La ricostruzione
Da dove arrivano i cercapersone e walkie-talkie esplosi in Libano
Il marchio taiwanese e i pagamenti ungheresi da un conto mediorientale
Sin dalle prime ore le indagini si sono soffermate sull'azienda di Taipei Gold Apollo: era suo il marchio sui pager saltati in aria. Poi la precisazione da parte di un'azienda con sede a Budapest che li ha fabbricati. Tutte le ipotesi e i misteri sulla fornitura "manomessa"
Ancora non è chiaro come e quando i cercapersone esplosi ieri nell’attacco in Libano – e i walkie-talkie oggi – siano stati manomessi, ma sin dalle prime ore dell’esplosione dei dispositivi usati da Hezbollah le indagini si sono concentrate sull’azienda produttrice, la taiwanese Gold Apollo, uno dei principali produttori di cercapersone al mondo. Il fondatore e presidente dell’azienda, Hsu Ching-Kuang, ha confermato come quello sui cercapersone in questione fosse proprio il marchio della sua azienda. “È piuttosto imbarazzante”, ha detto. Poi stamattina ha però precisato di essere completamente estraneo ai cercapersone manomessi, ma di aver soltanto concesso i diritti di produzione con il proprio marchio a un’azienda europea, l’ungherese BAC Consulting. "In base all'accordo di cooperazione, autorizziamo BAC a utilizzare il nostro marchio registrato per la vendita di prodotti in regioni designate, ma la progettazione e la fabbricazione dei prodotti sono di esclusiva responsabilità di BAC", ha dichiarato con una nota l’azienda taiwanese. "La nostra azienda fornisce solo l'autorizzazione al marchio registrato e non è coinvolta nella progettazione o nella fabbricazione di questo prodotto”.
Ai media, Hsu ha detto che i cercapersone "erano completamente diversi" dai suoi progetti e contenevano un chip che Gold Apollo non utilizza nei suoi pager, raccontando a giornalisti come ci fossero anche stati dei problemi sui trasferimenti di denaro da BAC, dei pagamenti “strani” da un conto bancario mediorientale che è stato bloccato almeno una volta dalla loro banca a Taiwan. L’azienda BAC si trova sì in Ungheria, nella capitale Budapest, ma molte caratteristiche della BAC Consulting sono effettivamente “strane”, a partire dalla misteriosa unica proprietaria e responsabile Cristiana Barsony-Arcidiacono: su LinkedIn si presenta come Consulente strategico e sviluppatore aziendale, da cinque anni amministratore delegato della BAC consulting, e tra i molteplici lavori che ha svolto c’è anche quello di “Evaluation Expert” della Commissione europea.
Peter Stano, portavoce per gli Affari esteri e la Politica di sicurezza della Commissione europea, a una domanda su Bársony-Arcidiacono ha risposto: “Non fa parte dello staff della Commissione europea, non ne ha mai fatto parte”. Inoltre il sito web dell’azienda risulta bloccato, dal registro delle imprese risulta fondata nel maggio del 2022 con un capitale sociale di appena 7.800 euro con un fatturato di 593.000 dollari nel 2023. Ma sui cercapersone l’amministratrice delegata oggi ha smentito l’azienda taiwanese: "Non produciamo cercapersone, siamo solo degli intermediari. Penso che siate male informati”. Nel pomeriggio è intervenuto anche il governo di Budapest, il portavoce del governo, Zoltán Kovács, ha negato i presunti legami di un’azienda ungherese con i cercapersone di Hezbollah: "Le autorità hanno confermato che la società in questione è un intermediario commerciale, senza alcun sito produttivo od operativo in Ungheria. Ha un manager registrato presso l'indirizzo dichiarato e i dispositivi a cui si fa riferimento non sono mai stati in Ungheria”.
Eppure secondo l’azienda con sede a Taipei l'ultima volta che Gold Apollo ha spedito componenti a BAC è stato all'inizio di quest’anno, e secondo alcune analisi i cercapersone modello "AR-924" esplosi in Libano e Siria erano nuovi ed erano stati recentemente acquisiti da Hezbollah a febbraio. Oggi una seconda esplosione ha colpito i walkie talkie usati da Hezbollah: secondo i media libanesi che citano fonti d’intelligence, facevano parte della stessa fornitura dei cercapersone esplosi ieri.