Resti di un missile balistico lanciato dall'Iran verso Israele che ha colpito l'insediamento ebraico di Beit El a Ramallah (Issam Rimawi/Getty Images) 

la guerra in medio oriente

Per Israele Guterres è "persona non grata". Netanyahu promette di reagire all'attacco dell'Iran

Teheran lancia 180 missili. La rabbia di Tel Aviv: ci saranno pesanti conseguenze. Lo stato ebraico ha vietato al segretario generale dell'Onu di entrare nel suo territorio: "Persona non grata". In Libano intanto continuano gli scontri

180 missili balistici su Israele: è questo l'attacco che ieri l'Iran ha sferrato contro lo stato ebraico. La maggior parte dei razzi sono stati intercettati dal sistema di difesa aerea di Israele supportata dagli Stati Uniti e dalla Giordania. L'attacco di Teheran alla fine ha provocato solo la morte di un uomo palestinese in Cisgiordania (Sameh al Asali era uno delle centinaia di palestinesi della Striscia rifugiatisi nella città di Gerico dopo lo scoppio del conflitto) e ha colpito due edifici nel centro di Tel Aviv. Ora si teme una nuova fase di escalation con una reazione da parte di Israele, che intanto ha bandito dal paese il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres, incapace, dice Tel Aviv, di "condannare inequivocabilmente" l'attacco.


      

   

Hamas rivendica l'attentato di ieri a Tel Aviv

L'ala armata di Hamas, le brigate al Qassam, si è assunta la responsabilità dell'attacco con sparatoria di martedì sera a Tel Aviv, in cui sono state uccise sette persone. In una dichiarazione, le brigate al Qassam hanno affermato che i due tiratori avevano accoltellato un soldato e gli avevano rubato la pistola per portare a termine l'attacco.

   

Per Israele Guterres è "persona non grata"

Nella tarda mattinata il ministro degli Esteri israeliano, Israel Katz, ha detto che il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres è "persona non grata" in Israele e che gli sarà vietato entrare nel paese. Per Katz questa disposizione si è resa necessaria a causa del fallimento di Guterres nel suo ruolo di guida dell'Onu e della sua incapacità di "condannare inequivocabilmente" l'attacco missilistico dell'Iran contro Israele. Katz ha accusato Guterres di essere "anti-Israele" e di dare "supporto a terroristi, stupratori e assassini. Guterres sarà ricordato come una macchia nella storia dell'Onu per le generazioni a venire", ha aggiunto.

 

Intorno alle 16.30 italiane Guterres ha dichiarato in una sessione di emergenza del Consiglio di sicurezza di aver condannato l'attacco dell'Iran a Israele. "Come ho fatto in relazione all'attacco iraniano di aprile, e come avrebbe dovuto essere ovvio ieri nel contesto della condanna che ho espresso, condanno di nuovo fermamente il massiccio attacco missilistico di ieri dell'Iran contro Israele", ha affermato. "Questi attacchi paradossalmente non fanno nulla per sostenere la causa del popolo palestinese o ridurre le sue sofferenze". Ieri il segretario generale delle Nazioni Unite aveva denunciato "l'ampliamento del conflitto in Medio oriente con un'escalation dopo l'altra" e chiesto un cessate il fuoco.

    

Le parole di Khamenei

La guida suprema dell'Iran, l'ayatollah Ali Khamenei, ha attribuito la responsabilità delle tensioni e dei conflitti in medio oriente agli "Stati Uniti e ad alcuni paesi europei" che "affermano falsamente di portare pace e tranquillità nella regione", sottolieando come solo con la loro cacciata la regione possa tornare a vivere in pace. Lo ha detto a Teheran durante un incontro con un gruppo di esponenti dell'élite governativa iraniana. Khamenei ha inoltre detto di essere "in lutto" per la morte del leader di Hezbollah Hassan Nasrallah e che non ha rimandato il suo incontro con loro perché il lutto dell'Iran è una forza "rinvigorente e trainante".

   

    

La posizione dell'Italia

La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha dichiarato che l'obiettivo dell'Italia e dell'Occidente "è la stabilizzazione del confine israelo-libanese attraverso la piena applicazione della risoluzione 1.701. In questo quadro, l'Italia ha invitato il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite a prendere in considerazione un rafforzamento del mandato della missione Unifil al fine di assicurare la sicurezza del confine tra Israele e Libano in attuazione delle vigenti risoluzioni dell'Onu. È altrettanto urgente giungere a un accordo per un cessate il fuoco a Gaza e il rilascio degli ostaggi in linea con la risoluzione 2.735". Meloni ha inoltre aggiunto che al vertice d'urgenza di ieri (al quale hanno partecipato il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri Antonio Tajani in collegamento da remoto, il ministro della Difesa Guido Crosetto, il sottosegretario Alfredo Mantovano, i vertici dei servizi
segreti, il consigliere diplomatico del Presidente del Consiglio e, in collegamento, l'Ambasciatore d'Italia in Israele, Luca Ferrari) "abbiamo anche discusso della messa in sicurezza dei cittadini italiani e dei militari del contingente Unifil".

In apertura del Consiglio dei ministri di oggi, la presidente del Consiglio ha dichiarato che "il tavolo di governo è stato convocato in forma permanente per monitorare costantemente l'evolversi della situazione e adottare tempestivamente le misure necessarie". Meloni ha condannato l'accaduto ed espresso "la profonda preoccupazione per gli sviluppi in corso e lanciato un appello alla responsabilità di tutti gli attori regionali, chiedendo di evitare ulteriori escalation".

    

In Libano si continua a combattere

In Libano intanto continuano gli scontri. Nella notte l'Idf ha condotto nuovi attacchi su Beirut. L'esercito israeliano ha emesso diversi ordini di evacuazione, mentre continuava a colpire la periferia meridionale dove si trova la capitale, Dahieh, una roccaforte di Hezbollah. Questa mattina Hezbollah ha affermato di aver respinto con successo un'incursione della fanteria israeliana impegnata nell'operazione di terra, ma l'Idf non ha confermato.

 

Netanyahu: Teheran "pagherà" per l'attacco di ieri

Mohammad Bagheri, il più alto ufficiale militare dell'Iran, ha dichiarato alla televisione di stato che i missili lanciati dall'Iran contro Israele avevano preso di mira tre basi militari, Nevatim, Hatzerim e Tel Nof, e il quartier generale del Mossad, il servizio di intelligence israeliano. L'attacco di ieri, 1 ottobre, è una transizione del conflitto nella regione: le battaglie durate mesi da Israele contro i proxy sostenuti dall'Iran (Hamas a Gaza e Hezbollah in Libano) ora includono direttamente il paese degli ayatollah. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha detto che Teheran "pagherà" e che "ha commesso un grosso errore", aggiungendo che il suo paese è determinato a reagire e promettendo "gravi conseguenze". Le minacce sono reciproche: l'Iran promette un bombardamento ancora più massiccio in risposta a qualsiasi grande rappresaglia israeliana.