Foto dal profilo X @LondonNotHamas 

L'iniziativa

London Against Hamas tappezza la metropolitana con i tunnel di Gaza: "la pace inizia dagli ostaggi liberi"

Cristina Marconi

In alcune delle stazioni più importanti della City, sono comparsi centinaia di poster simili a quelli dell'azienda di trasporti britannica, raffiguranti i canali sotterranei usati da Hamas: teatri di violenze e stupri in cui da un anno esatto sono tenuti prigionieri israeliani innocenti, dalla cui salvezza dipende un nuovo capitolo della storia

Tunnel e treni della metropolitana più amata, la London underground, si sono riempiti di mappe dei tunnel dell’orrore, quelli di Hamas: il tunnel dello stupro, il tunnel delle armi, quello dell’esecuzione degli ostaggi, quello della tortura del jihad islamico, il punto di partenza del festival musicale Nova, il quartier generale dell’Unrwa di Hamas, il tunnel della fabbricazione di razzi e quello della guerra per conto dell’Iran… Poster adesivi più o meno piccoli, con una grafica simile a quella dell’azienda dei trasporti della capitale britannica, compreso il logo rosso circolare con la scritta Gaza Underground, sono comparsi a un anno dagli attentati del 7 ottobre per sensibilizzare sull’accaduto e per non permettere che Hamas si appropri anche, ideologicamente, di questi tunnel simbolo di gioia, di libertà e di vivacità cittadina. Dietro c’è un’organizzazione che vuole porre fine all’atmosfera irrespirabile nella capitale, sempre più tollerante nei confronti dell’antisemitismo. “Siamo tutti londinesi, ebrei e non, orripilati dalle azioni di Hamas”, spiega al Foglio London Against Hamas, e “anche dalle azioni successive dei loro sostenitori, come la Psc, Palestine Solidarity Campaign, che hanno usato la metro di Londra per organizzare le loro manifestazioni di odio antiebraico, a Londra, pensando di essere i padroni delle strade, della metro e del discorso pubblico”. Però non è così, aggiungono, e “loro e i loro sostenitori devono sapere che Londra non ama i terroristi”.

 

                    

 

La risposta online è stata positiva, “molto positiva”, anche se non sono mancate le polemiche, prevedibilissime, tra mamme che dicono di aver dovuto spiegare ai figlioletti che cosa sia un “rape”, uno stupro, e le solite minacce di togliere dei poster che, secondo le regole della Transport for London sulle affissioni, sarebbero vietati (come vietate dovrebbero essere slogan di odio). “Il governo britannico deve fare tutto quello che è in suo potere per assicurare il rilascio di cento ostaggi, di cui non si sa nulla dopo 365 giorni di terrore”, si legge sul poster, firmato da tre persone, Raisa Nimrovsky, Yochoved Shoshan e Shimon Ben. “Dopo un anno di manifestazioni pro Hamas, pro stupro e pro jihad nella capitale britannica, oggi gli utenti della metro di Londra avranno davanti a loro i Tunnel dello Stupro di Hamas a Gaza”, scrivono sugli account X e Instagram creati per l’occasione. C’è anche un comunicato, che spiega come le centinaia di poster, comparse in alcune delle stazioni più importanti e centrali delle 272 della metropoli, servano a ricordare ai 3,23 milioni di viaggiatori londinesi “per quali ragioni ripugnanti Hamas abbia creato la sua linea sotterranea, ossia stupri, uccisioni, torture, ulteriori attività terroristiche”, visto che alcune delle manifestazioni degli ultimi tempi hanno accolto addirittura sostenitori di Hamas, “una organizzazione terroristica messa al bando”. Lo scopo è chiaro: “Far tornare a casa gli ostaggi come punto di partenza per la pace”

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