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Tempo di bilanci

Londra presenta la Finanziaria, il test del governo Starmer alla “dura luce della realtà fiscale”

Cristina Marconi

Il governo punta a raccogliere 40 miliardi di sterline attraverso tagli alla spesa e aumenti di tasse, ma intanto il premier piace sempre meno perché non è riuscito a dimostrare che tutto questo dolore sarà utile

E’ una pagina da leggere alla “dura luce della realtà fiscale”, la prima manovra del nuovo governo laburista britannico che verrà svelata oggi dopo mesi di speculazioni e anticipazioni. Ma non chiamatela austerità: si tratta, a detta del premier Keir Starmer e della sua cancelliera Rachel Reeves, di risanare, ricostruire e proteggere le buste paga della gente che lavora. La crescita, grande protagonista della campagna elettorale, sembra scivolata in secondo piano ed è certo che l’approssimarsi di Halloween rende l’atmosfera intorno alla prima manovra laburista dal 2010 a questa parte ancora più spooky. I britannici hanno talmente paura di quello che verrà annunciato che pare che abbiano addirittura smesso di bere in questi giorni, rinunciando all’anestetico preferito.

Da quando hanno vinto, Starmer&Reeves vanno preannunciando scelte difficili, come il taglio dei sussidi di riscaldamento per gli anziani, con l’eccezione di quelli poverissimi, e il mantenimento del limite degli assegni famigliari al secondo figlio. A questo oggi si aggiungeranno aumenti delle tasse per finanziare la spesa nei servizi pubblici e, come magra consolazione, 50 miliardi di emissioni per sostenere gli investimenti senza pesare sul debito grazie a un ridisegnamento delle regole di bilancio. Reeves ha detto che “nessuna persona che lavora avrà tasse più alte”, e da allora tutti cercano di capire cosa si intenda con persona che lavora, soprattutto se a essere toccati saranno invece le aliquote per le imprese e i contributi per i lavoratori, pari a 20 miliardi di sterline, con ricadute sull’occupazione, sui salari e sui prezzi. Altri 7 miliardi verranno dall’aumento della base imponibile, ferma da sei anni, e 1,5 dal progetto di imporre l’Iva alle scuole private, anche se ha fatto infuriare tutti, anche le diplomazie straniere che devono mantenere le famiglie del personale in giro per il mondo. L’obiettivo è assumere 6.500 nuovi docenti nelle scuole statali e investire nell’istruzione pubblica. 

Ci sono poi le misure riguardanti la tassazione del private equity e dei capital gain, mitigate rispetto alla versione iniziale, anche perché all’estero le chiamavano già le misure “SvuotaLondra”: il governo non può venire meno alla dichiarazione secondo cui chi ha le “spalle più larghe” deve farsi carico di un peso maggiore, visto che anche l’opinione pubblica, secondo i sondaggi, ritiene che i ricchi debbano fare la loro parte. Il tetto ai biglietti dell’autobus, abbassato per far fronte al carovita degli ultimi anni, è passato da 2 a 3 sterline (paradossalmente non nelle grandi città) e in questa manovra nessuno esce davvero vincitore. La sanità, che a detta di Starmer non è più neppure in ginocchio ma è proprio caduta a faccia in avanti, sta per avere un bel po’ di fondi: 1,5 miliardi per nuovi hub chirurgici e 70 milioni in strumenti per la radioterapia, ma il fronte medico ha accolto la notizia con cautela, sottolineando come sarebbe bello avere anche il personale per azionarli, questi macchinari. 

In tutto il governo punta a raccogliere 40 miliardi di sterline attraverso tagli alla spesa e aumenti di tasse, dopo aver denunciato un “buco” da 22 miliardi lasciato dal precedente governo e al centro di una polemica con l’ultimo cancelliere tory, Jeremy Hunt, che ha accusato l’Obr, autorità di vigilanza sulla responsabilità fiscale, di essersi comportata in maniera “politicamente” parziale per aver aperto un’inchiesta sull’ammanco, i cui risultati verranno resi noti oggi. Starmer ha risposto dicendo di “non prendersela con l’arbitro” e annunciando che l’istituzione verrà rafforzata in modo che non venga mai più messa da parte. A riprova della propria serietà, il governo si darà un’altra regola in base alla quale le entrate fiscali dovranno coprire la spesa corrente sui servizi pubblici.

Ma l’atmosfera è litigiosa, lo speaker della Camera, Lindsay Hoyle, ha criticato la pratica di annunciare pezzi della finanziaria “in giro per il mondo” senza prima aver informato i deputati e Starmer piace sempre meno. La sua popolarità è in caduta libera anche perché non è riuscito finora a dimostrare che tutto questo dolore sarà utile, e non solo un tentativo di vedere fino a che punto un paese possa essere demoralizzato. L’ultimo governo aveva annunciato un aumento delle tasse da 24 miliardi all’anno, mai attuato, e sarebbe bastato seguirlo per non doversi tirare addosso tanta impopolarità. La crescita è leggermente migliore del previsto, ma rimane modesta, e difficilmente attutirà il colpo, almeno all’inizio. Ma l’importante è non parlare di austerità.

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