Petro Poroshenko - foto Ansa

L'intervista

L'ex presidente Poroshenko candidato? "Sì, voglio essere il primo eurodeputato ucraino"

Pietro Guastamacchia

L'ex presidente ucraino è a Bruxelles e parla del paese che ha guidato per cinque anni, fino al 2019: "Chi fa pressione sui nostri partner affinché non ci consegnino armi a lungo raggio capaci di colpire sul territorio russo ci sta legando le mani. Ogni notte la Russia guadagna terreno"

Bruxelles. "Regola numero uno: qualsiasi accordo con Putin è una stronzata. Non fidarti di Putin, la sua firma non vale nulla, la sua parola è aria fritta". L'ex presidente ucraino Petro Poroshenko è a Bruxelles, parla dell'invasione del suo paese da parte della Russia e della situazione al fronte, che oggi si è fatta "estremamente difficile, anzi critica". I russi avanzano: "Abbiamo una brutta situazione a Pokrovsk e non solo, ci sono oggi 600 mila soldati russi nelle regioni occupate dell'Ucraina. Ogni notte guadagnano terreno, la Russia ha speso 145 miliardi quest'anno per questa guerra, mentre l'Ucraina meno di 40. La nostra difesa tiene, ma è dura combattere così".
 

Servono armi per colpire in profondità, anche nel territorio russo, ma in Europa, e in particolare in Italia, non tutti sono d'accordo. "Chi fa pressione sui nostri partner affinché non ci consegnino armi a lungo raggio capaci di colpire sul territorio russo ci sta legando le mani", dice secco Poroshenko. L'ex presidente ucraino, che è rimasto in carica dal 2014 al 2019, ha seguito il voto della risoluzione dell'Eurocamera sul sostegno all'Ucraina: "Il punto più importante è lo stanziamento dello 0,25 per cento del pil europeo per l'Ucraina. Perché è così importante? Perché chi pensa che Putin sia pronto per i negoziati di pace deve capire che, invece, il Cremlino ha preparato un bilancio di guerra  per i prossimi venticinque anni. Putin vuole continuare questa guerra". Ma cosa vuole davvero il presidente russo allora? "Non la Crimea né il Donbas, o Kherson, o Zaporizhzhia, non ha bisogno di alcun territorio. Vuole l'Ucraina come colonia. A chi è stanco di questa guerra e vuole solo che smetta, dico: non siete stanchi della guerra, siete stanchi della libertà, siete stanchi dei vostri valori".
 

Se i patti con Putin sono "stronzate", per Poroshenko l'unico modo per uscire rapidamente da questo conflitto è uno solo: la Nato. "Serve un sistema di garanzia per la nostra sicurezza come nazione, e l'unica vera garanzia di sicurezza si chiama articolo 5. La Nato deve invitare l'Ucraina e, mentre si negozia, possiamo pensare all'estensione dell'articolo 5 della Nato sul modello svedese o finlandese, magari anche limitandolo soltanto alle zone sotto controllo ucraino. Questa sarebbe una vera garanzia". L'ultima volta che Poroshenko scese a patti con Putin  ne uscirono gli accordi di Minsk, oggi non particolarmente popolari né in Ucraina né in Europa: "Intanto grazie agli Accordi di Minsk abbiamo costruito l'esercito che ha saputo respingere i russi dal 24 febbraio 2022 a oggi", spiega Poroshenko. L'ex presidente insiste che il suo accordo del 2015 può essere la base di un nuovo accordo oggi per prendere tempo, sempre però tenendo a mente la regola aurea sul valore degli accordi siglati con Mosca. "Il punto uno degli accordi di Minsk? Riconoscere la sovranità e l'integrità territoriale dell'Ucraina. Se ci fosse in nuovi accordi, ben venga... Il punto due? Ritiro di tutte le truppe straniere dal territorio ucraino... idem. E potrei andare avanti così su tutto il testo che ho firmato".
 

Ma una rivisitazione degli accordi di Minsk oggi non basta, serve la Nato, e serve un negoziato che si basi su cinque capisaldi irrinunciabili: "Chiamateli i cinque punti di Poroshenko se volete", spiega l'ex presidente, contando con le dita: "Uno: nessun compromesso sulla sovranità e l'indipendenza dell'Ucraina. Due: nessun compromesso sull'integrità territoriale dell'Ucraina. Tre: nessun compromesso sull'esistenza delle Forze armate ucraine. Quattro: nessun compromesso sulle sanzioni, sui danni e sulla persecuzione dei crimini di guerra. Cinque: nessun compromesso sull'integrazione transatlantica ed europea dell'Ucraina". Mentre l'aura politica di Volodymyr Zelensky sente gli effetti del tempo, l'ex presidente e oligarca del cioccolato si aggira per Bruxelles con un piano di pace in tasca, una serie di incontri ai vertici dell'Ue e un battaglione al fronte in Donbas, interamente finanziato dai proventi delle sue industrie: tutti indizi del fatto che la sua avventura politica in Ucraina non sembra affatto finita. "Vuole sapere se mi voglio candidare?", ride Poroshenko. "Sì, mi voglio candidare. Voglio essere il primo eurodeputato eletto in Ucraina, e credimi, lo sarò".