Pessimismo e negatività
Paura di Trump? Ok, ma sappiate che il peggio deve ancora venire
Il diavolo, cioè il male, ci mette sempre la sua coda o zampa: mostra di esistere in tutti coloro che ci tengono a farlo esistere. Le mostruosità, anche quelle minuscole e insensate, vanno di moda, attirano
Mi sembra che si stia diffondendo, più fra la gente comune, cioè la maggioranza delle persone, che nei giornalisti, cioè gli addetti all’attualità, un senso di disperazione, di non speranza e di pessimismo sul come vanno e possono andare le cose nel mondo. Qualche giorno fa ho incontrato uno scienziato americano, un sismologo, che con una sola parola mi ha confermato una tale impressione. Interrogato sulle prossime elezioni, ha detto, quasi con pudore e a bassa voce, che negli Stati Uniti si nota, in crescita, un istinto di distruzione e autodistruzione, un istinto suicida che porterà gli elettori a votare Trump.
Senza dare importanza scientifica alla frase di uno scienziato della Terra, dei vulcani e dei terremoti (è in Italia per studiare cosa può succedere al monte Pollino in Calabria), qualche ragione dovrà esserci se un individuo abituato a ragionare secondo metodi scientifici, per esperienze e prove, azzarda una diagnosi psicosociale e psicopolitica come quella della pulsione, reale e metaforica, al suicidio.
Del resto mi pare che il pessimismo, anche in chi non ne parla, stia diventando molto più diffuso dell’ottimismo. Perfino gli ottimisti ideologici o caratteriali sembrano non sapere più su che cosa precisamente sperare. Se non di disperazione, si tratta di una non speranza suggerita, indotta dai fatti. Si “vuole” essere ottimisti almeno a parole, per evitare di pensare al peggio, una cosa senza dubbio poco piacevole e che non fa bene alla salute. Stando alle notizie date dai giornali e da tutti i media, ci vuole molta pazienza e buona volontà per scovare nel mondo qualche segno che incoraggi all’ottimismo.
I fenomeni climatici sono impazziti, anomali e fuori controllo, con effetti drammatici che non sappiamo come affrontare e mitigare. I comportamenti elettorali sono spesso irrazionali e soprattutto esprimono scarsissima fiducia nella politica, sia da parte dei più giovani che dei più anziani. Non si va a votare perché non si crede che ci sia un tipo di governo capace, piuttosto che un altro, di risolvere i maggiori problemi. La biochimica del pianeta è alterata da micro e macrofenomeni che in superficie o dai fondi marini arrivano a minacciare la nostra salute, dalle nuove possibili epidemie o pandemie alla quantità di polvere di plastica insediata nei nostri organi. Si scopre ogni tanto l’ombrello, cioè che avere Internet in tasca ci rende sia schiavi dell’informazione spazzatura sia accessibili agli spionaggi e a uno sfruttamento illecito e per noi dannoso dei dati personali.
La geopolitica mondiale, dall’Asia all’Africa, alle Americhe e all’Europa, è sempre più sul punto di deflagrare. La vita sociale quotidiana, perfino in Europa occidentale, è sempre meno sicura. Gli adolescenti ansiosamente ossessivi non mostrano neppure di capire che cos’è un crimine. I “normali” e insospettabili uomini maturi ammazzano le mogli per gelosia o stuprano le ragazzine. Gli scienziati in carriera si imbottiscono di psicofarmaci fino a impazzire, stressati dalla competizione professionale. Le religioni sono moralmente impotenti. La devozione e la fede non migliorano il comportamento dei credenti e anzi esasperano i conflitti etnico-culturali e territoriali. La famiglia è più o meno sparita e non educa a niente. La scuola soffre di mancanza di motivazioni e di buone regole, nonché di insegnanti all’altezza della situazione. Le arti sono in via di sparizione, sostituite dall’idea di creatività indiscriminata e a vuoto. I cosiddetti artisti mancano di attitudini e di capacità tecnico-artigianali: in sostanza, non hanno pazienza di migliorare i loro prodotti. Le scienze servono soprattutto alla sovrapproduzione ingegneristica e allargano il mercato di merci tecnologiche. Ovviamente scienza, arte e politica in sé sono solo idoli retorici: le scienze “sono” chi oggi le pratica, come la politica e le arti “sono” chi oggi le fa.
Per essere ottimisti si dovrebbe credere, come gli antichi, da Socrate a Hume, alle “virtù” degli esseri umani, i quali lavorano invece con tutti i mezzi a dimenticare il senso della parola “virtù”. Ci credono un po’ gli sportivi. Ma lo sport ha una fissazione, un difetto di base: superare i record, chissà perché, e vincere gli avversari solo allo scopo di alzare in alto una coppa. Un po’ poco.
Tempi duri e bui come una volta e come sempre? Forse sì, ma il peggio esiste e non smette di farsi vivo. Il diavolo, cioè il male, ci mette la sua coda o zampa. Mostra di esistere in tutti coloro che ci tengono a farlo esistere. Le mostruosità, anche quelle minuscole e insensate, vanno di moda, attirano. Sono in vetrina, in prima fila e sul palco, sugli schermi e sui display. Come diceva un mio caro amico, non è che non si distingue ciò che è merda, è che la merda piace. C’è da ridere, ma anche da piangere. Ora se vince Trump per l’occidente non c’è speranza.
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