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Le proteste e la calma del giorno dopo in Corea del sud. Il racconto da Seul

I raduni a sostegno di Yoon Suk Yeol, il presidente che ha annunciato la legge marziale, e la speranza delle opposizioni che le manifestazioni a Piazza Gwanghwamun si trasformino in qualcosa di più potente

Giulia Pompili

Il giorno dopo lo scandalo politico i monumenti sono presidiati dalla polizia, in tutta la città si stanno svolgendo raduni e manifestazioni nonostante il clima estremamente sereno. Questa apparente contraddizione non è una novità in Corea del sud e dimostra ancora una volta la partecipazione della società civile e la polarizzazione che ha portato a uno scontro difficile da sanare per i leader politici. Il racconto della nostra inviata a Seul.

 

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  • Giulia Pompili
  • È nata il 4 luglio. Giornalista del Foglio da più di un decennio, scrive soprattutto di Asia orientale, di Giappone e Coree, di Cina e dei suoi rapporti con il resto del mondo, ma anche di sicurezza, Difesa e politica internazionale. È autrice della newsletter settimanale Katane, la prima in italiano sull’area dell’Indo-Pacifico, e ha scritto tre libri: "Sotto lo stesso cielo. Giappone, Taiwan e Corea, i rivali di Pechino che stanno facendo grande l'Asia", “Al cuore dell’Italia. Come Russia e Cina stanno cercando di conquistare il paese” con Valerio Valentini (entrambi per Mondadori), e “Belli da morire. Il lato oscuro del K-pop” (Rizzoli Lizard). È terzo dan di kendo.