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ESCLUSIVA - La risposta dell'Ue a Draghi: ecco la bozza del vertice di Budapest
I leader europei preparano un "Nuovo Patto Europeo sulla Competitività" seguendo la traccia del rapporto presentato dall'ex premier italiano. L'obiettivo è ridurre il divario con Stati Uniti e Cina su innovazione e produttività, ma manca consenso su un debito comune europeo
Bruxelles. I capi di stato e di governo lanceranno un “Nuovo Patto Europeo sulla Competitività” al vertice informale che si terrà a Budapest l'8 novembre in risposta ai rapporti di Mario Draghi ed Enrico Letta, ma non c'è accordo per dare seguito a una delle principali raccomandazioni dell'ex presidente della Bce: creare un nuovo strumento di debito comune per finanziare i beni pubblici europei necessari a tenere il passo di Stati Uniti e Cina nella doppia transizione verde e digitale e nel rafforzamento della difesa. "Noi leader dell'Ue siamo determinati a rafforzare con urgenza la nostra competitività, sviluppare la nostra prosperità economica comune e assicurare la sovranità e l'influenza globale dell'Ue, facendo dell'Ue il primo continente neutrale sul clima al mondo", dice la bozza di conclusioni che il Foglio ha potuto consultare.
I rapporti di Draghi e Letta forniscono "un solido fondamento per far avanzare il nostro lavoro". Per i leader "è imperativo chiudere urgentemente il divario di innovazione e produttività" con Stati Uniti e Cina. "non c'è un solo minuto da perdere". I settori prioritari sono il mercato unico, l'industria, la ricerca e l'innovazione, l'energia, l'economia circolare, il digitale, il commercio, la semplificazione della regolamentazione e l'agricoltura. Ma sul lato dei finanziamenti la bozza di conclusioni di Budapest prevede di ricorrere agli strumenti abituali: il quadro finanziario pluriennale (il bilancio dell'Ue) e nuove risorse proprie (le tasse raccolte dall'Ue) "Gli investimenti necessari per chiudere il divario di crescita produttività e innovazione richiedono una combinazione di finanziamenti pubblici e privati che lavorino insieme. Non c'è più margine per il 'business as usual'", dice il documento. Ma, senza strumenti di debito comune dell'Ue e con lo spazio fiscale degli stati membri limitato o nullo, il vero pericolo è il business as usual.
La bozza di conclusioni di Budapest è ancora in fase di negoziazione. Ci saranno diverse discussioni tra gli ambasciatori dei ventisette stati membri. La prima è prevista per domani mattina. La seconda mercoledì prossimo. Dal documento emerge il senso di urgenza. Alla Commissione viene chiesto di presentare la sua futura strategia sul mercato unico entro giugno 2025, con l'obiettivo di rimuovere le ultime barriere interne all'Ue e di introdurre un quadro di governance “più efficace”. Alla Commissione viene inoltre chiesto di “presentare come priorità una strategia industriale globale per industrie competitive e posti di lavoro di qualità”. C'è l'impegno a perseguire un'agenda ambiziosa per realizzare l'unione dei mercati dei capitali e l'unione bancaria - ribattezzate "Unione europea dei risparmi e degli investimenti" - con l'armonizzazione delle legislazioni nazionali sulla bancarotta e la convergenza sulla supervisione. Secondo la bozza, la creazione di Un “Fondo per la sovranità dell'Ue” per investire in azioni contribuirebbe ad “assicurare la competitività in tecnologie chiave”. Il concetto dovrebbe essere sviluppato dalla Bei, insieme alle banche di promozione nazionali.
Il documento indica la volontà di lanciare un “rinascimento industriale” con la modernizzazione delle regole della concorrenza. La Commissione sarà invitata a presentare una nuova strategia industriale, nonché le opzioni di finanziamento per il settore della difesa (attese già lo scorso giugno). I 27 potrebbero impegnarsi a spendere il 4 per cento del pil in ricerca e innovazione. Sull'energia, la promessa è realizzare una “vera unione dell'energia” che assicuri competitività e resilienza, nonché forniture abbondanti e a basso prezzo di energia pulita. Sul digitale, la Commissione è invitata a presentare una nuova "Strategia tech europea" per rafforzare le capacità tecnologiche dell'Ue. La politica commerciale deve essere adattata per tenere conto delle "crescenti tensioni geopolitiche e dell'evoluzione tecnologica accelerata".
Tuttavia non c'è ancora accordo sulle scadenze del Nuovo Patto per la Competitività Europea. Nella bozza tutte le date sono ancora tra parentesi quadre, perché manca il consenso dei ventisette stati membri. Non c'è intesa sul 2025 per il mercato interno, il 2026 per l'Unione europea dei risparmi e degli investimenti, il 2027 per l'unione dell'energia, il 2030 per il 4 per cento di spesa in ricerca e innovazione. L'accordo sul finanziamento è il comune denominatore. "Il prossimo quadro finanziario pluriennale (che entrerà in funzione nel 2028) servirà come strumento per realizzare i nostri obiettivi di competitività", si legge nella bozza. I leader si impegneranno a "lavorare sull'introduzione di nuove risorse proprie", perché sono "sufficienti" per le priorità. Nel suo rapporto, Mario Draghi non sembra esserne così sicuro.
L'editoriale dell'elefantino