Chi è Shigeru Ishiba, il prossimo primo ministro giapponese

Giulia Pompili

Finita l'èra di Fumio Kishida, il Partito liberal democratico al governo sceglie un volto popolare tra i giapponesi ma non amatissimo dalle varie fazioni interne. Fissato con la Difesa, ha proposto la creazione di una Nato asiatica

Seattle, dalla nostra inviata. Sarà Shigeru Ishiba a diventare primo ministro del Giappone dopo Fumio Kishida. Ishiba è stato votato nuovo presidente del Partito liberal democratico, carica che si rinnova ogni tre anni, e quindi dopo la fiducia della Dieta, il parlamento giapponese, diventerà anche primo ministro. Ad agosto scorso Kishida – precipitato nei sondaggi a causa di una serie di scandali legati al partito di maggioranza che presiedeva – aveva annunciato a sorpresa che non si sarebbe candidato.

Anche quest’anno nella politica giapponese ha vinto il conservatorismo, l’establishment e ancora una volta un peculiare sistema democratico in cui tutto si decide dietro le quinte, dentro alle varie fazioni del Partito liberal democratico e ai loro rapporti di forza. Era la quinta volta che Ishiba si candidava alla leadership: è arrivato al ballottaggio da sfavorito contro l’ex ministra delle comunicazioni Sanae Takaichi, considerata una super conservatrice e cresciuta nell’ombra dell’ex primo ministro Shinzo Abe. E invece a sorpresa l’ha battuta, raccogliendo 215 voti contro i 194 – tra quelli dei membri della Dieta e i rappresentanti delle prefetture – ricevuti da Takaichi, che avrebbe potuto essere la prima prima ministra della storia giapponese. Al primo turno l’altro grande favorito dalla stampa internazionale era il giovane (giovane per gli standard della politica nipponica) Shinjiro Koizumi, 43 anni, figlio dell'ex primo ministro Junichiro Koizumi ed ex ministro dell'Ambiente, che è arrivato terzo senza accedere al ballottaggio.

Shigeru Ishiba ha 67 anni, è nato a Tokyo ma è cresciuto nella prefettura di Tottori, dove il padre Jiro Ishiba (che poi diventerà anche ministro degli Interni) era stato eletto per la prima volta: come sempre in Giappone la politica è un affare di famiglia, una questione dinastica. E’ stato segretario generale del Partito, è stato ministro dell’Agricoltura e ministro per il contrasto del Declino demografico, ma soprattutto è stato ministro della Difesa (tra il 2007 e il 2008) e prima ancora direttore generale dell’agenzia per la Difesa giapponese, un settore che non ha mai abbandonato completamente, interessandosi sempre di questioni legate alla sicurezza e firmando diversi libri sul tema. Qualche anno fa fece scandalo una sua dichiarazione sulla possibilità di un attacco preventivo contro la Corea del nord. E’ uno dei pochi politici giapponesi ad aver esplicitamente parlato della possibilità di creare una Nato asiatica per contrastare la minaccia cinese – e questo, secondo i media nipponici, dovrebbe far capire quanto sulla politica estera la sua azione potrebbe essere in perfetta continuità con quella di Kishida. Ma c’è un problema: a differenza dell’ormai ex primo ministro, Ishiba non parla inglese, e quindi sarà particolarmente difficile vederlo prendere dialogare e negoziare come faceva Kishida nelle riunioni internazionali.  

Ishiba non piace ai suoi colleghi parlamentari del Partito liberal democratico, lo considerano “un traditore”, ma piace ai giapponesi, tanto da essere stato sin dall’inizio il favorito dell’opinione pubblica per il post Kishida, perché ha spesso criticato il suo partito e le sue origini nella prefettura di Tottori l’hanno spinto a interessarsi del settore primario e delle zone rurali giapponesi. Come molti giapponesi, poi, è un grande appassionato di treni e di modellini di treni, e le Candies sono la sua band preferita, un gruppo J-pop nato a metà degli anni Settanta.

Dovrebbe diventare ufficialmente primo ministro del Giappone martedì prossimo, dopo il voto di fiducia della Dieta garantito dalla maggioranza del Partito liberal democratico in Aula.

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  • Giulia Pompili
  • È nata il 4 luglio. Giornalista del Foglio da più di un decennio, scrive soprattutto di Asia orientale, di Giappone e Coree, di Cina e dei suoi rapporti con il resto del mondo, ma anche di sicurezza, Difesa e politica internazionale. È autrice della newsletter settimanale Katane, la prima in italiano sull’area dell’Indo-Pacifico, e ha scritto tre libri: "Sotto lo stesso cielo. Giappone, Taiwan e Corea, i rivali di Pechino che stanno facendo grande l'Asia", “Al cuore dell’Italia. Come Russia e Cina stanno cercando di conquistare il paese” con Valerio Valentini (entrambi per Mondadori), e “Belli da morire. Il lato oscuro del K-pop” (Rizzoli Lizard). È terzo dan di kendo.