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Centinaia di droni ucraini colpiscono un importante deposito militare russo

Enrico Cicchetti

Attacco ai magazzini militari di Toropets, a nord-ovest di Mosca nel distretto di Tver. Distrutto un arsenale militare da 35 milioni di euro. Zelensky ha un piano praticabile per porre fine alla guerra, dicono gli americani. Domani l'Eurocamera vota sull'uso di armi occidentali in territorio russo

La scorsa notte sono saltati in aria i depositi strategici delle forze armate russe che si trovano a Toropets, nel distretto di Tver a nord ovest di Mosca. Tredici persone sono rimaste ferite, ha detto il ministero della Salute russo. L'incendio provocato delle esplosioni ha coperto un'area di sei chilometri circa. Le detonazioni hanno avuto l’effetto di un piccolo terremoto, registrato dai sismografi con una magnitudo di 2,8. La Nasa ha segnalato una serie di fonti di calore da immagini satellitari.

   

  

"Droni lanciati dal Servizio di sicurezza ucraino (Sbu), dall'intelligence militare Gur e dalle forze speciali hanno distrutto i magazzini del principale dipartimento di missili e artiglieria del ministero della Difesa russo", scrive Ukrinform (un'affermazione che non ha potuto essere verificata in modo indipendente) citando una fonte dell'Sbu, secondo cui il sito era usato da Mosca per immagazzinare missili Iskander, missili tattici Tochka-U, bombe a guida aerea Kab e munizioni di artiglieria. Tra le munizioni distrutte c'erano missili balistici a corto raggio KN-23 nordcoreani, ha detto ad AP un altro funzionario dell'Intelligence Office ucraino (a giugno, Mosca e Pyongyang hanno firmato un patto storico che prevede la reciproca assistenza militare).

Secondo quanto ha aggiunto un funzionario dell'intelligence ucraina, nell'attacco al deposito di Toropets (che si trova circa 380 chilometri a nord ovest di Mosca e a circa 500 chilometri dal confine con l'Ucraina) sono stati impiegati più di cento droni esplosivi di produzione ucraina. L’attacco potrebbe incidere sulla prosecuzione del conflitto perché a essere colpiti sono stati i depositi russi più grandi in assoluto, costruiti in epoca sovietica e sottoposti a ristrutturazione tra il 2015 e il 2018. Nei depositi, scrive Bbc, era contenuto un arsenale militare del valore di quasi 35 milioni di euro.

   

 

Le riprese video che circolano sui social media mostrano esplosioni che in pochi secondi illuminano il cielo e grandi colonne di fumo. Nelle immagini registrate dopo l'alba si vede invece la devastazione lasciata sul terreno dall'attacco, avvenuto solo poche ore dopo che l'esercito russo ha dichiarato di aver catturato la città di Ukrainsk, (come confermato da filmati geolocalizzati analizzati da gruppi indipendenti). Una conquista che porta la Russia un passo più vicina al suo obiettivo di impossessarsi di tutta la regione del Donetsk, che in parte controlla già. Ukrainsk, dove prima dell'invasione abitavano circa 10 mila residenti, si trova sulla strada per la città di Kurakhove, una roccaforte difensiva ucraina.

     

Intanto, un alto diplomatico americano ha detto che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha un piano praticabile per porre fine alla guerra, giunta ormai quasi al terzo anno, anche se i dettagli non sono stati resi pubblici. Il piano è stato tenuto segreto, ma l'ambasciatrice degli Stati Uniti alle Nazioni Unite, Linda Thomas-Greenfield, ha detto in una conferenza stampa martedì che i funzionari di Washington lo hanno visto. "Pensiamo che stabilisca una strategia e un piano che possono funzionare", ha detto, aggiungendo che gli Stati Uniti ne parleranno con altri leader mondiali all'Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York la prossima settimana

Negli ultimi mesi, Kyiv ha intensificato gli attacchi con i droni sul territorio della Russia. L'attacco a Toropets avrà un impatto positivo sul morale delle forze ucraine oltre a far sentire anche ai russi alcune delle conseguenze della guerra. Forse Kyiv spera anche di trasmettere all'Occidente un messaggio politico: colpire in Russia aiuta l'Ucraina a difendersi e non causerà un'escalation con Mosca. Zelensky sta anche cercando l'approvazione delle nazioni occidentali perché l'Ucraina possa colpire obiettivi all'interno della Russia con le armi sofisticate che gli alleati le stanno fornendo. Alcuni leader europei si sono tirati indietro, temendo di poter essere trascinati nel conflitto.

Domani, giovedì 19 settembre, l'Europarlamento voterà una risoluzione congiunta sull'Ucraina. Un punto del testo, il numero otto, supportato dai gruppi dei popolari, dei liberali e dei socialisti, "invita gli Stati membri a revocare immediatamente le restrizioni sull'uso dei sistemi d'arma occidentali consegnati all'Ucraina contro obiettivi militari legittimi sul territorio russo".

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  • Enrico Cicchetti
  • Nato nelle terre di Virgilio in un afoso settembre del 1987, cerca refrigerio in quelle di Enea. Al Foglio dal 2016. Su Twitter è @e_cicchetti