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La giornata

Nel giorno del summit sulla Crimea, sale e scende la speranza di una svolta americana sulle armi

Kristina Berdynskykh

All'incontro annuale della Piattaforma hanno partecipato Antony Blinken e David Lammy, che hanno annunciato nuovi aiuti economici all'Ucraina, senza però sbilanciarsi sll'utilizzo degli armamenti Nato in territorio russo

Antony Blinken e David Lammy sono arrivati ieri a Kyiv, assieme a molti altri leader stranieri: c’era il quarto Summit della Piattaforma della Crimea, una conferenza annuale in cui si discute della violazione dei diritti nella penisola occupata da dieci anni dalla Russia e della sua liberazione, presupposto per la ricostituzione dell’integrità territoriale dell’Ucraina. Il segretario di stato americano e il ministro degli Esteri britannico si erano incontrati martedì a Londra, avevano denunciato la fornitura di missili balistici da parte dell’Iran alla Russia – una commessa di cui si discute da tempo, tra annunci e smentite, che l’intelligence americana considera cosa fatta e che ieri il ministro degli Esteri di Teheran ha negato secco: “Non abbiamo consegnato i missili balistici alla Russia, punto” – e introdotto sanzioni.
 

Soprattutto avevano contribuito ad alimentare la speranza che la svolta americana sull’utilizzo delle armi occidentali in territorio russo – una richiesta che Kyiv fa da tempo, con insistenza: è vitale – fosse prossima, e alcune fonti di Washington non ufficiali confermavano. Per questo giornalisti e commentatori hanno seguito meticolosi ogni movimento del presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, che dopo aver inaugurato un memoriale per ricordare la tragedia dei tatari di Crimea nel 1943, quando furono deportati dalla penisola all’Asia centrale per ordine di Stalin, ha incontrato i leader occidentali e ha tenuto una conferenza stampa in cui ci si aspettava qualche informazione sulla priorità dell’Ucraina. Ma l’attesa era già stata ridimensionata dall’ufficio del presidente, che aveva fatto capire che non ci sarebbero stati annunci e che c’è ancora da aspettare, almeno fino all’incontro tra Zelensky e il presidente americano, Joe Biden, che si terrà a margine dell’Assemblea generale dell’Onu, il prossimo 20 settembre.
 

Il duo anglo-americano – è la prima volta che fanno una missione congiunta, nonostante Londra e Washington siano allineati sul sostegno all’Ucraina ben più di altri alleati – ha invece chiesto informazioni sul “piano della vittoria” di cui Zelensky ha parlato di recente. Nel cortile del settecentesco palazzo Mariinsky di Kyiv – la residenza del presidente – un giornalista ha chiesto a Zelensky se fosse ottimista riguardo all’imminente incontro con Blinken e Lammy. “Purtroppo non tutto dipende dal mio ottimismo. Dipende anche dal loro, di ottimismo”, ha risposto, sottolineando però che confida in una decisione forte da parte dei suoi interlocutori. “In ogni caso, conto sul mio dialogo con il presidente Biden questo mese”, ha detto Zelensky e ha promesso di raccontargli nel dettaglio il suo piano, che ha l’obiettivo di costringere la Russia a porre fine alla guerra contro l’Ucraina.
 

Nel frattempo però, il presidente non si aspetta un negoziato: “Per parlare con i russi, ci deve essere qualcuno che abbia l’autorità per farlo. Personalmente, non ho dato a nessuno tale autorizzazione”, ha spiegato. L’incontro tra Zelensky,  Blinken e  Lammy è durato poco più di un’ora, Lammy ha definito le azioni della Russia in Ucraina “imperialismo” e “fascismo”, paragonandole all’esperienza di schiavitù dei suoi antenati, mentre il segretario di stato americano ha annunciato 717 milioni di dollari di nuovi aiuti economici  a Kyiv, compreso un nuovo sostegno per rafforzare la rete energetica del paese mentre Mosca continua ad attaccare le sue infrastrutture. Poi ha raccontato di aver discusso con Zelensky dell’autorizzazione per i missili a lungo raggio. “Riferirò quello che ho sentito al presidente a Washington”, ha detto Blinken. Alla fine della conferenza stampa, si è sentito il rumore delle sirene dell’allarme antiaereo.
 

Insofferenza e attesa si mescolano a Kyiv. Il famoso chef Eugene Klopotenko ha pubblicato su X una foto con Antony Blinken, che durante la sua visita ha cenato nel suo ristorante “100 anni di ritorno al futuro”: “Nel frattempo, sono convinto che sia necessario prendere le giuste decisioni a lungo termine”, segnalando così lo stato d’animo di tutti gli ucraini.

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