate inconciliabili.
Semmai hanno più rilevanza politica le dichiarazioni di alcuni esponenti di famiglie rilevanti del mondo conservatore, dinastie potremmo quasi dire. Liz Cheney, figlia dell’ex vicepresidente Dick Cheney (Amministrazione Bush jr, repubblicana), ha annunciato che voterà Kamala Harris: con il trumpismo si è scontrata molte volte, ha anche perso il posto al Congresso in una faida interna, e ora Cheney dice che il pericolo di un secondo Trump è talmente grande che è saggio votare per i democratici. Anche Jimmy McCain, figlio del rimpianto senatore repubblicano John McCain, voterà per Harris: a convincerlo è stato il triste episodio avvenuto al cimitero militare di Arlington, usato da Trump (fuori dalle regole) come spazio elettorale, con maleducazione oltretutto. Un pezzo della famiglia repubblicana insomma si è staccato: finora Trump non ha patito granché, ma i cosiddetti repubblicani tradizionali sanno che la sopravvivenza dei valori e delle battaglie conservatrici passa dall’estromissione di questo parente che ha occupato casa, e non se ne va.
L'editoriale dell'elefantino