armi a Kyiv

Cosa sono gli Storm Shadow, i missili a lungo raggio in grado di colpire le basi russe

Priscilla Ruggiero

Londra è stata la prima a inviare i suoi sistemi a lungo raggio, l'anno scorso. Ora potrebbero anche essere i primi a essere utilizzati fuori dai confini ucraini. Utilizzano i dati di navigazione di Washington e un missile costa un milione di dollari: è per questo che viene utilizzato per attacchi chirurgici

Era maggio dello scorso anno quando il governo britannico  inviò per primo all’Ucraina  i suoi missili a lungo raggio, gli Storm Shadow: “La donazione di questi sistemi d’arma offre all’Ucraina la migliore possibilità di difendersi dalla continua brutalità della Russia, in particolare dal deliberato attacco alle infrastrutture civili ucraine, che è contro il diritto internazionale. L’Ucraina ha il diritto di potersi difendere”,  annunciò l’allora ministro della Difesa britannico Ben Wallace alla Camera dei Comuni. Secondo Wallace, i missili avrebbero dato a Kyiv la “migliore possibilità” di difendersi, già a giugno stavano avendo un “impatto significativo sul campo di battaglia” con gli esperti che li consideravano cruciali  nella   controffensiva  contro le forze di occupazione russe. Sono stati  utilizzati nel più grande attacco ucraino al quartier generale della flotta russa  del  Mar Nero  l’anno scorso, a Sebastopoli: l’unica  condizione di Londra era  che Kyiv utilizzasse il sistema a lunga gittata  a scopo “difensivo”  solo all’interno dei propri confini, e non nel territorio russo. Ora i missili sono però secondo l’esercito di Kyiv  diventati fondamentali per respingere gli attacchi aerei di Mosca nel territorio russo e sembra  più vicina l’ipotesi della rimozione della restrizione. 

 

Gli Storm Shadow, sviluppati in una collaborazione anglo-francese  – in Francia è chiamato Scalp, Sistema di crociera autonomo a lunga portata –  e realizzati da una joint venture che coinvolge anche l’Italia, utilizzano componenti fornite dagli Stati Uniti (come i dati di navigazione) e possono colpire bersagli fino a 250 km dal loro sito di lancio, con una gittata tre volte superiore a quella degli Himars americani. Sono considerati un sistema di precisione ideale  per penetrare nei bunker blindati e nei depositi di munizioni russi.  Ogni missile pesa 1.300 kg, viaggia a una velocità  massima di mille chilometri orari, è lungo poco più di cinque metri,  ha un’apertura alare di tre metri e costa quasi un milione di dollari: per questo è un’arma che viene utilizzata  in attacchi ben pianificati, come quello a Sebastopoli, appunto.  Già  integrato su aerei da caccia ucraini, il missile,  prima di raggiungere l’obiettivo, con un sensore a infrarossi si avvicina al terreno ad alta velocità,   controllato da un triplo sistema di navigazione che utilizza la navigazione inerziale, il Gps e il tracciamento del terreno. Quando vengono usati in operazioni complesse, i missili sono spesso assistiti da dati forniti dal Pentagono che li aiutano a mappare il terreno con un alto livello di precisione: è questo  il motivo per cui Washington è così riluttante ad allentare le restrizioni, ma è anche uno dei motivi per cui gli Storm Shadows  permetterebbero all’Ucraina di interrompere i rifornimenti che alimentano le linee difensive russe: “Chi è in grado di controllare i propri flussi di rifornimento è in grado di massimizzare l’uso delle proprie forze. Se avessimo Storm Shadows saremmo in grado di colpire gli hub logistici e le ferrovie che interromperebbero le linee di rifornimento e le rallenterebbero, aiutando in modo significativo le truppe ucraine”, ha detto al Times il capitano della 117a Brigata di Difesa territoriale  a Kursk, Dmytro Lantushenko.  

 

Secondo alcuni  analisti militari , è invece  improbabile che  il permesso di utilizzare  i missili Storm Shadow al di fuori dei confini ucraini possa cambiare le sorti della guerra, ma potrebbe aprire la strada agli ucraini  per l’utilizzo degli Atacms, i missili americani con una gittata ancora superiore (300 km) e porrebbe la Russia di fronte al dilemma di dove posizionare  le difese aeree, rendendole  più difficile la logistica  militare, il comando, il controllo e il supporto aereo.

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