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La missione di DeSantis tutta commercio anticinese

Giulia Pompili

Il tour italiano del governatore della Florida, che ieri ha incontrato Meloni, serve a rafforzare il "friendshoring" –  occhio ai cantieri navali di Viareggio

Una missione lunghissima, quella del governatore della Florida Ron DeSantis in Italia, che è arrivato lunedì scorso e si fermerà fino a venerdì. Un viaggio organizzato da tempo, fanno sapere dal suo staff, e simile a quello che l’ex candidato alle primarie repubblicane (è durato solo otto mesi) ha compiuto ad agosto in Irlanda. Ieri DeSantis ha incontrato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, incontro però confermato soltanto domenica scorsa, perché il vero motivo del tour fra diverse città italiane della mega delegazione della Florida  non è  la politica, ma il commercio. Con 4,4 miliardi  di dollari di scambi bilaterali all’anno, il rapporto fra Italia e Florida è già piuttosto consolidato, e DeSantis viaggia accompagnato da 85 rappresentanti di vari settori industriali dello stato americano in cerca di nuove opportunità di business – e di investimenti italiani. Certo DeSantis ha un rapporto personale col deputato di Fratelli d’Italia Andrea Di Giuseppe, deus ex machina della firma posta dal governatore per l’estradizione del  cittadino italiano condannato nel 2000 all’ergastolo a Miami Chico Forti.

 

Ma al di là dei rapporti personali e politici, questa missione di DeSantis, secondo alcuni osservatori ascoltati dal Foglio, fa parte di una nuova strategia della diplomazia economica americana che riguarda il rafforzamento delle alleanze anche a livello locale, e in chiave più puramente anti Cina. L’Italia in questo settore è considerata uno degli anelli deboli d’Europa, in cerca di investimenti facili che arrivano dalla Repubblica popolare cinese. E’ anche per questo, per esempio, che ieri la delegazione di DeSantis era a Viareggio, quartier generale della cantieristica navale italiana per gli yacht, un segmento di produzione d’eccellenza su cui da tempo i cinesi – nella fattispecie quelli di Sundiro Holding – hanno messo gli occhi. Non solo: DeSantis ha benedetto una nuova partnership fra La Sapienza e la Embry-Riddle Aeronautical University, e a breve a Milano è previsto un incontro in Bocconi, proprio negli stessi giorni in cui il governo italiano per la prima volta annuncia un piano per limitare le “influenze straniere” nelle università e nella ricerca da parte di paesi ostili,  soprattutto da parte di Pechino. La diplomazia americana sta cercando di contrastare l’attrattività cinese nei paesi partner occidentali offrendo investimenti simili, ma nel sistema di “friendshoring”, di rapporto con paesi (o stati) che seguono le stesse regole. In attesa della seconda Amministrazione Trump e un rinnovato tentativo di isolare Pechino.  

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  • Giulia Pompili
  • È nata il 4 luglio. Giornalista del Foglio da più di un decennio, scrive soprattutto di Asia orientale, di Giappone e Coree, di Cina e dei suoi rapporti con il resto del mondo, ma anche di sicurezza, Difesa e politica internazionale. È autrice della newsletter settimanale Katane, la prima in italiano sull’area dell’Indo-Pacifico, e ha scritto tre libri: "Sotto lo stesso cielo. Giappone, Taiwan e Corea, i rivali di Pechino che stanno facendo grande l'Asia", “Al cuore dell’Italia. Come Russia e Cina stanno cercando di conquistare il paese” con Valerio Valentini (entrambi per Mondadori), e “Belli da morire. Il lato oscuro del K-pop” (Rizzoli Lizard). È terzo dan di kendo.