Impasse europeo
Così lo scontro politico in Spagna blocca l'approvazione della Commissione von der Leyen
Il duello tra socialisti e popolari spagnoli paralizza la nomina di Teresa Ribera a vicepresidente della Commissione europea, mentre il governo di Madrid è diviso sulla gestione della tragedia dell’alluvione a Valencia. L'impasse rischia di rallentare l'azione dell'esecutivo europeo
L’approvazione della Commissione di Ursula von der Leyen è paralizzata da un violentissimo scontro interno alla politica spagnola che si è riverberato in eurovisione a Bruxelles. Tale impasse è il frutto della contesa perpetua tra i socialisti del premier Pedro Sánchez e i popolari guidati da Alberto Núñez Feijóo, che cerca ogni pretesto per infiammarsi dal momento che non riesce a trovare sfogo nelle urne: infatti né un partito né l’altro sembrano in grado di garantirsi una maggioranza che possa prescindere dall’appoggio di altre forze, variamente antisistema, che impediscono (a Sánchez) e impedirebbero (a Feijóo) la possibilità di una navigazione governativa che sia meno che procellosa.
L’ultimo feroce scontro si è acceso all’indomani della catastrofica alluvione che ha colpito soprattutto la Comunità Valenciana, lasciando dietro di sé, per ora, 224 morti e danni giganteschi. E, nel rimpallo delle responsabilità per la pessima gestione della prevenzione e del contenimento del disastro, che secondo alcuni vanno attribuite al governo regionale, presieduto dal popolare Carlos Mazón, e secondo altri a quello centrale, a guida socialista, è finita schizzata anche Teresa Ribera, fin qui ministra della Transizione ecologica e della sfida demografica e vicepremier del governo spagnolo, ma ora in predicato di diventare vicepresidente esecutiva della Commissione europea per una Transizione pulita, giusta e competitiva.
Il suo ruolo nella squadra di Ursula von der Leyen, sarebbe centrale, perché Ribera, che appartiene a uno dei partiti di sinistra con più eurodeputati, sarebbe la punta di lancia dei socialisti nella Commissione. I popolari spagnoli non hanno quindi perso l’occasione per trascinare l’intero Ppe, di cui sono tra gli azionisti di maggioranza per consistenza numerica, in un tentativo di impedire la ratifica di Ribera come vicepresidente di von der Leyen. Affondare quella che alcuni esponenti del Pp definiscono ormai spregiudicatamente “la ministra della Dana” – utilizzando l’acronimo che indica, nella sua definizione spagnola (Depresión aislada en niveles altos), il fenomeno atmosferico che ha provocato il disastro nei dintorni di Valencia – significherebbe colpire Sánchez al cuore. E il premier spagnolo, infatti, non ha intenzione alcuna di arretrare ritirando la candidatura di Ribera. Anzi, potendo contare sulla sua fedelissima Iratxe García Pérez come capogruppo dei Socialisti e Democratici al Parlamento europeo, Sánchez ha contribuito all’alzata di scudi della sinistra che, anche come rappresaglia per il trattamento ricevuto dalla candidata commissaria Ribera, ha bloccato le nomine di altri due commissari designati, l’italiano Raffaele Fitto e l’ungherese Olivér Várhelyi, che appartengono a dei gruppi parlamentari di destra che non hanno sostenuto la nomina di von der Leyen. Dopo che durante l’audizione di Ribera all’Eurocamera, martedì scorso, si sono ascoltate parole grosse (il deputato di Vox Jorge Buxadé ha affermato che la vicepremier spagnola “è la responsabile della tragedia di Valencia” e “non dovrebbe quindi sedersi nella Commissione bensì sul banco degli imputati”), sembra che non sarà possibile sbloccare nulla fino a che Ribera non si presenterà davanti al Parlamento del suo paese per riferire sull’alluvione, cosa che non avverrà prima del 20 novembre.
E, se il País ha pubblicato un editoriale durissimo, in cui si evocano le bugie del governo Aznar sull’attentato islamista a Madrid del 2004 e si afferma che il Pp è passato all’attacco solo per coprire le negligenze del “suo” presidente regionale Mazón, anche il direttore dell’Español, Pedro J. Ramírez, che di norma è molto ostile verso Sánchez e i suoi ministri, ha scritto che “il Pp non dovrebbe fare dell’opposizione a Ribera un casus belli, contribuendo così alla paralisi dell’azione dell’esecutivo europeo” in un momento in cui, di questa azione, c’è urgente bisogno. E invita i due grandi partiti spagnoli a trovare una “narrazione” condivisa dell’alluvione, attraverso una spartizione delle responsabilità. Vaste programme.