Le risorse della guerra

Immaginare la vittoria dell'Ucraina

Paola Peduzzi

Gli alleati occidentali hanno fissato molte “linee rosse immaginarie”, ci dice Anne Applebaum, invece che far di tutto perché gli ucraini possano vincere. Putin si fermerà soltanto quando le risorse saranno finite, e le risorse non sono infinite

Gli alleati occidentali hanno fissato molte “linee rosse immaginarie”, dice al Foglio Anne Applebaum, “non possiamo aiutare militarmente l’Ucraina perché provocheremmo la Russia, poi non possiamo dare l’artiglieria pesante, non possiamo dare i carri armati, non possiamo dare i missili a lungo raggio perché provocheremmo la Russia e adesso non possiamo dare il permesso all’Ucraina di utilizzare i missili a lungo raggio per attaccare i centri logistici dei russi perché” – lo sappiamo. Applebaum, che ha pubblicato a metà estate il suo ultimo libro, “Autocracy Inc.”,  ha raccontato sull’Atlantic che, nella sua ultima visita in Ucraina, è andata a visitare “uno scantinato dove un team di ucraini stava lavorando per cambiare il corso della guerra, e forse il corso anche di tutte le guerre successive”.   Questa squadra fa parte di un’unità speciale dell’esercito creata per sviluppare una  tecnologia sperimentale di comunicazione che si muove di pari passo con i droni, “tutto fatto dagli ucraini per l’Ucraina”. La guerra sta cambiando così, Applebaum scrive che il termine che descrive meglio questi progetti, militari e civili, è “orizzontale”, cioè “gli ucraini funzionano meglio quando si organizzano da soli, funzionano peggio quando si devono muovere costretti sotto un unico leader”: è il contrario della verticalità del regime di Vladimir Putin, è anche la ragione di una resistenza capillare, orizzontale appunto, mescolata alla capacità di reinventarsi, alla determinazione di sopravvivere.

Il fatto che, dopo due anni e mezzo di guerra, l’occidente non abbia ancora lasciato che l’Ucraina vincesse, “può suonare strano”, dice Applebaum, e anche drammatico, ma è appunto perché sono state fissate delle linee rosse immaginarie, che hanno rallentato ogni decisione, ogni aiuto. Ieri le forze ucraine hanno distrutto una base radar russa utilizzando i missili americani Atacms, un grave danno per i russi che di questi sistemi ne hanno soltanto altri dieci rimanenti, ma per vincere la guerra – e quindi porvi fine, perché Putin non vorrà mai finire spontaneamente la guerra, deve essere costretto – ci vuole anche immaginazione, secondo Applebaum, trovare tutti i mezzi che possono portare alla vittoria. Poiché molti paesi occidentali, pur sostenendo l’Ucraina, non sanno immaginare una sua vittoria, una nostra vittoria, continuano a fissare linee rosse, a perdersi in dibattiti su negoziati inesistenti, mentre la Russia spende il 40 per cento del suo budget in armi, continua a elargire bonus più corposi a chi si arruola e sacrifica tutto il resto, la sanità, le pensioni, le scuole, “forse la stabilità economica stessa”, azzarda Applebaum, per la guerra.

La guerra finirà soltanto quando i russi finiranno le  loro risorse – e le risorse non sono infinite  – o quando realizzeranno che gli alleati dell’Ucraina vogliono davvero la vittoria, come stanno cominciando a immaginare, come ha detto anche il nuovo segretario generale della Nato, Mark Rutte, alla sua prima visita in questo ruolo a Kyiv. Applebaum conclude con un parallelismo storico, “come gli inglesi decisero all’inizio del XX secolo che l’Irlanda non era britannica o  come la Francia decise nel 1962 che l’Algeria non era francese, così i russi devono accettare che l’Ucraina non è russa”. A quel punto si potrà avere un cessate il fuoco, una discussione sui confini e i negoziati, ma prima c’è da immaginare la vittoria.

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  • Paola Peduzzi
  • Scrive di politica estera, in particolare di politica europea, inglese e americana. Tiene sul Foglio una rubrica, “Cosmopolitics”, che è un esperimento: raccontare la geopolitica come se fosse una storia d'amore - corteggiamenti e separazioni, confessioni e segreti, guerra e pace. Di recente la storia d'amore di cui si è occupata con cadenza settimanale è quella con l'Europa, con la newsletter e la rubrica “EuPorn – Il lato sexy dell'Europa”. Sposata, ha due figli, Anita e Ferrante. @paolapeduzzi