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In Francia

Gli studenti ebrei di Sciences Po hanno dovuto ricordare il 7 ottobre quasi di nascosto

Mauro Zanon

In mezzo ai cori “Free, Free Palestine”, un gruppo estremista esige la rottura di ogni partnership con le università israeliane e la condanna delle operazioni di Israele da parte della direzione della scuola

“Ci fanno vivere l’inferno”. Samuel, 22 anni, studente di confessione ebraica iscritto al secondo anno del Master in Amministrazione pubblica a Sciences Po, la fucina delle élite francesi, ha raccontato al Figaro fino a che punto i massacri di Hamas in Israele del 7 ottobre 2023 abbiano avvelenato il clima della celebre scuola di rue Saint-Guillaume. “C’è un minoranza molto attiva che è responsabile della stigmatizzazione degli studenti ebrei”, ha testimoniato al Figaro Samuel, membro dell’Union des étudiants juifs de France (Uejf). L’episodio del 12 marzo scorso, quando una studentessa ebrea è stata cacciata da un’aula in cui si teneva una conferenza sulla Palestina al grido di “sporca sionista”, ha lasciato il segno. “Abbiamo constatato un’enorme esplosione di atti antisemiti a Sciences Po. C’è una stigmatizzazione degli studenti ebrei, sono associati a Israele senza nemmeno ascoltare qual è la loro opinione sul tema”, ha dichiarato al Figaro Emilie, 19 anni, presidente dell’antenna dell’Uejf a Sciences Po.

Per il minuto di silenzio in memoria delle vittime del 7 ottobre 2023, lunedì è stata organizzata una cerimonia discreta nei giardini della scuola, sotto la stretta sorveglianza di quattro vigili. Erano sessanta gli studenti, riuniti in cerchio. Hanno letto il testo del padre di Omri Rav, giovane israeliano morto durante gli attacchi terroristici di Hamas che un anno prima frequentava Sciences Po. Il suo ritratto, lunedì, è stato affisso nell’ingresso dell’istituto accanto ai volti degli ostaggi presi da Hamas, e “protetto” da uno studente dell’Uejf “per evitare che lo strappassero”. “L’anno è stato complicato. Non c’è alcuna volontà di dialogo, ognuno vive nel proprio mondo, non c’è voglia di condividere, di fare una commemorazione comune”, ha spiegato Samuel.

La conferma è la contromanifestazione organizzata ieri a rue Saint-Guillaume dal Comité Palestine di Sciences Po, il gruppuscolo estremista che esige la rottura di ogni partnership con le università israeliane e la condanna delle operazioni di Israele da parte della direzione della scuola. Gli studenti hanno sventolato bandiere palestinesi e urlato “Free, Free Palestine”. Le stesse scene sono state registrate nella succursale di Sciences Po in Costa Azzurra, a Mentone. Ieri mattina, alcuni allievi hanno srotolato una bandiera della Palestina da una finestra dell’istituto e scritto sui muri: “Un an de résistance, un an de génocide”.

Venerdì, il fondatore della France insoumise (Lfi) e agit-prop della gauche radicale, Jean-Luc Mélenchon, aveva invitato gli studenti a “esibire le bandiere palestinesi ovunque sia possibile” a partire dall’8 ottobre, in risposta alla pubblicazione di una circolare sul “mantenimento dell’ordine” nelle facoltà redatta dal ministro dell’Università, Patrick Hetzel. Hicham Touili-Idrissi, tra i fondatori del Comité Palestine, ex studente di rue Saint-Guillaume e attuale collaboratore di Rima Hassan, europarlamentare franco-palestinese in quota Lfi nota per le sue simpatie pro Hamas, è stato tra gli iniziatori di una serie di manifestazioni anti Israele a Sciences Po che hanno spinto il neo direttore, Louis Vassy, a sollecitare il procuratore della Repubblica sul suo caso. Lo scorso 15 luglio, era già stato convocato dagli inquirenti in seguito a una denuncia per incitamento all’odio per motivi razziali e religiosi. Sul suo account Instagram, a settembre, aizzava così i suoi followers: “Long live the resistance, long live the Intifada”.

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