Verso le presidenziali

L'ansia e lo studio di Walz e Vance: così i due candidati alla vicepresidenza si sono preparati al dibattito

Giulio Silvano

Questa sera andrà in onda il primo (e unico) confronto televisivo tra i due candidati alla vicepresidenza. Se da un lato il repubblicano attaccherà il governatore della Minnesota sui temi come l'immigrazione, dall'altro il democratico vuole puntare all'inesperienza dell'avversario

Questa sera si terrà il primo dibattito tra i candidati alla vicepresidenza americana ospitato dal canale Cbs. Il democratico Tim Walz, governatore del Minnesota e stereotipico padre di famiglia del midwest sfiderà il senatore repubblicano dell’Ohio J. D. Vance, ex antitrumpiano, millennial bestsellerista, amicone dei tech bros libertari della Silicon Valley. Il primo ha servito sei mandati in Congresso prima di diventare governatore, il secondo, che ha compiuto 40 anni ad agosto, ha una carriera politica brevissima e si dice sia stato scelto da Trump come vice per via delle pressioni del figlio Don Jr. Sarà l’unico dibattito tra i due, a cinque settimane dal voto.
 

In occasioni pubbliche Walz ha sempre mostrato un approccio rilassato, da uomo della strada, mentre Vance è noto per la sua parlantina aggressiva e per epiteti come “zitella gattara”, che ha scatenato la cantante Taylor Swift. I due in questo mese si sono preparati per l’incontro che, per quanto i dibattiti vivano di una nuova fama dopo la debacle di Biden contro Trump che ha portato al ritiro del candidato dem, servirà più che altro per presentare alla nazione due figure politiche fino a ora lontane dai riflettori nazionali. Vance, a differenza di Trump che quasi si vantava di non essersi preparato, è da tempo che studia interviste e dibattiti di Walz. Ad aiutarlo ci sono la moglie, avvocatessa di origini indiane, e Jason Miller, stratega della comunicazione di Trump. Miller ha anche fatto un podcast insieme a Steve Bannon, il profeta della destra alternativa americana, ed è stato sentito dalla commissione congressuale per via del suo ruolo nell’attacco del 6 gennaio al Campidoglio. Nei finti dibattiti organizzati in privato da Miller, a fare la parte di Walz si è prestato il deputato conservatore del Minnesota Tom Emmer. “Il mio ruolo è servito per far vedere a J. D. chi si troverà davanti”. Secondo uno degli strateghi del Gop che l’ha aiutato, “Vance ha il vantaggio di aver fatto molte interviste televisive. È il re dei programmi pomeridiani della domenica”.
 

Secondo gli insider, Vance si concentrerà sul demolire le politiche più di sinistra del governatore, visto come parte dell’ala progressista della coalizione democratica. Il tema che potrebbe mettere a rischio Walz è quello dell’immigrazione, arma di punta dei repubblicani. Perché da governatore del piccolo stato del Minnesota, Walz ha facilitato la vita di immigrati entrati illegalmente, fornendo loro assistenza sanitaria, borse di studio per le università statali e permessi per ottenere una patente di guida. Se il giovane Vance ha usato il vecchio Emmer come controparte nei finti dibattiti, il sessantenne Walz ha usato il giovane segretario dei trasporti Pete Buttigieg. Walz, quando era stato preso in considerazione quest’estate come possibile vice, aveva subito detto a Harris che i dibattiti non sono il suo forte e ora, secondo voci interne, sarebbe preso dall’ansia.
 

Dopo il dibattito presidenziale di settembre avevano chiesto a Walz se avesse iniziato a pensare al suo: “Bè, per forza”, aveva risposto. “Cioè, lui è uno che ha studiato legge a Yale, io sono un prof della scuola pubblica”. Ma i suoi hanno costruito un finto palco, con tanto di podio, in Michigan e ci si sono chiusi per vari giorni, per un corso intensivo dandogli da bere litri di Diet Mountain Dew, la sua bibita preferita. Walz, secondo i suoi coach, dovrebbe attaccare Vance non solo per la sua inesperienza, ma per la condivisione di fake news e il distacco dai bisogni del popolo. Secondo i sondaggi, Walz è più apprezzato dall’elettorato americano rispetto a Vance, visto come lontano dalla classe media, come ha dimostrato un video in cui entra a comprare delle ciambelle e dice con fastidio: “Datemi quelle che hanno senso”. Nella stessa situazione Walz invece, come un goloso Homer Simpson della politica, si è buttato a capofitto tra glasse al cioccolato e ripieni di sciroppo d’acero. È stato Walz a usare il termine “weird”, strano, per descrivere il robotico arrivista Vance. Ma il critico più feroce per Vance potrebbe essere Trump stesso. Voracissimo di televisione, sua unica fonte di informazione, l’ex presidente vuole che stasera si veda “l’intelligenza” di Vance, riuscendo a mostrare Walz come un estremista di sinistra.