Colin Gray (54 anni), padre di Colt Gray, autore della sparatoria nella Apalachee High School (foto ANSA)

America armata

Quante colpe hanno le famiglie quando un figlio prende un'arma e spara 

Giulio Silvano

In 25 anni, 200 sparatorie hanno macchiato di sangue i licei americani e in quasi nessun caso la colpa è ricaduta sulla famiglia. Tra richieste di leggi più rigide e altre più permissive, continua ad aumentare il bilancio dei minorenni caduti sotto i proiettili del malessere domestico e dell'irresponsabilità

Il 4 settembre in una sparatoria in un liceo di Winder, cittadina della Georgia poco fuori Atlanta, sono state uccise quattro persone, due studenti quattordicenni e due insegnanti. Altre nove persone sono rimaste ferite. Il sospettato, lo studente Colt Gray, sarebbe uscito dalla sua lezione di Algebra e poco dopo sarebbe entrato in un’altra classe, cominciando a sparare. Illeso, è stato preso in custodia dallo sceriffo della contea. In camera di Colt gli investigatori hanno trovato dei documenti che si rifanno al massacro del 2018 in una scuola della Florida. Colin Gray, il padre di Colt, gli aveva regalato un fucile semiautomatico lo scorso Natale, e anche lui dovrà difendersi in tribunale dall’accusa di quattro omicidi involontari. “Ha con consapevolezza permesso al figlio di mettere le mani su un’arma da fuoco”, hanno detto le autorità motivando l’arresto del padre. E’ successa la stessa cosa ad aprile nel processo per una sparatoria avvenuta nel 2021 in una scuola del Michigan. In quel caso il 15enne Ethan Crumbley aveva ucciso con una pistola semiautomatica quattro studenti del suo liceo. Ora un giudice ha deciso che i suoi genitori dovranno passare dieci anni in carcere per non aver evitato che il figlio arrivasse ad avere l’arma. Come Ethan Crumbley anche Colt Gray verrà processato da adulto e non da minore. Come nel caso di Crumbley anche con Gray le colpe ricadono, anche, sui genitori. O, nel caso di Gray, almeno su un genitore, il padre separato che viveva da solo. La madre avrebbe avuto problemi di dipendenza da droghe.


Dal 1999 ci sono stati circa 200 sparatorie nei licei americani e in quasi nessun caso la colpa è ricaduta sulla famiglia. La giornalista del Wall Street Journal, Kim Strassel, che difende il diritto di possedere armi, ha detto che chi come lei “crede nel Secondo Emendamento crede che i possessori di armi debbano essere persone responsabili”, e questo vuol dire anche “assicurarsi che i figli, soprattutto se problematici, non abbiano accesso a queste armi. Il modo per incoraggiarli è fare in modo che la legge dica che tu genitore sarai responsabile, invece di lasciare poi l’interpretazione ai procuratori”. E’ in parte d’accordo Bill McGurn che in un podcast del Wsj ha dichiarato: “Il problema non è comprare un’arma, ma comprare un’arma sapendo che tuo figlio ha dei problemi a scuola”, non è una questione di leggi però, ma di affrontare la “crisi di questi ragazzi che sono perduti, arrabbiati”. Alla famiglia di Colt Gray, aggiunge lo speechwriter di George W Bush, mancava una figura paterna – “sparatorie nelle scuole e padri assenti sono spesso legati, anche se non è l’unico fattore”.

Anche se in altri termini, i commentatori progressisti colpevolizzano i problemi dei ragazzi. Colbert I. King del Washington Post, democratico e possessore di un’arma da fuoco, dice che è stanco di scrivere pezzi sulle sparatorie e che bisogna “smettere di produrre killer adolescenti”. Bisogna dare la responsabilità ai genitori, ma anche cercare le spie del malessere nell’ambiente casalingo e scolastico, anticipare i problemi, dice King. Ma secondo Megan Stack, del New York Times, con questo ragionamento i genitori diventano dei capri espiatori. Colpirli accontenta chi cerca un colpevole a tutti i costi, soddisfa sia chi vede la punizione “come un colpo alla cultura delle armi”, sia chi, difensore del Secondo Emendamento, diverte l’attenzione sulle “mele marce” problematiche. L’editorial board del Los Angeles Times ha detto che non è giusto che i minori vengano trattati in tribunale da adulti solo perché “gira questa falsa nozione che gli adolescenti siano dei superpredatori sub-umani da trattare come animali selvaggi, da imprigionare o sopprimere”. Come sempre i democratici chiedono leggi più rigide sul possesso di armi, considerato anche che in Georgia il governatore repubblicano, Brian Kemp, ha di recente firmato una legge che permette di portarsi in giro le pistole senza permessi e senza aver fatto prima una verifica dei precedenti. Ogni giorno in America 23 minorenni vengono colpiti da un proiettile. Considerati gli adulti si arriva, in media, a 327 al giorno


La madre di Colt quella mattina aveva avvertito subito la scuola. Il figlio le aveva lasciato un messaggio che l’aveva subito allarmata: “Mi dispiace tanto mamma”, considerato anche che un anno prima l’Fbi aveva interrogato i Gray per via di telefonate minatorie. A scuola però quel giorno il personale ha confuso il nome di Gray con quello di un altro studente, che non era presente in aula, e poco dopo è iniziata la sparatoria.
 

Di più su questi argomenti: