A Washington

Biden lo dice, l'obiettivo è vincere insieme contro Putin

Era "vincere" la parola che Zelensky, in visita in America, voleva sentirsi dire dal principale e indispensabile alleato

Paola Peduzzi

Otto miliardi di dollari in aiuti militari, nuove sanzioni alla Russia e tutto quel che serve per "vincere la guerra". La sintesi del presidente ucraino che ringrazia per il sostegno "granitico": un'Ucraina vittoriosa, una pace giusta e durevole, la sicurezza transatlantica

Quasi otto miliardi di dollari in aiuti militari all’Ucraina –  Patriot, missili, munizioni a lungo raggio, formazione di piloti per gli F-16 – e nuove sanzioni contro la Russia: da quasi tre anni, ha detto il presidente americano Joe Biden, teniamo insieme il mondo a sostegno di Kyiv, che difende la sua libertà dall’aggressione russa, “una priorità assoluta della mia Amministrazione” che ha permesso all’Ucraina di restare sovrana e indipendente. Ma ancora non basta, ha detto Biden, bisogna fare di più “per vincere la guerra”. “Vincere” era la parola che gli ucraini volevano sentirsi dire dal principale e indispensabile alleato americano per avere la certezza dell’obiettivo comune, e finalmente eccola.

Volodymyr Zelensky, presidente ucraino, è stato in Pennsylvania in una fabbrica di munizioni per ringraziare gli operai  che costruiscono gli strumenti per la difesa ucraina, all’Assemblea generale dell’Onu per ricordare a tutta la comunità internazionale la necessità di restare uniti per raggiungere una pace vera e giusta, e poi a Washington, a incontrare altri politici, alla Casa Bianca, alla ricerca di conferme sulla solidarietà e sulla volontà di vincere questa guerra. Dopo la dichiarazione di Biden, che ha anche annunciato una conferenza di 50 alleati in Germania il prossimo mese,  il ministero della Difesa ucraino ha ringraziato per questo pacchetto di aiuti “storico”, per il sostegno “granitico” degli americani e ha aggiunto: “Insieme, vinceremo”. Zelensky ha ringraziato con un post sui social prima di incontrare Biden e la sua vice, Kamala Harris, candidata alla presidenza degli Stati Uniti al voto previsto tra 39 giorni: “Useremo questo sostegno nel modo più efficace e trasparente possibile per raggiungere il nostro più importante e comune risultato: un’Ucraina vittoriosa, una pace giusta e durevole, una sicurezza transatlantica”.

La Russia intanto ha fatto un altro tremendo attacco a civili ucraini e infrastrutture energetiche (ieri nel sud) e ha rivisto la sua dottrina sull’utilizzo del nucleare – una revisione cosmetica, ché Vladimir Putin evoca l’utilizzo dell’atomica dal 2022 per sgretolare l’unità dell’occidente: semmai il problema è lasciare che questa minaccia funzioni. Nell’America elettorale che strattona lo strazio ucraino a seconda del proprio opportunismo politico, è soltanto il Partito democratico al governo che dichiara chiaramente il sostegno duraturo all’Ucraina. Finora si era accumulato, anche a Kyiv, il sospetto che l’America non stesse mettendo in discussione solidarietà e sostegno, quanto piuttosto lo scopo finale, cioè il respingimento delle forze di Putin, l’unica possibilità per avere una pace vera e per garantire la sicurezza non soltanto dell’Ucraina ma di tutta l’Europa minacciata – e già in parte occupata – da Mosca. Per questo il “win” detto da Biden è sollievo e speranza assieme: gli ucraini come sempre ci metteranno il coraggio.
 

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  • Paola Peduzzi
  • Scrive di politica estera, in particolare di politica europea, inglese e americana. Tiene sul Foglio una rubrica, “Cosmopolitics”, che è un esperimento: raccontare la geopolitica come se fosse una storia d'amore - corteggiamenti e separazioni, confessioni e segreti, guerra e pace. Di recente la storia d'amore di cui si è occupata con cadenza settimanale è quella con l'Europa, con la newsletter e la rubrica “EuPorn – Il lato sexy dell'Europa”. Sposata, ha due figli, Anita e Ferrante. @paolapeduzzi