Sulfureo Mélenchon: attacca il neo ministro Haddad troppo vicino a Israele

Editoriali

Il leader insoumis in un meeting a Mende ha iniziato a prendere di mira il nuovo ministro per gli Affari europei, di confessione ebraica, accusandolo di essere devoto al primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu

Non passa settimana senza che il leader della sinistra radicale francese, Jean-Luc Mélenchon, dia ragione a quelli che lo accusano di ambiguità verso l’antisemitismo. Sabato, nel corso di un meeting a Mende, nel dipartimento del Lozère, il fondatore della France insoumise ha parlato a lungo del conflitto che sta scuotendo il vicino oriente, e in particolare degli ultimi fatti di cronaca, i raid israeliani in Libano, che, tra le altre cose, hanno causato la morte del capo di Hezbollah, Hassan Nasrallah. Durante il suo discorso, a un certo punto, Mélenchon ha iniziato a prendere di mira il nuovo ministro per gli Affari europei, Benjamin Haddad, di confessione ebraica, accusandolo di essere devoto al primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu. “Il ministro designato per occuparsi dell’Europa è un sostenitore accanito della politica di Netanyahu”, ha affermato Mélenchon.

 

Un attacco personale che non poteva lasciare indifferente il mondo politico francese. “Per dire in maniera chiara quello che lei sta insinuando, questo ministro è… ebreo. E’ vergognoso”, ha scritto su X  Gérard Araud, diplomatico ed ex ambasciatore francese in Israele, in risposta all’estratto in cui Mélenchon accusa Haddad. Poco dopo sono arrivate anche le reazioni del governo, tramite la portavoce Maud Bregeon. “I sottintesi nauseabondi di Jean-Luc Mélenchon verso il ministro incaricato degli Affari europei Benjamin Haddad sono indegni di un responsabile politico. La gravità della situazione richiede decenza e sangue freddo”, ha reagito la portavoce. 

 
Mélenchon è il frontman di un partito che non ha mai condannato apertamente Hamas come “organizzazione terroristica” ed è lo stesso che a giugno diceva che l’antisemitismo in Francia è “un fenomeno residuale”. Il dérapage di sabato certifica che il guru della gauche radicale non ha ancora risolto i suoi problemi con l’antisemitismo.