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l'intervista

“In Israele si decide anche il nostro futuro”. Parla l'ex premier francese Manuel Valls

Giulio Meotti

È stato primo ministro durante i sanguinari attentati terroristici in Francia. Il prossimo 6 ottobre sarà a Roma in occasione della conferenza dell'associazione Setteottobre per ricordare la data spartiacque dell'attacco di Hamas: "Questo è il mondo nuovo e Israele è in guerra anche per noi”

“7 ottobre: attacco all’occidente”. Una conferenza organizzata dall’associazione Setteottobre di Stefano Parisi a Roma domenica 6 ottobre (ore dieci, Sala Umberto). Ci saranno l’ex primo ministro francese Manuel Valls e l’ex ministro degli Esteri tedesco Joschka Fischer. “Il 7 ottobre è più importante dell’11 settembre e degli attentati di Parigi, perché esprime una vera e propria lacerazione della nostra civiltà” dice al Foglio Valls, capo del governo francese nei due anni dei grandi attentati islamisti a Parigi. “C’è un prima e un dopo il 7 ottobre e per questo dobbiamo capire le conseguenze per Israele, ma anche per la natura profonda dell’islamismo, per noi, per l’occidente e per i paesi musulmani”.  C’è un nuovo antisemitismo democratico. “Abbiamo conosciuto l’antisemitismo tradizionale cristiano, poi della destra nel XX secolo” ci dice Valls. “Ma ha avuto un cambio nel 1967, dopo la Guerra dei sei giorni, quando Israele è passato da essere vittima a essere uno stato predominante che vince la guerra. E così l’antisionismo si trasforma nell’antisemitismo democratico, accessibile a tutti, come disse il filosofo Vladimir Jankelevitch nel 1967. E qui entra un altro fattore”.

Si impone l’idea che Israele è un paese che fa apartheid. “Un paese che fa colonialismo, che non è democratico e che fa genocidio” prosegue Manuel Valls al Foglio. “E il paese nato dal genocidio che fa il genocidio non deve esistere. Questo è un pensiero molto popolare oggi in Europa e America. E si salda con l’islamismo che non vuole la presenza di Israele e degli ebrei. Una parte della sinistra ha comprato questa teoria, non c’è più il proletariato tradizionale ma quello musulmano e la rappresentazione del mondo musulmano è il palestinese”. Come in Francia. “Sì, la gauche degli Insoumises. Per la prima volta, dall’affaire Dreyfus,  c’è un partito che fa una campagna chiaramente antiebraica. Ed è un partito di sinistra, molto pericoloso. Hanno fatto un calcolo elettorale: vogliono il voto di milioni di elettori di cultura e confessione islamica. Questa teoria viene dal laburismo di Jeremy Corbyn e oggi in Inghilterra abbiamo parlamentari eletti soltanto su Gaza. C’è un nuovo proletariato con vittime e minoranze. E qui arriva il woke americano, che è completamente alieno alla cultura europea repubblicana, sono gli utili idioti dell’islamismo. La cancel culture è una moda, ma fanno il lavoro degli islamisti e in Francia abbiamo 6-7 milioni di musulmani e l’obiettivo degli islamisti sono questi musulmani per fare la secessione, la separazione, ovvero provocare tensioni e clima di guerra civile che avvantaggia la destra”.

Quest’anno seimila ebrei francesi hanno aperto una cartella per emigrare in Israele. “Nel 2015 dissi che la Francia senza gli ebrei non sarebbe più la Francia” continua Valls. “Noi veniamo dalla Bibbia, dal giudaismo, dai valori giudaico-cristiani”. Nel concludere, Valls parla della “fatica” dell’Europa. “L’Europa non capisce che abbiamo cambiato secolo, non più della Guerra fredda, ma che si è aperto con l’11 settembre e i nuovi imperi (Russia, Cina, Iran). Questo è il mondo nuovo e Israele è in guerra anche per noi, sono la prima linea dell’islamismo. Dobbiamo capire che in Israele si gioca il nostro futuro, come in Ucraina. Se non dimostriamo che siamo forti, i nostri nemici lo capiranno e mi spaventa molto, in democrazia viviamo bene con i nostri piccoli problemi, ma siamo in un momento storico e dobbiamo capirlo e questo rappresenta il 7 ottobre”.
 

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  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.