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Premio Sacharov 

La sinistra europea riesce nella vergogna di non votare la resistenza venezuelana

Pietro Guastamacchia

I socialisti europei ritengono che il Ppe voglia costruire un accordo con Meloni, Orbán e Le Pen. E pensano che dare un riconoscimento "troppo frettoloso a Edmundo González come vincitore delle elezioni è di scarsa utilità, dati i precedenti”

Il Parlamento europeo si prepara a incoronare i sacrifici dell’opposizione venezuelana come lotta dell’anno per la libertà e per i diritti umani, ma lo farà senza il supporto della sinistra dell’emiciclo di Strasburgo e con una maggioranza eponima, tutta di destra, che non a caso prende il nome di ‘Venezuela’. Oggi la presidente dell’Eurocamera annuncerà infatti il vincitore del Premio Sacharov 2024, la più alta onorificenza dell’Eurocamera per i dissidenti nel mondo, e gli equilibri interni alla conferenza dei capigruppo lasciano presagire che a vincere sarà il ticket di candidati presentato da Ppe e Ecr, Edmundo González Urrutia e María Corina Machado.

I candidati in gara sono tre: oltre agli oppositori venezuelani, ci sono Gubad Ibadoghlu, un accademico e attivista anti-corruzione in Azerbaigian, sostenuto dai Verdi, e le Ong israeliane e palestinesi “Women Wage Peace” e “Women of the Sun”, presentate dai Socialisti e dai Liberali di Renew Europe. Esclusa dalla selezione finale, invece, l’idea dinamitarda dei Patrioti e dell’AfD di conferire il titolo a Elon Musk, patron di X e autoproclamato difensore del libero pensiero, un titolo che fu di Mandela, Navalny e Kofi Annan. L’esclusione di Musk, tuttavia, ha trasformato la scelta del vincitore in una battaglia politica tra i due lati dell’emiciclo. Patrioti e AfD, infatti, hanno fatto sapere di voler convergere sui candidati del Ppe e dell’Ecr, un sostegno che, agli occhi della sinistra, renderebbe González Urrutia e Corina Machado invotabili. “Il Ppe ha deciso di sfruttare la questione venezuelana per costruire un accordo con Meloni, Orbán e Le Pen, insieme al sostegno dell’estrema destra tedesca”, accusano i socialisti europei in una nota in cui chiedono la “fine della repressione in Venezuela e il rispetto della volontà espressa alle urne”, ma aggiungono anche l’analisi che “un riconoscimento troppo frettoloso di Edmundo González come vincitore delle elezioni è di scarsa utilità, dati i precedenti”.

Il solo “peccato originale” di essere sostenuti dagli eurodeputati di Salvini, Le Pen e Orbán, dunque, è sufficiente, agli occhi dei socialisti, per rendere la lotta dell’opposizione venezuelana inadatta a simboleggiare una sincera lotta per la libertà e l’autoaffermazione. O forse c’è di più? Per i socialisti spagnoli, titolari della ditta in casa Pse, la questione Urrutia è scottante. Le destre del PP e di Vox hanno cercato di usare la fuga dell’oppositore venezuelano dal suo paese per screditare il primo ministro Sánchez, implicando che l’inquilino della Moncloa abbia fatto pressioni affinché l’oppositore lasciasse il paese, tesi però smentita da Urrutia stesso alla Cnn. D’altro canto, è vero che per Madrid, e per altre forze socialiste europee, recidere completamente i rapporti con Maduro si è rivelato un passo impraticabile, ostacolato da vecchi legami, nostalgie e pseudo-superstizioni. La situazione non cambia con Verdi e Liberali. Gli ambientalisti rimangono trincerati nella scelta dell’attivista azero che combatte contro la “dittatura carbonifera di Aliyev”, come l’ha definita il copresidente del gruppo ambientalista Bas Eickhout. Per i liberali, invece, è una questione di maggioranze: gli eurodeputati di Valérie Hayer, infatti, non intendono votare con l’estrema destra, indipendentemente dalla causa, e qualcuno fa notare che già il respingere la “ridicola idea di Elon Musk” è stata una vittoria politica. In realtà, alla domanda se vi sia una ragione valida per cui González Urrutia e Corina Machado non meritino di essere i portabandiera delle lotte per l’autodeterminazione e ricevere il Premio Sacharov 2024, nessuno dei gruppi sopracitati ha saputo rispondere.

A dire il vero, non si trova né un comunicato né un tweet neanche dagli eurodeputati della Sinistra UE che risponda a questa domanda. Sinistre, Verdi, Socialisti e Liberali, però, hanno chiaro che non li voteranno, anche se dai gruppi trapela che, tutto sommato, non faranno molto per impedirne la vittoria. Rimarranno trincerati dietro le loro scelte, deplorando il fatto che le sorti del popolo venezuelano siano finite nelle mani di una “strana alleanza tra cristiano-democratici e neofascisti”. Se tutto andrà come previsto, oggi all’opposizione venezuelana spetterà il compito di rappresentare per un anno gli oppressi nel mondo. Un mandato che avrebbe potuto giungere con un sostegno più ampio, ma che invece sembra destinato a impattare sullo scontro in corso sulle nuove maggioranze a Bruxelles. A meno che, prima delle 10 di questa mattina, il vento non cambi e la maggioranza “Venezuela” non diventi qualcosa di più ampio e più bello.