(foto EPA)

il colloquio

“Il 7 ottobre è come la Shoah”. Parla l'imam francese Hassen Chalghoumi

Giulio Meotti

Accusato dai fondamentalisti islamici di essere un "traditore", è costretto a vivere sotto scorta e su di lui pende una taglia di 150 mila euro. "Il nuovo antisemitismo che si fa strada in Europa è pericoloso. Dopo il 7 ottobre mi è stato consigliato di tacere ma non posso stare zitto di fronte alle ingiustizie"

Hassen Chalghoumi è da diciotto anni sotto scorta. Non possono perdonargli di essere stato “Charlie”, di essere l’imam “amico degli ebrei” e di Israele e di aver chiesto perdono alla famiglia di Samuel Paty, il professore decapitato quattro anni fa a Conflans-Sainte-Honorine. Chalghoumi è uno dei pochi religiosi islamici in tutto l’occidente a essere condannato a morte dai fondamentalisti a causa della sua difesa del popolo ebraico.

Imam nella moschea di Drancy e presidente della Conferenza degli imam di Francia (alternativa a quella dominata dai Fratelli musulmani), Hassen Chalghoumi anche in moschea deve indossare un giubbotto antiproiettile. Per mimetizzarsi nell’anonimato, i suoi parenti hanno dovuto sacrificare il cognome, che sui siti islamisti circola ovunque, in Yemen, Iraq e in Tunisia, la sua terra natale, dove un uomo si è lanciato contro di lui per colpirlo gridando “Chalghoumi traditore”. Lui ne esce con quattro costole rotte. La moglie si è rotta il naso e la figlia un pugno in faccia. L’imam non dorme mai due notti nello stesso posto in Francia. Sulla sua testa è stata messa una taglia dai terroristi: 150 mila euro. Quando ha sostenuto la legge che vietava il burqa in pubblico, islamisti hanno preso d’assedio la sua moschea. Sono entrati nella sala di preghiera e l'imam è stato “esfiltrato”, come si dice in gergo. Uno ha esclamato: “Aiqtalah aiqtala! Uccidiamolo! Uccidiamolo!”. La sua scorta è “Uclat 2”. I capi di stato sono Uclat 1. L’imam viaggia con sei poliziotti e si muove in un veicolo blindato. Il 13 novembre 2015, il giorno della stragi a Parigi (130 morti), il SPLP (servizio di protezione della personalità) identificò tre uomini armati davanti a casa sua. Nel 2020 una nuova fatwa trasmessa dallo Stato Islamico: "Il vostro obiettivo è questo vecchio, giustiziatelo! È più disgustoso dei miscredenti francesi”. 

 

Chalghoumi era abituato alle minacce, che dopo il 7 ottobre sono aumentate. “Per me il 7 ottobre è ancora più significativo dell’11 settembre” dice al Foglio Chalghoumi. “Quel giorno il mondo era diviso in due. Abbiamo visto il volto più oscuro e barbaro dell’islamismo. Abbiamo scoperto anche gli alleati di questo islamismo in Europa e in occidente. Ora ci sono due mondi: un mondo che aspira alla pace, quello incarnato dagli accordi di Abraham con paesi come Emirati Arabi Uniti, Marocco, Bahrein e Arabia Saudita, e un altro mondo che sostiene la barbarie, con Iran, Hamas, Hezbollah e altri gruppi e stati. Il 7 ottobre segna la fine di un’era; il mondo di prima non esiste più. Questo è un momento cruciale per l’umanità, paragonabile ai momenti più bui dell’Olocausto e della Seconda guerra mondiale. Questo non è un semplice terremoto religioso, è uno sconvolgimento per tutta l’umanità, che va oltre la dimensione religiosa. Di fronte all’orrore degli stupri, degli omicidi e dei bambini bruciati, l’umanità deve reagire”. 

 

Chalghoumi prova a spiegare tutto quest’odio occidentale contro lo stato ebraico. “L’antisemitismo esisteva molto prima della creazione dello stato di Israele. Conosciamo tutti la storia dell’antisemitismo in Europa, in particolare attraverso l’Olocausto, dove furono deportati e sterminati sei milioni di ebrei. Oggi questo antisemitismo riemerge in forma mascherata, attraverso l’antisionismo, con il fallace pretesto di sostenere la causa palestinese. Ma in realtà non è questa la vera causa. Hamas, con la sua barbarie, non sostiene il popolo palestinese. Questo nuovo antisemitismo, alimentato dalle alleanze tra l’estrema sinistra e l’islamismo, è particolarmente pericoloso. In Europa, i Fratelli Musulmani si sono infiltrati in molti sistemi politici e associativi, con il sostegno finanziario di regimi come quelli di Iran, Qatar e Turchia. Se non ci rendiamo conto di questa minaccia, l’Europa rischia di dividersi. Anche gli Stati Uniti vedono le proprie università corrotte dal discorso islamista e vittimistico. Israele vincerà questa guerra contro il terrorismo, ne sono certo, ma sono molto preoccupato per l’Europa e gli Stati Uniti”. 
Le forze dell’islam radicale e politico stanno vincendo in Europa? “Sì, purtroppo. Sono ovunque. Si sono infiltrati nelle università, nelle associazioni e persino nei partiti politici. In Turchia, Germania, Belgio, Francia e persino negli Stati Uniti sono presenti movimenti islamici. Queste forze radicali sono sostenute finanziariamente da paesi come Qatar, Turchia e Iran. Hanno una strategia ben consolidata per indebolire i poteri in atto e manipolare i sistemi politici e sociali in Europa”. 

 

Nonostante il pericolo, la fatwa e le minacce, lui non si arrende. “Una fatwa è una minaccia per la vita” conclude Chalghoumi al Foglio. “Non possiamo più tornare indietro. Non posso restare in silenzio di fronte all’ingiustizia. Sono un uomo impegnato, un uomo di pace. Il 7 ottobre, dopo il pogrom, mi è stato consigliato di non parlare, di non espormi. Ma mi sono rifiutato di tacere, proprio come coloro che, durante la Seconda Guerra Mondiale, si sono rifiutati di chiudere un occhio davanti all’orrore. L’8 e il 9 ottobre ero nelle strade di Parigi per sostenere gli ebrei francesi, nel mondo, e il popolo israeliano. Da allora ho subito minacce, insulti e aggressioni contro di me e la mia famiglia. Ma resto convinto che questa guerra vada oltre il conflitto tra Israele e Hamas. E’ una guerra tra due mondi: un mondo di luce, pace e umanesimo, e un mondo di odio e barbarie. Continuerò la mia lotta per risvegliare le coscienze e sostenere un islam illuminato guidato dall’amore per l’umanità”.

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  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.