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Il colloquio

“Il pogrom di Hamas ha sancito una nuova alleanza nichilista”. Intervista a Michel Onfray

Giulio Meotti

Secondo il filosofo francese, "l'antisemitismo è la manifestazione chimicamente pura di quello che Nietzsche chiama l’uomo del risentimento", ovvero una persona guidata dall'invidia, dall'odio e dalla malizia

“Il 7 ottobre è stato un pogrom come quelli avvenuti nella Russia del XIX secolo e anche una sorta di replica di ciò che fece il Terzo Reich, ma con meno risorse - quelle di Gaza, che, in un certo senso, con il ritiro di Israele nel 2005, cioè quasi vent’anni fa, sembra uno stato”. Così al Foglio il filosofo francese ateo e della sinistra libertaria Michel Onfray, che in Italia per Ponte alle Grazie è appena uscito con “Teoria di Gesù”. “Con questa libertà offerta da Israele, Gaza ha condotto un’economia di guerra, come Hitler tra il 1933 e il 1939, per prepararsi a un assalto tra il 2005 e il 2023, come fece con Cecoslovacchia e Polonia. Perché il denaro che è arrivato a Gaza, comprese somme considerevoli dall’Europa, non è stato utilizzato per creare opportunità per i palestinesi, ma infrastrutture militari. Come la rete sotterranea, lunga un centinaio di chilometri, che costituisce una macchina da guerra per attaccare gli israeliani”.

 

La popolazione civile palestinese viene usata come scudo umano, prosegue Onfray al Foglio. “Le menti di questo terrorismo vivono all’estero, tra l’altro in Qatar, e non si fanno scrupolo di esporre al fuoco bambini, malati e civili - donne, bambini e anziani - per poter accusare Israele di crimini contro l’umanità, crimini di guerra e genocidio in una battaglia di comunicazione globale”. 

  

Perché tanto odio per Israele? “Questo paese, queste persone, incarnano un genio che feconda l’occidente e lo rende possibile. La Torah, il Pentateuco dei cristiani, cioè i primi cinque libri dell’Antico Testamento, poi il Nuovo Testamento, con i suoi quattro vangeli, ma anche e soprattutto le epistole dell’ebreo Saulo che si convertì al cristianesimo e divenne il San Paolo che conosciamo, generano un giudeo-cristianesimo che costituisce la spiritualità di una civiltà, cioè la sua matrice formale. Ma i tempi ormai ci vietano di parlare di popoli, di genio dei popoli, di civiltà, di differenze tra civiltà – differenze e non disuguaglianze – in nome di un universalismo ideale popolato di astrazioni umane. Il rifiuto di accettare che Samuel Huntigton dica la verità presuppone un cervello annebbiato dai fumi universalisti. Non ci sarebbe lo spirito dei popoli per la buona e semplice ragione che non ci sarebbero né spiriti né popoli. Io sono un puro prodotto del giudeo-cristianesimo e mi sento a casa quando sono a Gerusalemme e ancor di più a Tel Aviv. Lev Shestov ha scritto un libro notevole intitolato ‘Atene o Gerusalemme?’”.

  

C’è anche un’altra spiegazione per tutto questo odio occidentale verso lo stato ebraico. “L’antisemitismo nasce dal residuo animale dell’uomo. La bestia che rimane in ognuno di noi, nonostante l’educazione, diffida dell’animale nomade che minaccia il territorio del sedentario. È la vecchia storia di Caino, il contadino radicato che uccide il fratello Abele, il pastore nomade. Gli ebrei sono il popolo senza terra. Vagando, minacciano coloro che hanno la terra. Questa passione, perché non è un pensiero ma una passione, si attiva in presenza di un ebreo come il cane di Pavlov, che sbava al fischio. La popolazione ebraica è lo 0,001 per cento della popolazione mondiale. La popolazione musulmana mondiale è il 23. 1,8 miliardi di musulmani sono fissati con 9,5 milioni di persone che vivono in un’area grande come due dipartimenti francesi, un’area abitata solo dal 74 per cento di ebrei e, curiosamente, dal 21 di arabi, la maggior parte dei quali musulmani. L’antisemitismo è la manifestazione chimicamente pura di quello che Nietzsche chiama l’uomo del risentimento, cioè un uomo guidato dalle passioni tristi: invidia, odio, gelosia, malizia e cupidigia”. 

  

Eppure, un antisemitismo ormai debordante nel mainstream. Da qui lo scenario di un antisemitismo islamico di sinistra che “conquista” l'Europa. “Prima che ciò accada, e ci vorrà del tempo, dobbiamo temere l’Iran, che sta guidando questo odio in tutto il mondo e che non esiterebbe a cancellare Israele dalla carta geografica se avesse una bomba atomica” ci dice Onfray. “Quando uno stato, poiché Gaza e la Cisgiordania ne costituiscono uno, qualunque cosa si dica, qualunque cosa si pensi, vuole distruggerne un altro e si dà da fare, e ha con sé almeno un paese che vuole l’arsenale nucleare, cosa che la umma sostiene massicciamente con i suoi milioni di fedeli, tutti coloro che fissano il dito invece di guardare la luna sono gravemente colpevoli. Le guerre mondiali sono state dichiarate per molto meno. Certo, c’è un’intellighenzia francese che collabora a questo progetto, quello dell’islamofascismo, ma le idee si muovono più lentamente dello sviluppo di una bomba nucleare”.

  

 Il 7 ottobre ha sancito una nuova alleanza del nichilismo: Greta Thunberg, circoli Lgbt, antidecolonialisti ecc... Tutti in marcia sotto la bandiera della “Palestina libera dal fiume al mare”. “È l’alleanza strategica della carpa e del coniglio che cancella ciò che separa e considera solo ciò che unisce. Una volta al potere, tirano fuori i coltelli. Questa alleanza islamo-goscista mira a distruggere l’occidente. È un matrimonio di ragione privo di amore, perché gli islamisti vogliono instaurare la sharia, che sarebbe dura per omosessuali, le persone di sinistra, gli Lgbt, le donne, gli intellettuali che marciano sotto la bandiera palestinese e le persone di sinistra che vogliono una società marxista-leninista che mandi in prigione gli islamisti! Lasciate che i melenchonisti vadano al dipartimento 93 con un gay-pride a difendere la causa Lgbt e vedranno la fragilità dell’alleanza islamo-goscista”.

  

Gli intellettuali hanno fallito. I romanzieri hanno fallito. Un nuovo tradimento dei chierici di Benda? Conclude Onfray: “Sto scrivendo un libro sul compromesso novecentesco dei filosofi di sinistra con l’antisemitismo - Alain, Sartre, Beauvoir, Garaudy, Badiou, Nancy, Ricœur, Foucault, Genet, Deleuze, Lacoue-Labarthe, Deguy, Balibar! È edificante e spaventoso”.

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  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.