la vittoria del tycoon
Soldati, banchieri, analisti ci raccontano l'Ucraina dopo Trump
I risultati delle elezioni americane hanno provocato una forte reazione da parte degli ucraini sui social network. Le opinioni delle persone variano da estremamente negative a cautamente positive. Ma la cosa principale che accomuna tutti è la consapevolezza che Kyiv dovrà ora fare sempre più affidamento soltanto sulle proprie forze nella guerra con la Russia
Kyiv. Nelle prime ore del mattino, anche gli ucraini hanno saputo della vantaggio di Donald Trump nella corsa alla Casa Bianca. Il banchiere d’investimento Sergei Fursa si è svegliato alle 06:00, ha controllato il telefono e ha visto che la vittoria di Trump era quasi scontata: “La mia prima reazione è stata di profonda delusione e apatia”, descrive così le sue emozioni al Foglio. Dopotutto, il ritorno al potere di Trump aumenta i rischi per la collaborazione americana nel mondo e in più, i media occidentali hanno ripetutamente scritto che al candidato repubblicano non piace l’Ucraina. “Il rischio più grande è che Trump decida di siglare un accordo con Putin a scapito dell’Ucraina”, teme Fursa. E sebbene a Kyiv sia già stata garantita l’assistenza finanziaria da parte dei suoi alleati per il 2025, ha davvero bisogno anche di assistenza militare. Se Trump decidesse di accettare le condizioni di pace di Putin, potrebbe sottoporre l’Ucraina ad una “dieta drastica”, suggerisce Fursa, il che influenzerà sicuramente la situazione sul campo di battaglia.
I risultati delle elezioni americane hanno provocato una forte reazione da parte degli ucraini sui social network. Le opinioni delle persone variano da estremamente negative a cautamente positive. Ma la cosa principale che accomuna tutti è la consapevolezza che l’Ucraina dovrà ora fare sempre più affidamento soltanto sulle proprie forze nella guerra con la Russia. “Trump ha vinto, ma noi non abbiamo ancora perso”, ha scritto su Facebook Yuri Kasyanov, soldato e specialista di velivoli senza pilota. “Forse saremo ceduti a Putin, proprio come la Cecoslovacchia fu data a Hitler nel 1938. O forse è il contrario”, osserva. Per evitare l’occupazione russa o il martirio in cattività, gli ucraini devono continuare la lotta, rafforzare la mobilitazione dell’esercito, delle forze produttive, della società civile e dello stato, indipendentemente da ciò che fa Trump, ritiene il militare. Il più gramde punto di delusione ucraina per la sconfitta di Kamala Harris riguarda il fatto che ora l’invito all’Ucraina a diventare paese membro della Nato, come richiesto dal presidente Volodymyr Zelensky nel suo Piano per vittoria, è ormai improbabile. Non si sa cos’altro possa garantire la sicurezza e non è chiaro quale sarà il rapporto di Trump con la Nato. “Vorrei che raggiungessimo un accordo bilaterale sulla sicurezza tra Ucraina e Stati Uniti, qualcosa di simile a quello che esiste tra Stati Uniti e Israele”, osserva Viktor Shlinchak, capo del consiglio d’amministrazione dell’Istituto di politica mondiale. Dopo la vittoria di Trump, l’Ucraina avrà sicuramente più lavoro diplomatico da fare, “dobbiamo ottenere il sostegno del maggior numero possibile di repubblicani, che hanno la maggioranza in entrambe le Camere. Dobbiamo dimostrare a Trump che l’Ucraina rientra nella sua sfera di interessi”, afferma Alexander Kraev, direttore del programma Nord America presso il think tank ucraino Prism. Ma dobbiamo anche espandere la cooperazione con l’Europa nel caso in cui Trump decida di sospendere gli aiuti militari. Per ora si sa solo che la sua priorità sono i negoziati per porre fine alla guerra. Parlerà separatamente con Vladimir Putin e poi con Zelensky, “ma non significa che verremo consegnati al nemico”, rassicura Kraev. Non pubblicamente, fonti del Foglio confermano che l’ambasciatrice ucraina negli Stati Uniti Oksana Markarova potrebbe essere sostituita con un altro candidato nei prossimi mesi, poiché l’Ucraina deve cercare nuovi canali di comunicazione con i trumpiani.
Per alcuni ucraini invece, l’ascesa al potere di Trump, al contrario, dà loro speranza. “I democratici, osserva Shlinchak, hanno ritardato il trasferimento di attrezzature in Ucraina e hanno avuto paura di prendere decisioni più audaci per non aggravare la situazione, così la guerra si è trasformata in una palude dalla quale non si vede via d’uscita”. La durezza di Trump è vista da molti ucraini come un’opportunità per porre fine alla guerra. Allo stesso tempo, neppure Trump sa quali azioni intraprenderà se i negoziati con Putin dovessero fallire. “Ora ci stiamo ritirando rapidamente nel Donbas, con l’aiuto simbolico di Biden”, afferma l’ufficiale di ricognizione aerea Igor Lutsenko, convinto che Trump non potrà peggiorare radicalmente questa situazione, perché è già pessima. Pertanto Lutsenko, non vede una grande tragedia nella sua vittoria.
Il soldato della Guardia nazionale Evgeny Spirin, che aiuta a portare in salvo i feriti, non si preoccupa di chi ha vinto le elezioni americane, lui era al fronte mentre negli Stati Uniti si votava. “Ho con me 2,5 litri di sangue e finché li avrò e potrò aiutare, la guerra non è persa“non finirà con una sconfitta", osserva il militare”.