le divisioni

Socialisti, verdi ed Ecr: l'Ursula Bis spacca i gruppi politici europei

Pietro Guastamacchia

La maggioranza che si vedrà oggi a Strasburgo è un gioco di prestigio che, come un quadro di Escher, si regge su prospettive ed equilibri possibili sulla carta, ma difficilmente sostenibili nella realtà. I gruppi già si ritrovano spaccati

Ursula spacca tutto. La “Maggioranza Ursula 2.0” trova una quadra impossibile ma sconquassa gli equilibri a Bruxelles. La presidente della Commissione Ue riesce nell’equilibrismo di includere verdi, socialisti, liberali, Ppe ed Ecr nella sua nuova maggioranza. Una mossa d’esperienza della leader tedesca, che però scardina gli equilibri interni ai gruppi e mette alle strette gli alleati, lasciandoli davanti alla scelta di salire sul carro della governance Ue o rimanere impantanati nell’irrilevanza. 

 

La maggioranza che si vedrà oggi a Strasburgo è un gioco di prestigio che, come un quadro di Escher, si regge su prospettive ed equilibri possibili sulla carta, ma difficilmente sostenibili nella realtà. I socialisti, infatti, sono categorici nel dichiarare che la maggioranza include i verdi ma non Ecr. I verdi si sentono parte della coalizione, ma solo in parte. Per Ecr, invece, in coalizione non c’è posto per i verdi. Dall’altro lato, il Ppe, attraverso il suo capogruppo Manfred Weber, battezza una maggioranza europea che va “dai Verdi a Ecr”, per poi precisare però che il fronte europeista include solo una parte di Ecr, ovvero Fratelli d’Italia, ma non i polacchi del PiS, il partito dell’ex premier Morawiecki.

 

A riportare i Verdi in partita è stato il colpo a sorpresa di von der Leyen, che ha nominato l’ex capogruppo dei verdi, Philippe Lamberts, come consigliere speciale per il clima. Una scelta annunciata lunedì mattina, mentre gli eurodeputati viaggiavano in treno verso Strasburgo, che ha messo in agitazione la famiglia politica ambientalista. Dopo una riunione fiume protrattasi nella notte di lunedì, metà del gruppo dei verdi, circa venti eurodeputati guidati dalle delegazioni tedesca e olandese, ha scelto infatti di supportare la nuova Commissione. Il gruppo, però, ne esce lacerato, con le delegazioni italiana, belga e francese che optano invece per il no a von der Leyen.

 

Travagliata anche la notte dei socialisti, che ieri hanno dovuto affrontare una delle riunioni di gruppo più agitate della legislatura. Il gruppo, guidato dalla spagnola Iratxe García Pérez, ha deciso di supportare la nuova Commissione, rimangiandosi le linee rosse su Raffaele Fitto che larga parte della famiglia socialista aveva descritto come un “esponente di una forza postfascista”. Dalla riunione di ieri sera emerge infatti un gruppo diviso, in cui le delegazioni italiana e spagnola guidano il fronte del sì a von der Leyen, mentre tedeschi, francesi e belgi si chiamano fuori, dividendosi tra astensioni e voti contrari. Una defezione importante che potrebbe costare cara alla dirigenza spagnola del gruppo.

 

Spaccato a metà anche il gruppo meloniano Ecr: mentre la delegazione di Fratelli d’Italia varca il Rubicone della maggioranza, portando i suoi 24 eurodeputati più quelli della delegazione ceca, sul fronte del no a von der Leyen rimangono i 20 polacchi del PiS, affiancati dai colleghi rumeni. Una frattura su cui gioca il leader del Ppe, Manfred Weber, che in conferenza stampa ha ricordato come il gruppo guidato dal meloniano Procaccini sia “composto da due anime”: una europeista, rappresentata da Meloni, a cui i popolari spalancano le porte, e una con cui “è impossibile lavorare”, rappresentata invece proprio dal PiS, il partito fondato da Kaczyński, l’arcinemico del popolare Donald Tusk. Un solco, quello aperto da von der Leyen dentro l’Ecr, che potrebbe minare a lungo termine la tenuta della famiglia conservatrice.

 

Compatti, salvo qualche defezione, i liberali. E’ un rullo compressore invece il Ppe, che si intesta la maggioranza ma che dovrebbe però perdere la delegazione spagnola, vittima del suo stesso assalto alla vicepresidente spagnola Ribera, che il Partido popular ha poi dovuto sostanzialmente ingoiare dopo le pressioni della dirigenza tedesca dei popolari.

 

Non dovrebbero esserci sorprese, invece, tra gli eurodeputati italiani, che voteranno quasi tutti in linea con le rispettive famiglie politiche. Forza Italia e Fratelli d’Italia si dovrebbero esprimere infatti compattamente a favore della nuova Commissione Ue. Attese invece alcune defezioni nella delegazione Pd, con l’annunciato voto contrario di Marco Tarquinio e forse l’astensione di Cecilia Strada. Nostalgia giallo-verde, infine, tra i contrari alla nuova coalizione: le delegazioni di Lega e Movimento 5 Stelle che voteranno contro insieme agli “special guest” di Sinistra Italiana, Ilaria Salis e Mimmo Lucano.