Nel Regno Unito

La rivolta contro Sue Gray, che guadagna di più del suo capo Keir Starmer

Cristina Marconi

L'ex funzionaria del civil service e attuale capa di gabinetto del premier, guadagna 170 mila sterline l'anno, più dello stesso primo ministro, suscitando malcontento tra gli special advisors (SpAds) che lamentano stipendi inferiori rispetto a quelli dei loro omologhi conservatori

La capa di gabinetto di Keir Starmer guadagna più di Keir Starmer: si chiama Sue Gray, è un’ex alta funzionaria del civil service che ha messo con le spalle al muro Boris Johnson sui festini durante la pandemia, e prende 170 mila sterline l’anno, molto molto di più degli SpAds, special advisors, che in questi giorni hanno scoperto che il loro salario sarà inferiore a quello che avevano quando lavoravano all’opposizione e pure inferiore a quanto prendevano i loro omologhi conservatori. Avendo ricevuto offerte di 60 mila euro circa, contro gli 80 mila circa dei Tory, hanno fatto quello che fanno i consiglieri politici quando sono arrabbiati: hanno parlato tantissimo. Nell’anno in cui il governo ha annunciato che taglierà i sussidi per il riscaldamento a tutti gli anziani tranne i poverissimissimi, “Sue Gray è l’unica pensionata a passarsela bene sotto questo governo”, ha scherzato un laburista che, come tutti in questi giorni, ci tiene a restare anonimo ma non a stare zitto, in una guerra dei pettegolezzi, dei “leaks” e dei retroscena che fa sembrare la nuova amministrazione più friabile del dovuto, dopo appena due mesi di governo. La leadership di Starmer, che tiene moltissimo ai consigli di Gray, risente anche della vicenda degli eleganti, costosi omaggi che il premier e  sua moglie Victoria hanno ricevuto negli ultimi mesi, dai vestiti agli occhiali agli apprezzatissimi biglietti per le partite di calcio o per il concerto di Taylor Swift: un totale di 107 mila sterline e passa, più di quanto accettato dagli altri premier in un periodo così breve di tempo.
 

La faccenda Gray – che poi è lo scontento per i salari bassi degli altri consiglieri – è però più preoccupante, perché rischia di sgretolare la squadra di fedelissimi che devono portare avanti il lavoro del governo. Rumor perfidi e molto smentiti dicono che ci sarebbero stati tentativi di farle accettare un salario più basso di qualche migliaio di sterline, giusto per evitare di superare le 166.786 di Starmer, ma pare che sia stata inflessibile. In tanti osservano come sia strano che Gray abbia fatto un passo politicamente così aggressivo, rischiando di inimicarsi l’esercito dei consiglieri che hanno aiutato Starmer ad arrivare a Downing Street. Il suo predecessore con i Tory prendeva 25 mila sterline in meno, ma lei è un personaggio dal profilo molto più alto rispetto a quello di Liam Booth-Smith, collaboratore di Rishi Sunak. Il paese l’ha conosciuta durante l’inchiesta sul partygate, in cui da una posizione politicamente neutra ha contribuito all’uscita di scena di Boris, e per questo ha ricevuto una sanzione da Acoba, che vigila sulle nomine, quando è passata a lavorare con Starmer, che le deve molto: la sua professionalizzazione, l’organizzazione della sua squadra, anche la sua vittoria. Ha il pugno di ferro, a volte fa uscire in lacrime la gente dalle riunioni e ha suscitato qualche sospetto quando si è messa a fare pressioni per ristrutturare a suon di milioni uno stadio di Belfast, il decrepito Casement Park, in vista degli Europei del 2028. Lei in Irlanda del nord, in una zona tra le più violente, gestiva un modesto pub negli anni Ottanta, pur essendo inglese. La rivolta degli SpAds non deve essere granché ai suoi occhi

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