Accanimento
Il fattore "wow" di Elon Musk contro l'alleato inglese
Il paradigma politico-informativo di Musk: un governo di sinistra diventa “socialista”, “tirannico”, “staliniano”, un premier di sinistra non è in grado di gestire proteste e scontri sociali e quindi il Regno è destinato alla “guerra civile”, a non rispettare i diritti e alla pena commerciale massima: i dazi
Peter Imanuelsen, giornalista svedese di nessuna testata noto sulla rete come Peter Sweden, ha ripreso la petizione di un elettore conservatore britannico per indire nuove elezioni (si è votato a luglio, ha vinto il Labour di Keir Starmer, che ora è premier), Elon Musk lo ha ripostato su X dicendo “il popolo inglese ne ha avuto abbastanza di uno stato di polizia tirannico”, la petizione ha raggiunto due milioni di firme (molte di gente che non abita nel Regno Unito e che non è inglese), i media conservatori tendenza Nigel Farage, come l’emittente GBNews e il Daily Mail, hanno ripreso “il sondaggio”, poco dopo lo hanno fatto tutti gli altri, Starmer ha dovuto dire pubblicamente che no, non si andrà a rivotare, e Sky News ha titolato: “Il premier esclude che ci saranno nuove elezioni dopo che la petizione ha raggiunto due milioni di firme”.
Imanuelsen è popolare su X, posta a ritmi trumpian-muskiani elogiando gli agricoltori in rivolta, le nomine americane, i populisti europei, dice di essere silenziato dal “mainstream”, viene invitato da alcune emittenti, dove nega di aver mai detto che l’Olocausto non c’è stato e che Hitler aveva le sue ragioni, dove dice che gli inglesi non fanno più figli perché hanno fatto il vaccino antiCovid. Musk ha ripreso questo semi influencer europeo dando una visibilità enorme a lui e alla petizione, mentre continua ad accanirsi sul governo britannico quasi ogni giorno. Lo fa da quando Starmer ha vinto le elezioni, si rivolge a uno dei principali alleati dell’America – la special relationship! – con la dedizione che si dovrebbe riservare ai nemici dell’America (con i quali invece fa telefonate e affari).
Nell’accanimento contro Starmer si ritrova il paradigma politico-informativo di Elon Musk: un governo di sinistra diventa “socialista”, “tirannico”, “staliniano”, un premier di sinistra non è in grado di gestire proteste e scontri sociali perché è strutturalmente debole e woke quindi il Regno è destinato alla “guerra civile”, a non rispettare i diritti – “cosa ci fa in prigione da 18 mesi?”, ha scritto Musk, allegando la foto dell’attivista di estrema destra Tommy Robinson – e naturalmente a subire la pena commerciale massima, cioè i dazi. Per screditare l’alleato britannico presso il proprio, grande pubblico, a Musk spesso basta riprendere una notiziola o un influencer che non ha nessun obbligo di verificare quel che dice (gli basta la spunta blu su X per avere credito presso il proprietario di X) mettendo soltanto un “wow” o un “interesting” e il resto lo fa una cassa di risonanza senza regole.
Nel frattempo Starmer è criticato da tutti, da chi dice che non sa rispondere come dovrebbe a Musk perché è terrorizzato dai dazi, da chi dice che ha fatto male a non invitare Musk a un incontro sulla tecnologia a settembre così ora subirà la vendetta eterna, dai Tory che basano la loro opposizione sui post di Musk e via così. Tanto rumore per nulla? Insomma: si sono aperte le scommesse sul fatto che il governo Starmer, che ha meno di cinque mesi di vita, arrivi o no a fine legislatura, ed è bastato un “wow” di Musk su una petizione che nessuno aveva visto.