La difesa di Biden

La Casa Bianca dà a Israele 100 soldati e un sistema unico contro i missili iraniani

Cecilia Sala

Il sistema di contraerea più potente d’America e un contingente per manovrarlo arrivano nel paese che prepara la risposta contro Teheran

Gli Stati Uniti hanno annunciato l’invio del sistema di contraerea più sofisticato del loro arsenale in Israele insieme a cento soldati per manovrarlo. Il sistema si chiama Thaad (l’acronimo in inglese di Difesa area ad alta quota terminale) e serve a intercettare i missili balistici come quelli che il 13 aprile e  il primo ottobre l’Iran ha lanciato contro lo stato ebraico. E’  il primo dispiegamento di truppe americane in Israele dal 7 ottobre 2023. 

Gli analisti di solito ben informati dicono che ci sono due possibili interpretazioni per questa decisione americana. La prima è che l’Amministrazione Biden abbia capito che la reazione israeliana contro l’Iran sarà dura e si stia portando avanti per proteggere il suo migliore alleato in medio oriente dalla futura contro rappresaglia di Teheran – oppure stia facendo il possibile per provare a dissuaderla. La seconda ipotesi è che i funzionari americani e quelli israeliani abbiano fatto un patto dove i primi chiedevano al governo di Benjamin Netanyahu di limitare l’attacco contro l’Iran oppure gli obiettivi dell’invasione e dei bombardamenti in Libano e i secondi chiedevano in cambio una batteria Thaad oltre alla protezione che la presenza di truppe americane sul proprio territorio (almeno in teoria) comporta. Secondo le fonti di Bloomberg, la nuova contraerea degli Stati Uniti arriverà in Israele già oggi. 

Il Thaad è l’unico sistema americano capace di distruggere missili di tutti i tipi – a corto, medio e lungo raggio, sia dentro sia fuori l’atmosfera – nella fase finale della loro parabola,  quella, appunto, “terminale”. Ha una percentuale di successo vicina al cento per cento e può intercettare i missili balistici nemici fino a una distanza di duecento chilometri. La batteria è composta da sei lanciatori montati sui camion, un radar trasportabile e un’unità che indirizza e controlla il fuoco. L’intercettazione è “cinetica”, significa che le munizioni del Thaad neutralizzano i missili in arrivo scontrandocisi. Le batterie operative nel mondo sono soltanto nove, due sono negli Emirati Arabi Uniti e sette sono posizionate sul suolo americano a protezione dei siti politici e militari più importanti del paese. Esistono alcune fotografie di Netanyahu davanti a un sistema Thaad nel deserto israeliano, ma sono state scattate nel 2019 in occasione di un’esercitazione militare congiunta: una batteria operativa di questo tipo non era mai stata destinata a Israele fino a oggi. Quando i giornalisti hanno chiesto a Joe Biden come mai abbia scelto di mandare un sistema di contraerea simile allo stato ebraico, il presidente americano ha risposto con parole semplici: “Per proteggere Israele”. L’Amministrazione americana sa che questa fornitura è una grande dimostrazione di sostegno all’alleato israeliano a meno di un mese dalle elezioni presidenziali negli Stati Uniti, e la decisione è stata presa alla Casa Bianca pochi giorni dopo che la candidata democratica Kamala Harris ha definito “incrollabile” il suo appoggio allo stato ebraico. Nel comunicato ufficiale con cui il segretario alla Difesa Lloyd Austin, su indicazione del presidente, ha autorizzato l’invio del Thaad si legge: “Questa azione sottolinea l’impegno ferreo degli Stati Uniti nella difesa di Israele e nella difesa di tutti i cittadini americani che vivono in Israele da ulteriori attacchi con i missili balistici da parte dell’Iran”. Durante l’ultimo bombardamento il primo ottobre,  più di venti missili balistici non erano stati intercettati in tempo ed erano piombati sugli obiettivi, distruggendo anche l’hangar dove di solito  è custodito il jet del primo ministro, che però – come tutti gli aerei – quella notte non era parcheggiato ma in volo.  

Rispetto alle due possibili interpretazioni della decisione americana di spedire in tempi rapidi un sistema Thaad in Israele, un anonimo funzionario alto in grado degli Stati Uniti ha detto al Wall Street Journal che l’invio non è stato vincolato alla promessa che Israele “evitasse certi obiettivi più provocatori” in Iran, ma è comunque “parte di una discussione più ampia su come gestire questa situazione”. E ieri il ministro delle Finanze, l’estremista messianico Bezalel Smotrich, ha detto di essere “soddisfatto dei piani di attacco che sono sul tavolo per rispondere al bombardamento iraniano”. Le parole di Smotrich, che raramente si dice soddisfatto dei raid israeliani e spesso ne chiede di più violenti, fanno pensare che la risposta israeliana contro la Repubblica islamica sarà un attacco duro. Ieri sera Netanyahu ha riunito di nuovo il suo gabinetto di guerra per decidere la risposta  contro l’Iran che, dopo l’arrivo del nuovo Thaad, potrà cominciare.     
 

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