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Nuovi raid israeliani su Gaza e l'attacco con drone di Hezbollah alla base Golani

In un attacco con drone Hezbollah ha ucciso quattro soldati e ne ha feriti 60. Gli Stati Uniti inviano in Israele il sistema Thaad. Sul fronte nord continuano gli scontri. Borrell: "Non è Guterres che decide se Unifili resta in Libano ma il Consiglio di sicurezza"

Almeno quattro persone sono morte e una quarantina sono rimaste ferite in un attacco aereo dell'Idf che ha colpito l'ospedale dei martiri di al Aqsa nella città di Deir al Balah, al centro della Striscia di Gaza. Il raid ha causato un incendio che ha colpito l'accampamento di tende degli sfollati. Secondo i medici palestinesi, ripresi da Ap, alcuni sono morti per gravi ustioni. È invece di almeno dieci morti e trenta feriti il bilancio di un nuovo attacco aereo israeliano sul campo profughi di Jabalia nel nord della Striscia dove, secondo le Idf, si nascondono miliziani di Hamas.

    

Dopo gli attacchi guidati da Hamas del 7 ottobre 2023, gli Stati Uniti stanno inviando in Israele una batteria Thaad e circa cento soldati americani per gestirla. Si tratta di un avanzato sistema di difesa missilistica ad alta quota, un intercettore terrestre progettato per difendersi dai missili balistici, ed è il primo dispiegamento di forze americane in Israele dopo l'attacco di Teheran. 

   

Continuano gli scontri sul fronte nord

Sul fronte nord, invece, continuano gli scontri. Hezbollah ha detto di aver sparato colpi di artiglieria contro forze israeliane che tentavano di infiltrarsi in territorio libanese, vicino al villaggio di Markaba.

Hezbollah ha anche rivendicato di aver lanciato una serie di "missili di precisione" contro la base navale “Stella Maris” a nord ovest di Haifa, nel nord di Israele.

Domenica sera Hezbollah ha inferto a Israele il colpo più sanguinoso dopo il 7 ottobre 2023: quattro soldati israeliani sono stati uccisi e 60 sono rimasti feriti, di cui sette gravemente, quando un drone lanciato dal Libano intorno alle 19 ora locale ha colpito una base militare nell’area di Binyamina. L’Idf sta indagando sul perché non siano suonate le sirene e per quale motivo i tentativi di intercettazione siano falliti. Il drone che è riuscito a superare la contraerea, secondo una ricostruzione della tv pubblica Kan, è penetrato attraverso il tetto della mensa della base Golani durante l’ora della cena, quando numerosi soldati erano intorno ai tavoli.

    

Le parole del capo di Stato Maggiore Portolano

Mentre l'esercito israeliano mostrava ai giornalisti quanto è la profonda l'infrastruttura militare di Hezbollah, nel Libano meridionale, o meglio nella zona che Unifil dovrebbe garantire sia demilitarizzata, il generale Luciano Portolano, da pochi giorni capo di Stato Maggiore della Difesa, ha spiegato quella che secondo lui è una delle cause dell'inazione della missione Unifil, rispetto al disarmo di Hezbollah. 

   

   

"Il mandato emanato per Unifil è adeguato", ha detto Portolano a In mezzora su Rai 3. "Ciò che non è adeguato e che mi ha creato spesso frustrazione anche nei confronti della popolazione locale sono le regole d'ingaggio che non sono proporzionali ai compiti assegnati alla forza, tra cui la capacità e la necessità di disarmo dei gruppi armati in Libano, nella fattispecie Hezbollah". In un'intervista a Repubblica, Portolano ha sviscerato meglio il tema delle regole di ingaggio, che sono decise dall’Onu e approvate da tutte le nazioni che partecipano alla missione. Ad esempio, ha detto, Unifil non ha potuto eseguire "le ricerche e i controlli per verificare la presenza di armi, anche all’interno di proprietà private individuate dall’intelligence o dall’attività di raccolta informazioni sul terreno, per impedire che ci fossero minacce che avrebbero potuto sfidare Israele e provocare una reazione contro il Libano".

    

"Tra l’altro - aggiunge - spesso viene detto che Unifil è una missione di interposizione: non lo è, è una forza interinale a supporto delle forze libanesi per farle crescere nella protezione della popolazione che vive a sud del Litani. Infatti le postazioni dell’esercito libanese e di quello israeliano lungo la Blue Line a volte si distanziano solo di centinaia di metri: non c’è una terra di nessuno. È un territorio in cui opera Unifil e lo dovrebbe fare con i militari libanesi – anche se in questo momento non ci sono le condizioni operative - per imporre il disarmo di tutti i gruppi inclusi gli Hezbollah".

         

Portolano accusa comunque lo stato ebraico per la "frustrazione" che provano i militari italiani della missione Unifil, per "il fatto che le loro attività operative sono limitate dalla presenza degli israeliani in un'area sotto la responsabilità dell'Onu". Ma sostiene che il suo omologo israeliano Herzi Halevi gli ha detto che "gli attacchi contro i caschi blu sono stati frutto di errori a livello tattico" e che avrebbe analizzato "tutte le attività svolte sul terreno, assicurandosi che non ci sarebbero più stati errori del genere". 

 

Josep Borrell: "Non è Guterres che decide se Unifil resta in Libano ma il Consiglio di sicurezza"

"Ci è voluto troppo tempo per dire qualcosa più che evidente, ovvero che è inaccettabile attaccare l'Unifil: avrei voluto che gli Stati membri raggiungessero un'intesa più velocemente", ha detto l'alto rappresentante Ue, Josep Borrell, arrivando al Consiglio Esteri del Lussemburgo. "Non è il segretario generale dell'Onu che decide se le truppe dell'Unifili devono restare in Libano ma il Consiglio di sicurezza, quindi si smetta di attaccare Guterres" ha detto Borrell, riferendosi chiaramente al premier israeliano Netanyahu. Borrell ha precisato, inoltre, che non c'è accordo tra i 27 sull'embargo di armi a Israele, dato che alcuni paesi chiedono di "aumentare" le consegne e non ridurle.

    

Il direttore dello Shin Bet, Ronen Bar, avrebbe incontrato ieri al Cairo il capo dell’intelligence egiziana Abbas Kamel per discutere dei negoziati su Gaza, attualmente in stallo, scrive il giornalista di Axios Barak Ravid che cita “una fonte a conoscenza della visita”. Uno dei punti critici che sarebbero stati discussi dai due funzionari sarebbe stata la questione del valico di frontiera di Rafah che è stato chiuso a maggio, quando le truppe israeliane hanno lanciato la loro offensiva su Gaza. I due funzionari non avrebbero, tuttavia, raggiunto alcun risultato. Lo Shin Bet - scrive The Times of Israele - si è rifiutato di commentare il presunto incontro.

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