L'ottimismo dell'Argentina di Milei. Un sondaggio

Maurizio Stefanini

Con l'inflazione ai minimi e un surplus di quasi un miliardo di dollari, la ricetta Milei sembra dare i primi frutti. Oggi gli argentini sono più preoccupati per la disoccupazione e per la corruzione, ma più della metà dice di arrivare a fine mese senza problemi. I dati di Opina Argentina

Tra un doppio mandato di arresto della magistratura argentina per Maduro e di quella venezuelana per lui, una polemica in difesa di Cristoforo Colombo in contrapposizione agli attacchi della neo-presidente messicana Claudia Sheinbaum, un duro scontro sul finanziamento delle Università in cui ha gridato contro “il mito della università gratuita”, l’opposizione che per impedirgli di governare per decreto cerca di modificare i regolamenti parlamentari, la continua polemica col governo spagnolo di Sánchez, Javier Milei continua a trovarsi in una situazione di grande effervescenza che continua a far interrogare la grande stampa internazionale sulla sua tenuta. Eppure i risultati iniziano a vedersi: la Banca Interamericana di Sviluppo gli ha appena concesso 3,8 miliardi di dollari di crediti; l’inflazione è scesa al 3,5 per cento mensile, ai minimi dal novembre 2021; il premio per il rischio a livelli del 2020 e dopo otto mesi di surplus fiscale primario l’Argentina ha registrato ad agosto un avanzo di 899.660 milioni di pesos (914,7 milioni di dollari), a fronte di un risultato negativo nello stesso mese del 2023 di 36.964 milioni di pesos.

  

Anche gli analisti più favorevoli a Milei riconoscono che se l’economia finanziaria argentina si è ripresa l’economia reale ancora arranca. Ma i risultati della prima indicano la marcata fiducia degli operatori nella ripresa della seconda, e adesso un sondaggio della società di consulenza Opina Argentina sembra indicare che anche gli elettori non solo condividono questa fiducia, ma addirittura iniziano a riscontrare ricadute positive nella loro vita di tutti i giorni. Più della metà dei 1.168 intervistati dice infatti che arriva alla fine del mese senza problemi e pensa che lo sforzo che la società sta facendo abbia senso.

 

Lo studio è stato realizzato tra il 4 e il 6 ottobre, pochi giorni prima che l’Istituto nazionale di statistica e censimento (Indec) pubblicasse i dati sull’inflazione dello scorso settembre. Ma la fiducia nel processo di disinflazione dei prezzi era già cresciuta e non c’era paura di una svalutazione, anche se la disoccupazione continua a essere la principale preoccupazione delle persone (37 per cento), seguita da corruzione (25) e inflazione (13). Se si considerano solo gli elettori di Javier Milei, la corruzione è in testa. Vengono poi insicurezza e traffico di droga (12); istruzione (7); lo stato degli ospedali e delle opere sociali (4), il riscaldamento globale e i problemi ambientali (1), mentre il restante 1 per cento ha preferito non rispondere.

  

Per quanto riguarda l'economia, il documento indica che il 21 per cento degli interpellati dichiara di arrivare alla fine del mese e di avere poi soldi da risparmiare, mentre il 45 non ha la capacità di risparmiare, ma non ha problemi a spendere per ciò di cui ha bisogno. Un 33 per cento non riesce invece ad arrivare a fine mese e l’1 per cento non ha risposto. Ma dopo due mesi di peggioramento l'ottimismo riguardo alla futura situazione personale si è ampliato e il 52 per cento ritiene che nei prossimi mesi sarà uguale o migliore di adesso. Tra settembre e ottobre la proporzione di chi si aspetta ulteriori cali dell’inflazione è salita dal 40 al 45 per cento: il 74 tra gli elettori di Milei. Il 50 per cento ritiene che il Governo stia risolvendo il problema dell’inflazione: percentuale che tra i giovani cresce al 57. Il 53 per cento degli argentini dà comunque la colpa dei problemi al governo precedente.

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