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in germania

I capi dell'intelligence tedesca raccontano cosa minaccia la sicurezza 

Lorenzo Monfregola

Aumento delle attività di spionaggio russo, rischio terrorismo islamista e crescita dell'estremismo di destra: ecco le minacce interne ed esterne che preoccupano Berlino

Berlino. Un aumento “senza precedenti” delle attività segrete e di sabotaggio da parte della Russia, nuovi attacchi del terrorismo islamista, il costante pericolo dell’estremismo di destra. Tutto contemporaneamente, in uno scenario di rischio accelerato per la Germania. Lo hanno descritto lunedì i presidenti delle tre agenzie d’intelligence tedesche – il servizio estero Bnd, quello interno BfV e quello militare Mad –  durante l’ultima audizione pubblica di fronte al Comitato parlamentare di controllo sui servizi d’informazione. “La Russia vede l’occidente e anche la Germania come un avversario”, ha detto il direttore dell’intelligence estera Bruno Kahl, che ha aggiunto che Mosca è impegnata in un rafforzamento militare ben maggiore di quello europeo e “in quanto a materiali e personale, le forze russe potranno essere in grado di sferrare un attacco alla Nato al più tardi entro la fine di questo decennio”. Il Cremlino testerà intanto le “linee rosse” occidentali, afferma Kahl, e punterà a portare divisione interna nell’Alleanza. Lo scopo principale di Mosca sarebbe riportare la Nato ai confini di fine anni ‘90 e imporre una nuova sfera d’influenza russa. In questo quadro si inserirebbero contro la Germania operazioni di sabotaggio di infrastrutture e logistica, militari e civili, così come cyberattacchi sempre più diffusi, attuati anche tramite proxy. 

“Due anni fa ho detto che la Russia è la tempesta e la Cina è il cambiamento climatico. Questa valutazione non è cambiata, ma la Russia è ora diventata un vero e proprio uragano”, con un’azione “aggressiva” dei suoi servizi, ha confermato Thomas Haldenwang, il presidente del BfV, l’Ufficio federale tedesco per la protezione della costituzione.  Il capo dei servizi interni ha poi sottolineato la nuova crescita esponenziale della minaccia islamista in Germania, infiammatasi ancora di più con la guerra in medio oriente, come già mostrato dagli attacchi terroristici di Mannheim e Solingen e dalle “numerose misure esecutive messe in atto dalle autorità di sicurezza” per contrastare eventi simili. “Il terrorismo islamista è tornato in Europa”, spiega Haldenwang, che ribadisce la crescente importanza del cosiddetto Isis-K, lo Stato Islamico della  provincia di Khorasan, le cui attività in Germania non si esprimono nelle moschee o in incontri pubblici, ma soprattutto con la propaganda online su TikTok o Telegram. Propaganda che coinvolge sempre più aspiranti jihadisti di giovanissima età. Più complessivamente, dice il capo dello spionaggio domestico tedesco, i gruppi islamisti sfruttano attualmente al massimo le drammatiche immagini della guerra in medio oriente, usandole talvolta anche in modo contraffatto.

Il BfV lancia poi un nuovo allarme antisemitismo nelle città tedesche: un’ondata dal 7 ottobre in poi, in cui “non si fa quasi più alcuna distinzione tra le attività del governo israeliano sul posto e le persone ebree in Germania”. “Per me è una vergogna”, ha detto Haldenwang, che proprio nella Germania dell’Olocausto gli ebrei debbano avere di nuovo paura di “mostrare in pubblico i propri simboli, che gli studenti ebrei abbiano timore nelle università, che vengano disegnate stelle di David sui muri delle abitazioni e ci siano tentativi di attacchi incendiari contro sinagoghe”.

Secondo le valutazioni dell’intelligence, l’antisemitismo e le attività anti israeliane provengono in vari casi anche da operazioni riconducibili all’Iran. Haldenwang ha ribadito l’uso da parte degli apparati di Teheran di proxies e manovalanza reclutati nel mondo criminale, da orientare anche contro i membri della dissidenza iraniana che hanno cercato rifugio in Germania.

I servizi interni spiegano che l’antisemitismo in Germania non è più una questione solo dell’estrema destra, ma è sempre più proveniente dall’islamismo radicale, così come da settori estremisti turchi e, anche, da segmenti dell’estrema sinistra tedesca.

L’estremismo di destra, tuttavia, rimane il pericolo “più grande” per la democrazia in Germania, ha ripetuto Haldenwang. Da parte sua, anche Martina Rosenberg – presidente del Mad, l’agenzia d’informazione e controspionaggio militare – ha confermato e promesso una linea di “tolleranza zero” contro l’estremismo di destra nelle fila della Bundeswehr, le forze armate tedesche.

Se fino a qualche anno fa l’operato dei servizi era un argomento poco seguito in Germania, il crescente interesse e il dibattito sulle dichiarazioni pubbliche dei presidenti delle tre agenzie mostrano come le valutazioni, le posizioni e le voci dell’intelligence siano diventate sempre più significative ed emblematiche delle evoluzioni politiche e geopolitiche del paese. Tendenza che, di fronte alle tensioni nazionali e internazionali in corso, sarà destinata a consolidarsi. 

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