Volodymyr Zelensky - foto Ansa

Guerra in Ucraina

Cosa si aspetta l'Ucraina dal vertice di Ramstein

Kristina Berdynskykh

Al vertice in Germania, Zelensky discuterà i tempi del “piano per la vittoria” di Kyiv. Cambiare le dinamiche della guerra è il primo obiettivo, ci dice l'ex ministro della Difesa Zagorodnyuk. L'assenza di Biden (e i calcoli degli analisti)

Kyiv. Durante la sua ultima visita negli Stati Uniti a fine settembre, Volodymyr Zelensky ha presentato il suo “piano per la vittoria” al presidente americano Joe Biden e ai due candidati alla presidenza americana, Kamala Harris e Donald Trump. La visita del presidente ucraino ha portato a un nuovo pacchetto di aiuti militari per Kyiv del valore di 375 milioni di dollari, ma il piano vittoria di Zelensky è rimasto solo un progetto sulla carta. Sabato 12 ottobre, Zelensky cercherà di convincere tutti i principali alleati a sostenere il suo piano il prima possibile durante un incontro presso la base aerea americana di Ramstein, in Germania, portando sul tavolo  la situazione al fronte: nell’Ucraina orientale, l’esercito russo sta continuando una massiccia offensiva  e ha preso il controllo di Vuhledar, una città mineraria ormai  ridotta in rovine.
 

Ci saranno tutti gli alleati tranne uno, il più importante: ieri la Casa Bianca ha annunciato il rinvio del viaggio del presidente Biden in Europa a causa dell’arrivo dell’uragano Milton – che è nella baia di Tampa e segue l’uragano Helene, che ha appena devastato soprattutto Georgia e Carolina del nord. Questo 25esimo incontro nel cosiddetto “formato Ramstein” sarebbe stato comunque l’ultimo vis à vis tra Biden e Zelensky prima delle elezioni presidenziali americane. Eppure il vertice Ramstein rimane estremamente importante per Kyiv,  gli esperti ucraini ne sono sicuri, nonostante   questa rappresentasse  l’ultima occasione per discutere della guerra in Ucraina ai massimi livelli prima delle elezioni negli Stati Uniti. “Il piano della vittoria è, prima di tutto, la richiesta di attrezzature con equipaggiamento militare”, spiega al Foglio Andriy Zagorodnyuk, ex ministro della Difesa dell’Ucraina. Il suo obiettivo principale è cambiare la dinamica della guerra da negativa a positiva e non rispondere alla domanda su quando e come finirà la guerra. La stampa occidentale scrive periodicamente che l’Ucraina dovrebbe ridurre le sue richieste e aspettative, ma non specifica esattamente entro quali limiti: “Se l’esercito russo continua ad avanzare, cosa accadrà? Qual è  il confine dove si fermerà?”, chiede l’ex ministro. Il piano per la vittoria di Kyiv  è prezioso proprio perché cerca di cambiare la tendenza negativa e di rafforzare al massimo la posizione dell’Ucraina, spiega Zagorodnyuk.
 

La questione principale ora è se gli Stati Uniti saranno d’accordo a cambiare questa dinamica prima che cambi l’Amministrazione americana. Dopotutto, il nuovo presidente americano entrerà in carica soltanto alla fine di gennaio: “Questi quattro mesi sono fondamentali per la sopravvivenza dell’Ucraina”, dice l’ex ministro. Se la Russia continuerà la sua offensiva allo stesso ritmo e con le stesse risorse di adesso, sarà molto difficile per l’Ucraina superare questo periodo. Quando negli Stati Uniti verrà finalmente formata l’Amministrazione di un nuovo presidente, indipendentemente dal fatto che vinca Kamala Harris o Donald Trump, l’Ucraina potrebbe trovarsi in una posizione molto debole. “L’intero piano è concepito per consentire ai nostri partner decisioni rapide, che devono essere attuate da ottobre a dicembre”, ha sottolineato Zelensky il 20 settembre in una conferenza stampa a Kyiv.
 

Gli ucraini non hanno ancora rivelato le loro proposte agli alleati. Ma gli esperti suggeriscono che oltre a richiedere tipi specifici di armi e munizioni, l’Ucraina solleverà il tema di consentire attacchi a lungo raggio da parte di armi occidentali sul territorio russo. La questione è stata discussa per molti mesi, ma Kyiv non è ancora riuscita a convincere i suoi partner. Secondo i calcoli della rivista tedesca Der Spiegel, i missili Storm Shadow/Scalp a lungo raggio britannici e francesi, con una gittata fino a 250 chilometri, potrebbero colpire 261 obiettivi militari in Russia. E i missili americani Atacms con una gittata fino a 300 chilometri potrebbero raggiungerne altri 50.
 

Il permesso di usare armi a lungo raggio dipende dalla strategia bellica ucraina, spiega Zagorodnyuk. Nonostante la Russia minacci un’escalation nucleare in caso di attacchi occidentali sul suo territorio, questo non è più un fattore chiave nella discussione tra gli alleati. “La cosa principale è se questi attacchi possono cambiare la situazione sul campo di battaglia oppure no”, dice. Pertanto, la parte ucraina spiegherà a cosa porterà questa decisione. Alla vigilia di Ramstein, Zelensky ha inviato a Washington la vicepremier Olga Stefanishyna  e il capo di stato maggiore delle Forze armate ucraine Anatoly Bargilevich  per discutere i dettagli del piano di vittoria con i partner: ora che Biden ha annullato il suo viaggio in Germania, il dubbio è se verranno prese o no   decisioni importanti, poiché a Washington tutta l’attenzione è concentrata sui problemi interni.
 

Oleksandr Kraev, direttore del programma Nord America presso il centro studi ucraino Prism, è convinto che,  anche se la decisione sugli attacchi a lungo raggio sarà presa ora, sarà in ogni caso attuata dopo le elezioni americane. E molto probabilmente questo processo avverrà per fasi, dice al Foglio. Inizialmente è possibile accordarsi sull’utilizzo di Storm Shadow/Scalp, ma la questione degli Atacms verrà riproposta molto più tardi. Oltre all’equipaggiamento, agli attacchi a lungo raggio sul territorio russo e al rafforzamento della difesa aerea, gli esperti suggeriscono che all’incontro di Ramstein si potrebbe discutere anche la questione degli investimenti occidentali nel complesso militare-industriale ucraino per la produzione delle proprie armi.
 

Ma dall’incontro di Ramstein in Ucraina si attendono anche decisioni politiche. Questo potrebbe essere un piano realistico che aprirebbe la prospettiva dell’adesione dell’Ucraina alla Nato, suggerisce Kraev. E poiché l’occidente sottolinea costantemente che il compito fondamentale è garantire una posizione forte per l’Ucraina nei possibili futuri negoziati con la Russia, senza reali garanzie di sicurezza per l’Ucraina ciò è estremamente difficile da fare. “L’unica forma di garanzia di sicurezza che può funzionare è l’adesione dell’Ucraina alla Nato o la prospettiva di tale adesione”, spiega. E se a luglio, durante il vertice della Nato a Washington, la questione non è stata dibattuta seriamente, ora la discussione è molto attiva. Anche se ciò potrebbe trascinare nuovamente l’Ucraina nella politica interna americana durante le elezioni, dato l’atteggiamento critico di Donald Trump nei confronti della Nato. Ma, dice Kraev, va ricordato che l’Ucraina per gli Stati Uniti non è solo una questione di relazioni bilaterali tra paesi, è anche una questione di contenimento della Russia e  di confronto geopolitico con la Cina. Dopotutto, la perdita dell’Ucraina avrà conseguenze negative per il mondo intero e aprirà la prospettiva di nuovi conflitti, ne è sicuro: “Pertanto, anche Trump dovrà in qualche modo occuparsi della sicurezza dell’Ucraina”.

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